“Per “immaginare” il futuro delle imprese occorre partire dall’energia”. Questo il messaggio della nostra 77^ Assemblea Pubblica al Villaggio operaio di Crespi d’Adda
Fronteggiare il caro-energia e la crisi energetica con strategie di approvvigionamento lungimiranti, strutturate e di lungo periodo, partendo dagli esempi e dalle buone prassi del passato che ancora oggi hanno molto da insegnarci.
Strategie che devono portarci verso forme di autosufficienza energetica “green”, sostenibili e fondate sulle energie rinnovabili, per affrancarci dalla dipendenza dei paesi esteri: un esempio su tutti sono le comunità energetiche, ovvero l’aggregazione tra imprese, enti pubblici, associazioni e famiglie per autoprodurre energia pulita e ridurre così i relativi costi.
È il forte messaggio risuonato venerdì 22 ottobre, nella suggestiva location del Villaggio operaio di Crespi d’Adda, sito Unesco dal 1995, alla 77^ Assemblea Pubblica di Confartigianato Imprese Bergamo dal titolo “Passato e presente dell’energia nel Manifatturiero Italiano. Ma…quale futuro?”.
Assemblea che ha avuto l’onore di avere tra i suoi ospiti l’autorevole presenza del Ministro della Transizione Ecologica del Governo Draghi (collegato in videoconferenza) Roberto Cingolani e del presidente nazionale di Confartigianato Marco Granelli.
I lavori sono stati aperti dal direttore di Confartigianato Imprese Bergamo, Stefano Maroni che ha evidenziato la stretta attualità della tematica, “un tema, quello della crisi energetica e dell’approvvigionamento che è di drammatica attualità, i cui effetti stanno impattando in modo pesante sulle imprese e sulle famiglie (e spesso, quando parliamo di artigianato e MPMI, famiglia e impresa costituiscono un tutt’uno)”.
Maroni ha ricordato come quest’anno, l’Assemblea sia eccezionalmente inserita nella 14ª Settimana per l’Energia, la kermesse sulla green economy e la sostenibilità, che proseguirà fino al 28 ottobre, sotto il titolo “Crisi Energetica e Transizione Ecologia”. Una manifestazione diventata a tutti gli effetti evento regionale grazie al coordinamento di Confartigianato Lombardia.
“Il nostro principale obiettivo – ha concluso Maroni – rimane sempre quello di essere al fianco delle nostre imprese e aiutarle, dove possibile, a immaginare un futuro dove l’Energia continuerà ad essere una leva di sviluppo economico del nostro territorio e un’opportunità per chi investe la propria professionalità sul tema dell’efficientamento”.
I SALUTI DELLE AUTORITÀ
Molte le autorità del mondo politico, istituzionale, economico e sociale presenti in sala.
Dopo i saluti dell’Amministrazione comunale di Capriate San Gervasio portati dal sindaco Vittorino Verdi, si sono alternati per un breve intervento l’assessore alle Infrastrutture Trasporti e Mobilità sostenibile di Regione Lombardia Claudia Maria Terzi, il presidente della Provincia di Bergamo Pasquale Gandolfi, l’onorevole bergamasca Rebecca Frassini, il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, il rettore dell’Università di Bergamo Sergio Cavalieri e il segretario generale della Curia Vescovile monsignor Giulio Dellavite.
Tra i presenti, anche il bergamasco Franco Bettoni, presidente nazionale dell’Inail e il presidente di Confartigianato Imprese Lombardia Eugenio Massetti.
UNA VOCE (E UN ESEMPIO) DAL PASSATO: CRISTOFORO BENIGNO CRESPI
Momento centrale dell’Assemblea, la relazione del presidente Giacinto Giambellini che ha esordito spiegando il motivo per cui si è deciso di tenere il principale appuntamento statutario di Confartigianato in un luogo così originale e inconsueto come Crespi d’Adda. E per farlo ha voluto che fosse la “voce” del suo stesso fondatore a raccontarlo. Ha quindi lanciato un video in cui, come in un viaggio nel tempo, l’ideatore dell’opificio e del villaggio, Vittorio Benigno Crespi, ha percorso la sua straordinaria storia umana e imprenditoriale.
