Restrizioni all’impiego dei diisocianati a partire dal 24 agosto scorso. Il suggerimento di Samuele Broglio per Confartigianato

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A seguito del regolamento (UE) 2020/1149 che riguarda l’utilizzo di schiume poliuretaniche che contengono diisocianati, riprendiamo l’intervento di Samuele Broglio, falegname piemontese di Confartigianato e grande esperto in materie di normativa nel settore legno, che è stato pubblicato sul portale tecnico GUIDAFINESTRA.IT.

 

Broglio fornisce un’interessante via d’uscita, nel rispetto della legge, in merito agli obblighi imposti dalla normativa sui diisocianati per evitare il dover fare una ulteriore formazione obbligatoria (o patentino) per l’utilizzo di schiume poliuretaniche contenenti queste sostanze, che dal marzo 2023 sono considerate vietate in concentrazioni superiori allo 0,1%.

Il nostro commento è che la soluzione suggerita da Broglio è interessante in virtù del fatto che una formazione per utilizzare un prodotto la cui produzione è divenuta vietata è un po’ anacronistica: ottengo un patentino per utilizzare i prodotti ancora presenti e con contenuto di diisocianati fuorilegge. Nel giro di poco tempo, si presume, saranno in commercio solo prodotti con un contenuto inferiore di diisocianato dello 0,1%. Pertanto, il patentino diventerà superato.

 

Riportiamo l’intervento di Samuele Broglio:

«Il tema del cosiddetto patentino schiume poliuretaniche alias patentino diisocianati, fa vibrare il settore del serramento. I diisocianati sono utilizzati come componenti chimici di base in un’ampia gamma di settori e applicazioni, in particolare in schiume, sigillanti e rivestimenti. Tipico utilizzo in serramentistica è nelle cartucce di schiuma poliuretanica. Sono prodotti pericolosi per la salute e quindi da maneggiare con cautela.

 

  • Se il diisocianato è superiore allo 0,1%

Dal 24 agosto 2023 gli utilizzatori professionali e industriali di adesivi e sigillanti poliuretanici con concentrazione di diisocianato superiore allo 0.1% dovranno seguire appositi corsi di formazione e possedere un attestato, il patentino, per l’utilizzo sicuro del prodotto. Nella notizia segnalavamo la piattaforma europea di training, www.safeusediisocyanates.eu, sostanzialmente gratuita – costa solo 5 euro – con la possibilità di conseguire l’attestato.

Qui Samuele Broglio, esponente di Confartigianato, interviene sul tema del patentino, allarga la visione anche al settore legno nel suo complesso, e suggerisce il sistema per eliminare il problema alla radice. (EB)

 

  • Patentino diisocianati

Francamente chiamarlo “patentino schiume poliuretaniche”, come nell’articolo citato poco sopra, è un riduttivo dato che si tratta di un “patentino per uso prodotti contenenti diisocianati”.
Ricordo che la discriminante sta nel contenuto di diisocianato, che:

  • Se inferiore allo 0,1% NONrichiede la presenza di patentino
  • Se superiore allo 0,1% richiede la presenza di patentino.

 

  • Dove i diisocianati

In particolare, nel settore legno i diisocianati sono presenti in:

schiume poliuretaniche (ma in molte la percentuale sta sotto lo 0,1%) , ma anche
colle poliuretaniche, il più delle volte difenilmetano diisocianato MDI (anche qui in molte la percentuale di diisocianato è sotto allo 0,1%);

catalizzatori di molte vernici bicomponenti, non solo per le poliuretaniche ma a volte anche per le vernici all’acqua;

certi induritori per le colle classe D4 (in questi casi però molto spesso si parla di poliisocianati, quindi non necessariamente diisocianati dato che i polimeri dell’isocianato non sono obbligatoriamente dimeri).

 

  • Come procedere con i fornitori

Per cui la gestione della cosa secondo me andrebbe fatta nei seguenti step:
1. Farsi dare dai fornitori le schede di sicurezza, pretendendo che sulle stesse sia segnata non solo la presenza (o assenza) di diisocianati ma anche, se presenti, la loro percentuale;
2. Se nei prodotti usati la percentuale è sotto lo 0,1%….dormire tranquilli dato che non si è interessati;
3. Se nei prodotti usati la percentuale risulta oltre lo 0,1%:

4. Cercare di cambiare il prodotto usato con altri prodotti similari aventi una percentuale al di sotto dello 0,1%. Francamente è la soluzione che preferirei e che noi adotteremo in ditta, dato che è molto meglio non avere un inquinante che usarlo comunque solo facendo un corso.

 

Oppure:

  1. Se proprio non si trova un sostituto, allora fare il corso e ottenere il patentino.

 

  • Marginalizzare prodotti non conformi

Dal mio punto di vista la nuova direttiva non dovrebbe portare fiumi di artigiani a fare corsi su corsi, ma in maniera molto più oculata a marginalizzare sul mercato i produttori di composti chimici che non si evolvano riducendo al minimo la presenza di diisocianati nei loro prodotti.
Per cui, a mio avviso, sarà meglio portarsi avanti con le cose e, se possibile, risolvere il problema alla radice.»  (Samuele Broglio, responsabile normativa Confartigianato)

 

Fonte: https://www.guidafinestra.it/patentino-diisocianati-da-broglio-la-soluzione-definitiva/

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