Conclusa con successo la 16^ Settimana per l’Energia e la Sostenibilità. A Bergamo la 35^ Conferenza Organizzativa sul ruolo del nucleare

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Si è conclusa con un bilancio più che positivo di 80 eventi in tutta Italia, e un grande numero di partecipanti (una media di 200 persone iscritte a ciascun evento, sia in presenza che online) la 16^ edizione della Settimana per l’Energia e la Sostenibilità, manifestazione ideata nel 2009 da Confartigianato Imprese Bergamo e rilanciata da due anni da Confartigianato a livello nazionale, che si è svolta dal 21 al 27 ottobre 2024.

La kermesse si è proposta di sensibilizzare imprese e cittadini su temi come l’energia, l’economia circolare e la transizione ecologica, attraverso un ricco programma di eventi, conferenze, workshop e visite guidate.

 

 

Dopo l’affascinante evento di apertura tenutosi a Milano il 17 ottobre (più in basso il link per rivederlo e la fotogallery), il corso Energy Specialist promosso da Bergamo Sviluppo (in programma dal 17 ottobre al 5 dicembre) e il seminario di lunedì 21 ottobre a Bergamo dedicato agli elettricisti sul tema della Norma CEI 64-8 (vedi più in basso una sintesi dell’evento), il principale evento bergamasco è stato, venerdì 25 ottobre, il convegno “Il ruolo del nucleare e dell’efficienza energetica nel futuro dell’Europa”, patrocinato dall’Ordine degli Ingegneri di Bergamo.

Si è trattato di un’importante occasione per approfondire il dibattito sulle sfide e le opportunità offerte dalla transizione energetica, con particolare attenzione all’efficienza e alla sicurezza energetica in Europa.

 

L’incontro, che ha costituito anche la 35ª Conferenza Organizzativa di Confartigianato Imprese Bergamo, ha esplorato l’energia nucleare vista come componente essenziale del mix energetico necessario per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità e come soluzione strategica per rispondere alla crescente domanda di energia globale.

 

 

A confrontarsi, nell’Auditorium Calegari di Confartigianato Imprese Bergamo, il Presidente Giacinto Giambellini, Giorgio Gori, Vicepresidente della Commissione ITRE (Industria, Ricerca e Energia) del Parlamento Europeo ed ex sindaco di Bergamo, insieme a esperti di tecnologia nucleare e sostenibilità energetica, tra cui i docenti del Politecnico di Milano Davide Chiaroni (Vice Direttore & Co-Fondatore del dipartimento di Energy & Strategy) e Marco Ricotti (Department of Energy, Nuclear Engineering Division), Roberto Adinolfi (Presidente di Ansaldo Nucleare) e Flavio Bregant (Ordine Ingegneri Bergamo).

 

 

Il presidente Giacinto Giambellini ha esordito ricordando come già nel 2010, durante una delle prime edizioni della Settimana per l’Energia, Confartigianato Bergamo avesse parlato di energia nucleare, tema che allora era molto più osteggiato rispetto ad oggi.

“Sono già passati 14 anni – ha detto – e sapete quanto è costato alle nostre imprese il fatto di non aver deciso di intraprendere questa strada allora? Considerando il costo europeo dell’energia, le piccole imprese italiane avrebbero potuto risparmiare 11 miliardi e 758 milioni di cui 310 milioni di euro solo nella provincia di Bergamo. Significa quasi 12 miliardi di euro di energia che sono stati spesi male, che hanno pesato negativamente sulla competitività del sistema Paese e che hanno rallentato la crescita delle nostre aziende. È per questo che, in maniera coraggiosa, anche oggi noi siamo qui per parlare di nucleare, di nucleare pulito, di nuova generazione, perché abbiamo perso troppo tempo”.

 

 

Davide Chiaroni, che ha anche svolto il ruolo di moderatore, ha aperto il suo intervento con una riflessione storica sulla transizione energetica, citando un discorso televisivo di Jimmy Carter del 1977 che sottolinea come questa necessità non nasce in questi ultimi anni.