Una storia nella quale anche tanti artigiani si sono potuti rispecchiare. Partito da una piccola tintoria di famiglia, con tanta tenacia, gavetta, duro lavoro, lungimiranza e visionarietà è riuscito a creare la sua impresa. E, con essa, il villaggio per i suoi dipendenti, perfettamente autonomo anche sotto il profilo energetico, anticipando quel concetto di welfare aziendale di cui ancora oggi stiamo parlando. Nel suo racconto tocca anche l’argomento del passaggio generazionale (altro tema di strettissima attualità che le nostre aziende si trovano a dover affrontare), di quando cioè la gestione dell’opificio è passata a suo figlio.
Un grande sogno che si è realizzato, quindi, ma sempre tenendo i piedi ben piantati per terra, mostrando quella concretezza tipica dell’imprenditore artigiano. Perché, come Cristoforo Benigno Crespi sottolinea alla fine del video, “non sarò un parroco, un avvocato, né un ragioniere. Ma sono un cotoniere. Un cotoniere, un ottimo cotoniere. Uno dei primi cotonieri…”.
LA RELAZIONE DEL PRESIDENTE GIACINTO GIAMBELLINI
Ed è proprio partendo da queste immagini cariche di emotività e significato, che il presidente Giacinto Giambellini è entrato nel vivo del suo discorso, incentrato sulla domanda “Come possiamo immaginare il futuro energetico del nostro paese?”.
“È impressionante poter constatare quanto possano essere attuali i pensieri e le parole di un imprenditore nato ormai quasi 200 anni fa” ha detto, ricordando che il motivo per cui Crespi è diventato patrimonio dell’umanità è stata la capacità di aver saputo coniugare con armonia le diverse sfaccettature della vita sociale: il lavoro, l’energia, il tempo libero, il profitto, la famiglia.
“Ecco perché siamo qui oggi: per tentare di trovare soluzioni armoniose di fronte ai grandi cambiamenti del nostro secolo. Ai tempi di Crespi il problema era coniugare lavoro e dignità del lavoratore; oggi, data per assodata la dignità del lavoratore, la questione è coniugare lavoro e ambiente”.
Alla base della costruzione del futuro c’è sempre l’energia, senza la quale non si produce, non c’è lavoro e la società stessa non può reggere. Ma quando il costo dell’energia arriva alle stelle, come stiamo vedendo, anche il rischio di tensioni sociali si farà sempre più concreto.
“Se il caro energia continua e ci risulta impossibile continuare a lavorare – ha detto il presidente – troverete anche noi artigiani in piazza. E quando chi da sempre ha lavorato si mette a protestare sul serio, la situazione può diventare veramente drammatica”.
Ma allora, come possiamo immaginare il futuro energetico del nostro paese? Giambellini ha ricordato quanto Confartigianato Bergamo, già 14 anni fa, con la prima edizione della Settimana per l’Energia (intitolata “Il risparmio energetico e le fonti rinnovabili: sostenibilità ambientale ed opportunità di sviluppo economico per le imprese artigiane”) fosse stata pionieristica.
“In questi anni – ha aggiunto – abbiamo fatto i pionieri su temi come l’economia circolare, le smart cities, la mobilità elettrica, l’efficientamento energetico. Ma adesso non è più il momento di riflettere su cosa bisogna fare in teoria, bensì su come bisogna farlo in pratica. Le risposte al ‘cosa bisogna fare’ in questi quattordici anni ce le siamo date, chiediamo semplicemente che ci vengano dati gli strumenti utili per mettere in pratica queste idee”.
E la principale risposta che Confartigianato Imprese Bergamo propone per risolvere la crisi energetica e avviare la transizione ecologica, è racchiusa in due parole: comunità energetiche. Quindi, favorire l’associazione tra cittadini, pubbliche amministrazioni locali e piccole e medie imprese che decidono di unire le proprie forze per dotarsi di uno o più impianti condivisi per la produzione e l’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili. Un meccanismo che porta tre tipi di benefici: ambientali, economici e sociali, dati dalla condivisione degli incentivi e dei profitti economici generati dalla comunità energetica.
