Il 2020 è stato caratterizzato da un profondo segno negativo nel settore grafico. Le attività in esame, in particolare tipografi e fotografi, sono state duramente colpite dalla crisi Covid-19. A seguito delle restrizioni alla mobilità e all’aggregazione per combattere l’epidemia si sono drasticamente ridotti eventi pubblici e celebrazioni quali battesimi, cresime, comunioni, si è registrato il dimezzamento (-47,5%) dei matrimoni, una riduzione al ritmo di 239 nozze in meno al giorno. Questo ovviamente si è tradotto in un calo di lavoro e di fatturato delle attività sopra citate. Nella crisi si è registrato anche un forte calo, pari al -14,1%, delle vendite al dettaglio dei prodotti di cartoleria, libri, giornali e riviste acuendo la crisi dell’editoria tradizionale innescata dalla crescita strutturale della fruizione digitale dei contenuti.
Il settore ha risento inoltre delle difficoltà del settore della pubblicità – che interessa la produzione di volantini, depliant, cataloghi e la realizzazione di shooting fotografici e della progettazione grafica – il cui fatturato è diminuito nel 2020 del 15,7%. La riduzione delle attività di comunicazione ha risentito del forte calo delle vendite al dettaglio (-5,4% con -12,2% per quelle non alimentari) e del turismo, sia per vacanza e per lavoro: si sono dimezzate (-53,3%) le presenze turistiche e crollate di oltre due terzi (-67,9%) quelle per viaggi di lavoro collegati a convegni, congressi, fiere e meeting aziendali.
Il comparto a fine 2020 ha contato 39.402 imprese, rappresentando un settore ad alta vocazione artigiana: le 24.702 imprese artigiane sono il 62,7% del totale, quota tripla rispetto al 21,2% del totale economia. Sono 25.662 i tipografi (55,3% nell’artigianato, pari a 14.198 imprese) e 13.740 i fotografi (76,4% nell’artigianato, pari a 10.504 imprese).
In termini occupazionali le imprese della tipografia e fotografia sommano 112.992 addetti e ben 8 su 10 (82,6%) sono in MPI con meno di 50 addetti, per un totale di 93.329 addetti. Nel dettaglio si riferiscono ai tipografi 93.712 addetti, otto su dieci (79,5%) in MPI (74.461 addetti) mentre ai fotografi afferiscono 19.280 addetti, quasi interamente (97,9%) in MPI (18.868 addetti).
I recenti dati pubblicati relativi ad un lavoro realizzato dall’ufficio Studi di Confartigianato in collaborazione con l’Osservatorio MPI Confartigianato Lombardia – ha messo in evidenza che le MPI della comunicazione – che si occupano di grafica e fotografia – hanno registrato per il fatturato del 2020 un taglio di un terzo (-33,7%) rispetto all’anno precedente, una riduzione di oltre otto punti più intensa del totale delle MPI (-25,5%). Tenuto conto che le MPI contribuiscono per quasi due terzi al fatturato del settore, si stima che le micro e piccole imprese che svolgono attività di tipografi e fotografi abbiano registrato una perdita di ricavi nel 2020 di 2.507 milioni di euro, di cui 2.268 milioni per i tipografi e 239 milioni per i fotografi.
L’indagine di Confartigianato ha evidenziato che metà (50,2%) delle MPI sono incerte sul futuro andamento del mercato per cui non sanno rispondere sul se e quando verranno recuperati i livelli di fatturato pre-emergenza Covid-19: rientrano in questo raggruppamento di imprese le MPI della comunicazione che si occupano di grafica e fotografia insieme al trasporto delle persone, all’area benessere (acconciatori ed estetiste) e alla moda, tutti settori maggiormente colpiti dalla crisi.