Aggiornamento del Rapporto ISS COVID-19 n. 25/2020. Versione del 20 maggio 2021.
Il rapporto presenta una panoramica relativa all’ambito della sanificazione di superfici e ambienti interni non sanitari per la prevenzione della diffusione dell’infezione COVID-19. Le indicazioni si basano sulle più recenti evidenze scientifiche relative alla trasmissione del SARS-CoV-2. Presenta procedure e sistemi di sanificazione/disinfezione generati in situ e altre tecnologie utilizzabili per la sanificazione degli ambienti di strutture non sanitarie, compreso il miglioramento dell’aria degli ambienti. Per i diversi sistemi di sanificazione/disinfezione sono descritti gli aspetti tecnico-scientifici, l’ambito normativo e il pertinente uso.
Per prevenire la diffusione del Covid-19, ma anche altre forme virali, è fondamentale il controllo e miglioramento delle condizioni del microclima per quanto riguarda la temperatura, l’umidità e la ventilazione, il rapporto redatto dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), contenente una serie di raccomandazioni fondamentali, indirizzate alle strutture non sanitarie.
Secondo il documento, il rischio di contagio attraverso emissione di secrezioni respiratorie e salivari in forma di goccioline, espulse quando si starnutisce e si tossisce, o attraverso la via aerea prevale rispetto a quello mediante contatto con superfici o oggetti contaminati. Gli ambienti chiusi, con ventilazione o trattamento dell’aria inadeguati, rappresentano quindi un fattore di rischio, tanto che lo scorso marzo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha prodotto delle linee guida per migliorare la ventilazione e la qualità dell’aria degli edifici.
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Oltre al naturale ricambio d’aria che possiamo effettuare tramite l’apertura delle finestre, il rapporto dell’ISS evidenzia l’importanza dell’utilizzo di sistemi di purificazione e sanificazione dell’aria, precisando che la sola ventilazione non abbassa il rischio di trasmissione del virus, la stessa direzione dei flussi dell’aria in uscita dalle bocchette degli impianti deve essere possibilmente regolata in modo che non sia diretta verso le persone, facendo molta attenzione agli ambienti affollati, in cui le persone stazionano per diverso tempo, come ad esempio, ambienti lavorativi, aule scolastiche, sale riunioni dove il monitoraggio della qualità d’aria diventa fondamentale per il quale il medesimo ISS consiglia l’uso di rilevatori di CO2 In questi casi, oltre alla ventilazione è necessario intervenire su altri parametri, che sono diventati di quotidiana cultura, come la gestione dell’ affollamento e i tempi di esposizione.
La filtrazione, si legge nel rapporto, è già di per sé una procedura in grado di migliorare la qualità dell’aria degli ambienti interni, posto che siano utilizzati apparecchi consoni al volume degli locali e che sia fatta una manutenzione periodica che valuti l’efficienza dei filtri utilizzati, di conseguenza sia per la scelta degli apparecchi, che la manutenzione con la relativa certificazione a corollario, deve essere affidata a personale abilitato, esperto e preparato che dispone di tutti i Dispositivi di protezione individuale e che al termine degli interventi rilasci la certificazione di quanto effettuato con l’elenco dei prodotti utilizzati, disinfettanti certificati come Presidio Medico Chirurgico (PMC) o secondo la direttiva europea.
Una parte rilevante della nuova guida tratta anche le precauzioni sull’uso dell’Ozono la ionizzazione e le radiazioni UV.
Scarica il Rapporto Istituto Superiore Sanità
Per informazioni:
Ufficio Aree di Mestiere – Marco Trussardi (tel. 035.274.355; e-mail: marco.trussardi@artigianibg.com).