“All’interno di tutto il territorio bergamasco esiste già un insieme di luoghi che si prestano alla loro costituzione: i PIP – piani per gli insediamenti produttivi, che possono veramente costituire la chiave di volta per rendere le comunità energetiche un fenomeno di massa, andando così a moltiplicare i loro molteplici effetti benefici. Solamente nella provincia di Bergamo, i PIP ricoprono un’estensione di più di 2 milioni di metri quadri: pensate a quanta energia potrebbe essere prodotta; energia che andrebbe direttamente alle aziende e che andrebbe a illuminare e scaldare le case dei Comuni poco distanti”.
Però, tra il dire e il fare c’è sempre di mezzo il mare, che in questo caso si chiama burocrazia. Il presidente a questo proposito ha messo in evidenza i troppi paletti che rischiano di minare fin da subito la loro costituzione. E, rivolgendosi al mondo politico, ha quindi esposto tre richieste da parte del mondo artigiano. Una è appunto sveltire la burocrazia in merito alla costituzione e allo sviluppo delle comunità energetiche. La seconda riguarda le politiche attive del lavoro, perché le aziende faticano a trovare personale: “In questo campo occorre rivedere il reddito di cittadinanza trasformandolo in lavoro di cittadinanza e in reddito di sussistenza per le persone veramente bisognose che non sono in grado di lavorare. Ma anche affinare il percorso di studi con scambi concreti tra scuola e mondo del lavoro, defiscalizzando dai contributi INPS che INAIL i giovani di primo impiego e favorendo il pensionamento con lo scambio generazionale”.
La terza richiesta, infine, è l’abbattimento del cuneo fiscale “che porterebbe enormi benefici non solo alle imprese ma anche ai lavoratori”.
Il presidente ha concluso la relazione con un’avvertenza: “Grazie all’UE e al PNRR nei prossimi anni in Italia verranno investiti a vario titolo 200 miliardi di euro, 70 miliardi solo nella transizione energetica. Le politiche se fatte bene, fanno bene, ed è difficile che si presentino tempi migliori di questi per fare un salto di qualità e aiutare veramente le imprese nella transizione. Se il Sistema Paese c’è, noi ci siamo”.
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L’INTERVENTO DEL MINISTRO ROBERTO CINGOLANI
È stata quindi la volta dell’atteso intervento, in collegamento video, di Roberto Cingolani in quella che è stata la sua ultima uscita pubblica da ministro della Transizione Ecologica. Un intervento incentrato sulla domanda “Quale futuro per le politiche energetiche?” a cui il pubblico ha tributato un lungo applauso.
Cingolani ha insistito sul fatto che quella delle politiche energetiche è una materia che richiede pragmatismo e che, per la sua complessità, deve essere scevra da incrostazioni ideologiche.
Ha ricordato che l’Italia è l’unico Paese in UE che sta mantenendo gli obiettivi di decarbonizzazione, “con strategie che ci consentiranno di risparmiare” e che, nel giro di pochi mesi è riuscita a dimezzare la dipendenza delle forniture di gas dalla Russia.
“Oggi la nostra dipendenza dalla Russia si è assestata attorno al 18% – ha detto – ma l’obiettivo è di scendere ancora, fino all’8-9%, entro la metà del prossimo anno. Ci presenteremo quindi con un piano di risparmi che ci permetterà di affrontare con una certa tranquillità il prossimo inverno”.
L’ex ministro ha sottolineato il risultato ottenuto dal Consiglio europeo con l’impegno a fissare un tetto al prezzo del gas e le nuove misure per contenere i prezzi delle bollette per famiglie e aziende. È un primo passo verso un sistema energetico comune anche se l’UE aveva rischiato di spaccarsi.
“Abbiamo fatto una battaglia durissima e una lotta alla speculazione che si era creata attorno al prezzo del gas, ma alla fine l’abbiamo vinta nonostante due o tre Paesi fossero contrari: questa, tengo a sottolineare, non è solidarietà europea”.
Ha infine concluso affermando come la ricetta per uscire dalla crisi in modo strutturato è quella di arrivare ad avere un “menù energetico” il più ampio possibile “da lasciare in eredità alle nuove generazioni”, investendo in nuove tecnologie a bassissima carbonizzazione, compreso il nucleare di quarta generazione.
