“L’impresa femminile, talento e abilità nel cambiamento dell’economia” è questo il titolo della 24° edizione della Convention di Donne Impresa Confartigianato tenutasi il 23 e 24 settembre a Roma che ha riunito 150 imprenditrici provenienti da tutta Italia. Tra loro, in rappresentanza del Movimento Donne Impresa di Confartigianato Bergamo, erano presenti la presidente Rita Messina Moretti e la vicepresidente Andreina Facchinetti.
Le donne italiane sono tra le più intraprendenti d’Europa, ma il nostro Paese è agli ultimi posti nell’Ue per l’occupazione femminile e le condizioni per conciliare lavoro e famiglia.
Il convegno ha voluto mostrare proprio le capacità femminili nel creare e gestire imprese di successo sempre più giovani, green e innovative, come quelle che il 23 settembre sono state protagoniste dell’evento “Pitch: Talenti ed eccellenze dell’imprenditoria femminile di Confartigianato imprese”, che ha suscitato un grande interesse e ha fatto emergere attraverso la presentazione dei prodotti e dei servizi, la notevole eccellenza e qualità delle imprese rosa: i presenti hanno potuto sentirsi partecipi ascoltando le testimonianze delle imprenditrici e ammirando il loro impegno e i loro grandi successi.
La Convention è stata anche luogo di interessanti confronti per le imprenditrici che hanno incontrato esperti e rappresentanti del Governo e del Parlamento di varie estrazioni politiche. Nel corso dei numerosi interventi, sono emersi importanti spunti, come ad esempio, la volontà di valorizzare il capitale umano femminile, incoraggiando l’istruzione tecnico-scientifica per potenziare le competenze tecnologiche.
Le imprenditrici italiane hanno inoltre chiesto politiche strutturali che consentano alle donne di fare impresa e insieme di poter essere madri, mogli e figlie, una richiesta accolta dai parlamentari presenti che hanno confermato che la priorità del Paese è quella di intervenire sulla conciliazione lavoro – famiglia. Servirebbe infatti, un piano pluriennale per la cura dell’infanzia e destinare maggiori risorse per i servizi alla famiglia, migliorando il welfare anche per le lavoratrici indipendenti che, ad oggi, non godono degli stessi diritti delle dipendenti.
Nel corso della Convention è stato presentato anche il rapporto del 16° Osservatorio sull’imprenditoria femminile artigiana, dal quale emerge che l’Italia conta 1.510.600 donne che svolgono attività indipendenti e che sono aumentate del 3,3% nell’ultimo anno.
A trainare il lavoro indipendente femminile, sono le 182.853 titolari di imprese individuali artigiane, il cui numero è aumentato del 2,6% negli ultimi 10 anni e insieme a socie e collaboratrici si arriva a 350.405 donne d’impresa, con una presenza prevalente in Lombardia (66.763), seguita da Emilia Romagna (36.757), Veneto (36.991), Piemonte (31.995), Toscana (30.981).
Considerando il tasso di occupazione per la popolazione 15-64 anni, l’osservatorio rileva che a luglio 2019 per le donne era pari al 50,2%, che rappresenta il massimo storico dall’inizio delle rilevazioni (gennaio 2004).
Nel confronto europeo la dinamica dell’occupazione nell’ultimo anno in Italia è meno vivace: le donne occupate in Italia crescono, infatti, del +1,0% contro il +1,5% rilevato per l’Eurozona. L’analisi degli ultimi dati disponibili mostra però che l’Italia è al primo posto nell’ Unione europea per numero di lavoratori autonomi totali, ed è seconda dopo il Regno Unito per numero di lavoratrici autonome. Esaminando l’incidenza delle imprenditrici e lavoratrici autonome sul totale delle donne occupate, si osserva che il primato dell’Italia è netto: la quota del nostro Paese è infatti superiore a quella registrata in Paesi quali Spagna, Regno Unito, Francia e Germania.
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