Ma perché proprio adesso la transizione energetica è diventata un problema centrale?

Innanzitutto, Chiaroni ha dimostrato che l’impatto economico del cambiamento climatico sul prodotto interno lordo medio dei vari Stati determinerà un calo dello stesso che varierà dal -11% di continenti come l’Africa al -3% dei paesi europei.

Inoltre, ha evidenziato una maggiore consapevolezza da parte dell’opinione pubblica sulla problematica e la disponibilità di tecnologie più efficienti dal punto di vista economico.

Citando i dati dell’IEA (International Energy Agency) del 2023, Chiaroni ha descritto lo stato attuale del sistema energetico globale e gli obiettivi da raggiungere per una transizione energetica completa.

“Il nucleare – ha detto – è stato incluso nella tassonomia europea (Regolamento UE 852/2000), cioè nella classificazione delle attività economiche che contribuiscono agli obiettivi ambientali sulla base di criteri scientifici, e viene riconosciuto come parte integrante del mix energetico sostenibile.

Inoltre, benché il suo contributo sia ancora poco visibile, il nucleare ha un ruolo determinante anche nella produzione di idrogeno, che è una componente chiave per la decarbonizzazione.

E, infine, il nucleare sta cambiando taglia: l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) definisce i nuovi reattori come “piccoli” per potenze fino a 300 MW elettrici. Questo cambiamento consente di sfruttare la modularità dei reattori, che possono essere assemblati in fabbrica e trasportati sul sito di installazione”.

In conclusione, Chiaroni ha elencato una serie di parole chiave, considerate cruciali per il futuro dell’energia. Quelle positive sono: Mix energetico (necessario un bilanciamento tra diverse fonti di energia, inclusa quella nucleare), Cultura energetica (necessità di cambiare la percezione collettiva verso il nucleare) e Nuovi equilibri e compromessi (la transizione energetica richiederà compromessi soprattutto a livello politico e sociale). Quelle negative sono: NIMBY (Not In My Backyard – non nel mio giardino) e NIMTOO (Not In My Term Of Office – non durante il mio mandato elettorale): questi acronimi sottolineano le difficoltà di accettazione sociale e politica nell’implementazione di progetti nucleari o energetici in generale.

 

 

Giorgio Gori ha sottolineato il fatto che, se l’obiettivo è ridurre nel più breve tempo possibile l’innalzamento delle temperature limitando l’emissione di anidride carbonica, dobbiamo usare tutte le risorse che abbiamo a disposizione, dalle rinnovabili al nucleare.

“L’energia nucleare è un elemento di integrazione della grande spinta sulle rinnovabili, non sostitutivo – ha chiarito –. Se veramente abbiamo a cuore il contrasto al cambiamento del clima dobbiamo necessariamente metterci anche un pezzetto di nucleare, perché le rinnovabili sono altalenanti: ci sono solo in alcune fasce orarie, in alcune stagioni, in determinate condizioni, ovvero quando c’è vento, c’è sole, eccetera. Quindi, avere un elemento di stabilità che produca energia 24 ore su 24, 365 giorni all’anno, è fondamentale”.

Gori ha invitato anche ad uscire dall’immagine delle centrali nucleari di vecchia generazione, che oggi stanno lasciando il campo a impianti molto più piccoli e sicuri: “Le stesse scorie prodotte dalle centrali che si vanno progettando e costruendo in questi ultimi anni sono di minima quantità: il 90% delle scorie di una centrale di nuova generazione è paragonabile a quelle prodotte delle radiografie che facciamo in ospedale. Solo un 10% ha tempi di decadimento molto più lunghi e, quindi, vengono stoccati in fusti di cemento armato e messi sottoterra”.

Ha poi giudicato con favore l’apertura del governo italiano, col ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin, circa la possibilità di realizzare negli anni a venire delle piccole centrali nucleari, le quali hanno il vantaggio di avere costi più bassi, tempi di realizzazioni più brevi e anche una quantità di scorie più contenuta.

