Come stanno le imprese Lombarde? Ecco i risultati dell’indagine di inizio anno di Confartigianato Lombardia

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Ecco i risultati 7^ edizione dell’indagine “Effetti del Coronavirus sulle MPI lombarde” realizzata da Confartigianato Lombardia e alla quale hanno partecipato oltre 1.800 micro-piccole imprese e imprese artigiane associate alle Confartigianato lombarde, tra cui Confartigianato Imprese Bergamo, per capire lo stato di salute, l’andamento, le difficoltà e le strategie dell’artigianato e delle PMI in questi primi mesi del 2022.

 

Tra le tante evidenze significative, emerge che quasi il 29% delle MPI lombarde, ed il 28% di quelle bergamasche, sta producendo in perdita a causa del balzo dei prezzi delle commodities energetiche.

 

Tra i dati della survey ce n’è uno che conferma che le imprese hanno continuato a mettere coraggio e dedizione nella loro attività nonostante le difficoltà. A seguito dello scoppio della crisi il 55% delle MPI lombarde e il 54,5% delle bergamasche hanno messo in campo azioni di sviluppo.

Tutto questo è nel DNA dei nostri imprenditori che, proprio quando si trovano davanti alle difficoltà, danno il meglio di sé stessi e si rimboccano le maniche, per resistere e affrontare il cambiamento.

 

Il 2021 ha fatto segnare un incremento importante della domanda rispetto all’anno precedente e le aziende hanno risposto assumendo nuovo personale e innovando processi, prodotti e modalità di approccio al mercato. Ciò che temono le imprese è l’incertezza, provvedimenti a corto raggio che frenano quella propensione agli investimenti che comunque è stata manifestata dal 63% circa degli intervistati lombardi e dal 65,1% dei bergamaschi.

 

 

 

Il fatturato delle MPI lombarde nel 2021, rispetto all’anno pre crisi (2019), segna un calo del -8,8%, per le bergamasche il calo è del -6,6%.

Tra i settori con ricavi superiori al 2019 figurano: Edilizia, Installatori di impianti e Servizi di pulizia; mentre al contrario risultano ancora in forte difficoltà le imprese dei settori Moda, Comunicazione: grafici e fotografi, Lavanderia e pulitura di articoli tessili e pelliccia, Taxi e NCC e Noleggio autobus con conducente. In questo inizio d’anno ricco di luci e ombre sale la quota di MPI incerte rispetto all’andamento futuro del mercato, 58,7% in Lombardia e 58% a Bergamo percentuale che è maggiore rispetto alla quota del 39,7% rilevata a settembre 2021).

 

 

Il buon andamento del settore delle Costruzioni è trainato dai bonus edilizi, superbonus 110% compreso. Quest’ultimo ha determinato effetti positivi sul fatturato per il 49,4% delle micro-piccole imprese delle Costruzioni lombarde e il 50,4% di quelle bergamasche. Si attesta al 65% la quota di piccole imprese lombarde del settore che lavorano con gli incentivi (65,7% a Bergamo).

 

Come dicevamo, per affrontare la crisi Covid-19 e restare competitive sul mercato il 55% delle MPI lombarde e il 54,5% delle bergamasche ha adottato, o intende adottare, una o più azioni di sviluppo che determinano metamorfosi più o meno rilevanti nel modo di fare impresa. Mentre la quota di MPI bergamasche che si dice propensa a voler effettuare almeno un investimento nel 2022 si attesta 65,1% dato superiore alla media lombarda del 62,9%. Per la maggiore esprimono la volontà di voler investire su capitale umano e formazione.

 

 

 

 

Sono diverse le difficoltà che mettono a rischio la ripresa, quelle maggiormente subite dalle MPI sono: elevato prezzo componenti energetiche (60,2% media Lombardia – 56,7% a Bergamo) e elevato prezzo materie prime (53,5% media Lombardia – 56,4% a Bergamo). Una MPI lombarda su tre segnala anche la difficoltà nel reperire personale e nel trovare competenze (31,2% media Lombardia – 34,8% a Bergamo) e la scarsità di materiale e i dilatati tempi di consegna della merce (28,2%).

 

 

 

Il balzo dei prezzi delle commodities energetiche sta portando la maggior parte delle MPI lombarde (54,4%) ad assorbire i maggiori costi per lo più riducendo i margini e scaricando una parte sul cliente finale. Nel 28,7% dei casi (28,1% a Bergamo) lavorano in perdita, nel 14,3% dei casi (14,5% a Bergamo) riducono o modificano l’orario di lavoro e nel 6,3% dei casi (7,5% a Bergamo) scelgono di non adempiere a contratti in essere.

 

Inoltre, altra criticità, che rende difficile fare impresa e che permane nonostante l’uscita dalla condizione di lockdown e la riduzione delle restrizioni riguarda la difficoltà nel relazionarsi con la P.A. come indicato da una MPI su 3 (27,2% media lombarda – 23,4% a Bergamo).

 

 

Scarica l’indagine completa che contiene anche i dati provinciali: CLICCA QUI

 

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