In questa fine estate 2020 si registrano diversi segnali di recupero dell’attività economica che si dovrebbero riverberare positivamente sul rimbalzo previsto nel terzo trimestre dell’anno 2020. La nostra analisi della congiuntura di questa settimana ha messo in luce miglioramenti per numerosi indicatori, quali la produzione, il fatturato e gli ordinativi nella manifattura, l’attività delle costruzioni, le vendite al dettaglio, i flussi di commercio estero e il clima di fiducia di imprese e famiglie. Questi segnali sono particolarmente importanti per quei settori del made in Italy che hanno maggiormente sofferto durante la crisi Covid-19, tra cui la moda, mobili e la gioielleria.
Nel settore orafo, l’analisi dei dati pubblicati ieri dall’Istat evidenzia che a luglio 2020 la produzione di gioielleria, bigiotteria e articoli connessi, lavorazione delle pietre preziose è salita del 19,2% rispetto a giugno, proseguendo il recupero avviato da maggio e che sta delineando una curva ‘V’. E’ auspicabile che questo trend prosegua anche nei mesi autunnali per poter avvicinare in tempi sostenibili il livello della produzione pre-Covid-19 di febbraio, dopo una crisi che è stata più profonda rispetto agli altri settori manifatturieri: nei cinque mesi marzo-luglio 2020 la produzione della gioielleria si è dimezzata, con un calo del 54,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e di intensità doppia rispetto al Manifatturiero (-23,7%). In crescita i prezzi alla produzione che nella media dei cinque mesi marzo-luglio 2020 registrano una crescita tendenziale del 5,4% mentre, nello stesso periodo, il Manifatturiero è in deflazione (-1,7%). A luglio 2020 i prezzi risultano in salita del 9,9% rispetto un anno prima a fronte del calo dell’1,6% dei prezzi della manifattura.
L’analisi del settore è stata esaminata nell’ambito della manifestazione VOICE nella recente edizione di VicenzaOro, durante il convegno organizzato da Confartigianato Orafi, lo scorso 12 settembre, “Dinamiche evolutive del settore oreficeria in Italia: possibili scenari e strategie alla luce dell’emergenza COVID-19”.
La struttura imprenditoriale del comparto Orafo conta 7.482 imprese attive che danno lavoro a 31.172 addetti. Nel settore orafo sono protagoniste le micro e piccole imprese con meno di 50 addetti che generano un fatturato di 2,9 miliardi di euro e danno lavoro a circa 24 mila addetti, oltre i tre quarti (77%) dell’occupazione del comparto. Spiccata la vocazione artigiana dell’oreficeria italiana, con una quota sulle imprese del comparto pari all’80%, ampiamente superiore al 64% osservata nel Manifatturiero; in termini occupazionali la quota sugli addetti del comparto è pari al 54% e doppia rispetto al 25% rilevata nel Manifatturiero. Come evidenziato in una nostra precedente analisi, l’artigianato orafo italiano vale come l’intero settore in Germania.
Nei distretti nei territori provinciali di Arezzo, Alessandria e Vicenza si concentra un terzo (32%) delle imprese ed oltre la metà (55,5%) dell’occupazione dell’oreficeria. Le tre province sono le principali esportatrici rappresentando, come ha evidenziato una analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Vicenza, i tre quarti (76,5%) dell’export orafo italiano nei primi 9 mesi del 2019.
Per informazioni:
Ufficio Aree di Mestiere – Alfredo Perico (Tel. 035.274.292; e-mail: alfredo.perico@artigianibg.com).