“Sappiamo che c’è molto pregiudizio su questo tema – ha aggiunto – ma mi sono stupito nel vedere che molti giovani, compresi quelli estremamente sensibili ai temi ambientali, su questo argomento hanno invece una grande apertura perché capiscono la sua necessità per raggiungere l’obiettivo di ridurre le emissioni di Co2. Dai sondaggi che ho visto recentemente, inoltre, la maggioranza degli italiani si dichiara favorevole al nucleare ed è forse anche per questo che il governo, sia pur timidamente, sta seguendo questa strada”.

Ha infine spiegato come nell’immediato futuro a necessitare di una quantità enorme di energia sarà l’intelligenza artificiale: si stima che nel 2040 tutta l’energia oggi prodotta nel mondo servirà solo per alimentare l’IA. Altro motivo che depone a favore di un mix energetico di cui il nucleare deve per forza esserne parte.

 

 

Marco Ricotti ha iniziato il suo intervento spiegando come l’occidente sia rimasto indietro di almeno 25 anni sul nucleare, rispetto agli Emirati Arabi (fatta eccezione per la Francia che ha fatto questa scelta già negli anni 70): per questo risulterà difficile, per noi, diventare subito performanti e competitivi, considerato che oggi servono almeno quattro o cinque anni per realizzare una centrale di piccole dimensioni.

Ricotti ha ricordato di essere appena rientrato da Vienna dove si è tenuta la prima conferenza internazionale sugli SMR (Small Modular Reactors) i piccoli reattori modulari di nuova generazione.

“Un primo dato molto significativo che vi porto da questo incontro – ha detto – è che l’Italia è stata la settima nazione europea per numero di presenze, un dato che ci fa guardare con positività al futuro del nucleare nel nostro Paese. Inoltre, è nata un’alleanza industriale sugli SMR voluta dalla commissione europea: ebbene, il secondo gruppo di questa alleanza, dopo la Francia, è italiano con oltre 50 aziende”.

Sui vantaggi del nucleare, Ricotti ha spiegato che il costo di produzione non è l’unico parametro da dover considerare.

Ci sono, infatti, altri due aspetti che depongono a favore: la stabilità nel tempo del prezzo (il prezzo dell’energia nucleare non fluttua seguendo l’andamento molto altalenante del petrolio o del gas) e la certezza della fornitura (le imprese energivore che hanno necessità di energia h24 possono fare affidamento su questa fonte).

Inoltre, tornando all’Italia, ha evidenziato come, grazie alla nostra capacità produttiva industriale, saremmo in grado di realizzare otto reattori all’anno: “Quindi, siamo già attrezzati e con tutte le competenze per poter affrontare questa sfida”.

Ha infine terminato il suo intervento ricordando l’aumento esponenziale dei laureati nelle sette università italiane che si occupano di energia nucleare: “Vi porto un dato che riguarda il Politecnico di Milano – ha concluso – e che rende bene l’idea di come la specializzazione sul nucleare sia in crescita: cinque anni fa avevamo soltanto cinquanta matricole, mentre tra quest’anno e l’anno prossimo ce ne saranno ben 150”.

 

 

Roberto Adinolfi ha invece affrontato gli aspetti tecnici e tecnologici del nucleare, ricordando come Ansaldo Nucleare stia guidando uno dei nove progetti selezionati dal Governing Board dell’EU Industrial Alliance, focalizzato sugli SMR e AMR, in sinergia con le energie rinnovabili.

In particolare, ha presentato l’innovazione degli SMR (Small Modular Reactors) e degli AMR (Advanced Modular Reactors, reattori modulari avanzati di quarta generazione) come un cambio di paradigma rispetto ai reattori di grande taglia, favorendo la decarbonizzazione e la stabilità del sistema elettrico, con oltre 80 progetti che si stanno sviluppando nel mondo.