“Spero che il nostro Paese riprenda a produrre autonomamente il gas riducendo le importazioni, e che le rinnovabili continuino i ritmi crescenti che abbiamo percorso in questi ultimi due anni”.
Antonello Pezzini, Delegato CCMI-CESE, Comitato Economico e Sociale Europeo ha spiegato come la burocrazia continui ad essere un ostacolo alla piena esecuzione delle politiche energetiche europee e tra gli ostacoli figura anche l’inerzia di chi è chiamato a decidere: “La percezione del momento storico di trasformazione che stiamo vivendo non è così visibile da parte di chi, a livello periferico, è chiamato a decidere, perché non c’è quella sensibilità che invece mostrano di avere le imprese”.
Pezzini ha auspicato una omogeneità legislativa a livello europeo, per rendere “vive e attuabili” le grandi misure di sviluppo sostenibile contenute in documenti quali il Green New Deal e il RePowerUE.
“Dobbiamo stare attenti – ha esortato – perché è vero che il Governo sta diminuendo il cuneo fiscale, come tutti auspichiamo, ma sta spostando la fiscalità sulla Co2, ovvero sulle fonti derivanti dal carbonio: questo vuol dire che se non andremo avanti sulla strada delle forme alternative di energia, anche grazie a forme incentivanti come il 110%, incontreremo grossi problemi”.
LE CONCLUSIONI DEL PRESIDENTE NAZIONALE GRANELLI
È toccato infine al presidente nazionale di Confartigianato Imprese, Marco Granelli, concludere la giornata, insistendo sul valore delle persone che caratterizzano le imprese artigiane “le quali, anche nel periodo complicato della pandemia, hanno mostrato il loro ruolo di presidi delle comunità di cui fanno parte, quali attori sociali oltre che economici”.
Entrando nello specifico dei temi energetici e della sostenibilità, Granelli ha esortato a una maggiore coesione e collaborazione quale elemento indispensabile per vincere le sfide dell’innovazione: “Quello che ci frena – ha detto – è che siamo ancora molto individualisti, mentre oggi è il momento di stare uniti. Quando, come Confartigianato, abbiamo dato vita ai consorzi a cominciare dal consorzio energia CEnPI, o ai sistemi della bilateralità, siamo sempre stati vincenti. Dobbiamo quindi continuare su questa strada di coesione, perché è il valore aggiunto per affrontare queste nuove sfide”.
Il presidente nazionale ha anche ricordato, con orgoglio, come le imprese artigiane abbiano da sempre al centro l’attenzione all’ambiente e alla sostenibilità: “Il 66% delle aziende che riciclano sono nostre aziende e che quindi abbiamo un primato nel campo della rigenerazione dei rifiuti”.
Immancabile un appello al nuovo Governo, “a cui noi artigiani chiediamo concretezza e ascolto dei corpi intermedi, che sono stati un po’ bistrattati in passato. Ma anche una revisione della pressione fiscale che è veramente enorme. Oggi abbiamo anche grosse difficoltà a trovare figure da inserire nelle nostre aziende che abbiano confidenza con le innovazioni e le nuove tecnologia, ma anche di manodopera, in primis nel comparto delle costruzioni: per questo riteniamo necessarie politiche del lavoro che investano nella formazione, ma in una formazione che si incastri con le esigenze delle aziende”.
Al termine ha evidenziato come gli artigiani, nell’affrontare il futuro, possano contare sui valori che li contraddistinguono, quali creatività, qualità, unicità, bellezza, consapevolezza “che siamo i più bravi”. Da qui una nuova esortazione alla coesione: “Essere associazione è importante per portare avanti le nostre sfide dando anche uno sguardo di socialità per non lasciare indietro nessuno”.
BILANCIO SOCIALE
Durante l’assemblea è stato consegnato alle autorità presenti il Bilancio Sociale 2021 di Confartigianato Imprese Bergamo. Un documento che, grazie anche a una grafica di impatto con illustrazioni, numeri e tabelle, racconta in modo chiaro e puntuale le iniziative realizzate dall’Organizzazione a beneficio degli associati e degli stakeholder, dimostrando di continuare ad essere un punto di riferimento affidabile, professionale e solidale per tutti gli associati e per il territorio.