Tra le caratteristiche peculiari del nuovo nucleare, ha detto, ci sono una maggiore sicurezza, un limitato consumo di suolo e di acqua per la produzione, e la riduzione dei tempi di costruzione, oltre al fatto non secondario che anche le scorie prodotte si possono a loro volta incenerire riducendole ulteriormente.

“La domanda di energia elettrica in UE e in Italia è destinata a raddoppiare entro il 2050 – ha rilevato – principalmente a causa dell’elettrificazione dei consumi (trasporti, residenziale, terziario) e del crescente bisogno di potenza per la digitalizzazione (Intelligenza Artificiale, High Performance Computing)”.

Ma quali sono, concretamente, i benefici per Italia?

Il nucleare potrebbe soddisfare nel 2050 il 10% della domanda di energia elettrica, integrandosi con lo sviluppo delle FER (fonti di energia rinnovabile) e contribuendo in maniera significativa alla decarbonizzazione.

“C’è anche un vantaggio in termini di competitività e costi – ha aggiunto –. Il nuovo nucleare può ridurre i costi di sistema (accumuli, reti di trasmissione) e stabilizzare i prezzi grazie alla sua affidabilità geopolitica. Ha inoltre capacità di produrre calore industriale e idrogeno utilizzabile per la decarbonizzazione di settori ad alta intensità energetica come acciaio, ceramica e cemento. E, ancora, il vantaggio di arrivare ad una autonomia energetica: i paesi che utilizzano l’energia nucleare hanno una minore dipendenza dalle importazioni elettriche”

Positive anche le ricadute in termini economici: la filiera industriale italiana del nucleare, composta da circa 70 aziende, è in grado di generare fino a 50 miliardi di euro di valore aggiunto entro il 2050, contribuendo al 2,5% del PIL italiano.

Adinolfi ha concluso elencando gli elementi essenziali per una seria politica sul nucleare, tra cui: sviluppo di un piano industriale, partecipazione a programmi internazionali, promozione dell’utilizzo di fondi comunitari, creazione di una NEPIO (Nuclear Energy Programme Implementing Organization) e realizzazione del Deposito Unico Nazionale per i rifiuti radioattivi, fino allo sviluppo di una cultura del consenso con un programma di comunicazione per la popolazione.

 

 

In conclusione, Flavio Bregant, portando i saluti del presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Bergamo, Diego Finazzi, ha invitato a un’operazione di trasparenza sul tema del nucleare.

Trasparenza che, ha evidenziato, deve riguardare non solo gli aspetti tecnici-tecnologici, ma anche la regolamentazione del mercato.

“Ci sono delle storture che devono assolutamente essere corrette. Per esempio, noi stiamo continuando a pagare il costo delle centrali a gas ma anche il costo delle quote di emissione di energia elettrica che le nostre Valli producono, e che incide in modo notevole. Altro tema è quello dei certificati energetici di origine: se importiamo energia nucleare dalla Francia, siamo infatti costretti a comprare a parte anche il certificato di origine, perché ancora non esistono i certificati di origine nucleare. Anche questa situazione va sistemata al più presto”.

Bregant ha infine invitato a una operazione di comunicazione-verità: “Veniamo da decenni di comunicazione sbagliata sul nucleare, che ha terrorizzato le persone, dove i rischi e i problemi legati per esempio alle centrali che esplodono o alla gestione delle scorie sono stati sempre minimizzati. Per questo rivolgo un plauso a Confartigianato Bergamo perché ha voluto parlare di questo tema in tutta trasparenza”.

 

Giambellini ha chiuso la serata sottolineando la portata informativa dell’incontro.

“Vi voglio lasciare con un esempio recente ma che ci fa capire l’urgenza del tema di cui abbiamo parlato. Per ben quattro giorni un intero paese come Cuba è rimasto completamente al buio, senza corrente. È inaccettabile nel 2024 e noi, come sistema paese, a queste eventualità dobbiamo pensarci”.

 

Rivedi il video completo della Conferenza Organizzativa di Confartigianato Imprese Bergamo

 

 

 

 

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17 ottobre

Presentazione nazionale a Milano

Convegno: La sfida delle transizioni nelle prospettive dello sviluppo”

La Settimana per l’Energia e la Sostenibilità si è aperta a Milano il 17 ottobre presso Palazzo Giureconsulti, con un evento dedicato alla “sfida delle transizioni nelle prospettive dello sviluppo”. L’incontro ha invitato a riflettere su un modello di società che, troppo spesso, ha privilegiato il profitto economico a scapito dell’ambiente e del benessere sociale.

 

Ha inaugurato l’evento il presidente nazionale di Confartigianato, Marco Granelli, che ha ricordato le origini della manifestazione, nata nel 2009 a Bergamo.

Sono intervenuti: la Ministra del Lavoro, Elvira Calderone con un video-messaggio; Andrea Prete, presidente di Unioncamere; Paola Rusconi, coordinatrice del marketing e business development di Intesa San Paolo; Licia Colò, conduttrice televisiva e divulgatrice ambientale; Francesca Ferrazza, head of Magnetic Fusion Initiatives di ENI Spa; Amalia Ercoli-Finzi, ingegnere spaziale soprannominata “la signora delle stelle”, e la figlia Elvina Finzi, ingegnere nucleare; Chiara Montanari, esploratrice e capo spedizione in Antartide.

Ha chiuso i lavori, Eugenio Massetti, presidente di Confartigianato Imprese Lombardia.

 

CLICCA QUI per sapere di cosa si è parlato e rivedere l’evento su youtube

 

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21 ottobre 2024

Convegno: Norma CEI 64-8 – “Impianti elettrici a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua” in vigore dal 1° novembre 2024

Il seminario, organizzato lunedì 21 ottobre 2024 nell’ambito della settimana per l’Energia e la Sostenibilità da Confartigianato Imprese Bergamo in collaborazione con l’Ordine dei Periti industriali della Provincia di Bergamo, ha approfondito i cambiamenti introdotti dalla nona edizione della norma CEI 64-8 sugli impianti elettrici con tensione non superiore a 1000 V in corrente alternata e 1500 V in corrente continua, la cui entrata in vigore dal 1° novembre 2024 avrà un impatto significativo sulle aziende operanti nel campo dell’installazione, manutenzione e progettazione di impianti elettrici, rendendo fondamentale l’adeguamento ai nuovi requisiti per garantire sicurezza e conformità legislativa.

 

CLICCA QUI per sapere di cosa si è parlato

 

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Sintesi dell’edizione 2024

L’edizione 2024 della Settimana per l’Energia e la Sostenibilità ha promosso 80 eventi realizzati in 50 sedi territoriali di 19 regioni tra convegni e seminari (in presenza e online) su temi specifici come la transizione green, le energie rinnovabili, l’efficienza energetica e l’economia circolare; mostre ed esposizioni per presentare tecnologie, prodotti e progetti innovativi; attività formative per sensibilizzare su comportamenti più sostenibili nelle attività d’impresa; workshop pratici, proiezioni di documentari e visite guidate, organizzati dalle diverse associazioni territoriali del Sistema Confartigianato.

 

Le iniziative, 28 delle quali trasmesse in diretta streaming, hanno visto la partecipazione di 7.500 persone, con il coinvolgimento di 300 studenti, e hanno interessato 45.000 imprenditori.

 

La manifestazione è stata realizzata con il partenariato con Unioncamere e il coinvolgimento diretto del Sistema Camerale e ha rappresentato un’opportunità di confronto tra imprese, istituzioni, esperti italiani e internazionali per esplorare le traiettorie di un nuovo modello di sviluppo economico e sociale.

 

10, in particolare, gli eventi realizzati in collaborazione con Unioncamere, tra i quali la presentazione del “Report su energia e sostenibilità delle MPI a vocazione artigiana” curato dall’Ufficio Studi di Confartigianato.

 

Appuntamento al prossimo anno con l’edizione 2025!

 

Per informazioni visita il portale dedicato alla manifestazione: www.settimanaenergia.it.

 

 

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