Costruzioni – Verso la legge di bilancio. Bonus edilizia: i 10 motivi per la proroga

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La ripresa in corso potrebbe venire rallentata dal depotenziamento degli interventi fiscali espansivi che sostengono la crescita degli investimenti in abitazioni. Vanno nella direzione giusta le risoluzioni parlamentari sulla Nota di Aggiornamento al DEF 2021 (Nadef) approvate la scorsa settimana, nelle quali si indica la necessità di una proroga dei vari bonus edilizi.

 

Vi sono almeno 10 validi motivi per confermare nella prossima legge di bilancio il pacchetto di bonus edilizi.

 

  1. Ripresa trainata dalle costruzioni, necessarie per sostenibilità debito pubblico

La ripresa in corso, condizione per il miglioramento dei conti pubblici e la sostenibilità del debito pubblico, è trainata dal dinamismo degli investimenti in costruzioni. Un rallentamento del tasso di crescita dell’economia metterebbe a rischio la riduzione del rapporto debito/PIL.

 

  1. Non solo superbonus: ripresa in corso sostenuta da tutti i bonus edilizia

La ripresa nelle costruzioni è sostenuta, oltre che dal superbonus del 110% – che al 30 settembre registra oltre 46 mila interventi per 5,1 miliardi di euro per lavori già eseguiti – dal crescente utilizzo degli altri incentivi fiscali per l’edilizia: nei primi sette mesi del 2021 le entrate tributarie delle ritenute a titolo di acconto sui bonifici per beneficiare di oneri deducibili o detrazioni – prevalentemente generate da incentivi per ristrutturazioni ed ecobonus – salgono del 23,9% rispetto alla media del triennio pre-Covid-19 (2017-2019).

 

  1. Le detrazioni per le ristrutturazioni sostengono l’87% degli investimenti incentivati

Il bonus casa è di grande importanza per l’attivazione della domanda: secondo l’ultimo rapporto della Camera dei deputati sugli incentivi per il recupero e la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio, le detrazioni per il recupero edilizio determinano l’87,2% degli investimenti incentivati e mediamente attivano 22,3 miliardi di investimenti all’anno, il 45% in più dei 15,36 miliardi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per gli interventi per l’efficienza energetica e riqualificazione degli edifici.

 

  1. Espansione fiscale della manovra 2022 garantititi solo da proroga bonus edilizi

La manovra 2022-2024 dovrebbe accelerare la dinamica degli investimenti in costruzioni, il cui tasso di crescita annuo nel periodo passa dal +4,6% all’anno a politiche invariate, al +5,1% comprendendo gli effetti della prossima legge di bilancio, come documentato nell’ultima Nota di aggiornamento al DEF. Per sostenere questo alto profilo della crescita appare necessaria – come ha già indicato dal Parlamento – la proroga dei bonus edilizi per le abitazioni.

 

  1. Ampio consenso in Parlamento per la proroga

Come anticipato in apertura di questo articolo, le risoluzioni sulla Nota di aggiornamento al DEF approvate da Camera e Senato hanno indicato la proroga dei vari bonus edilizi (qui il resoconto della seduta del Senato dello scorso 6 ottobre con votazione della risoluzione).

 

  1. Parco edilizio è vetusto, con scarsa performance energetica

Gli interventi sul parco edilizio, sostenuti dagli incentivi fiscali, sono essenziali per la transizione ecologica. Oltre il 65% della superfice delle abitazioni esistenti ha più di 45 anni, ovvero è precedente al 1976, anno della prima legge sul risparmio energetico. Le detrazioni, in articolare quelle previste dal bonus facciate, migliorano della qualità dell’ambiente delle città e riducono le situazioni di degrado.

 

  1. La riqualificazione degli edifici è essenziale per la transizione green

Il settore civile pesa per il 38% della riduzione totale di emissioni previste da Piano nel prossimo decennio. Nello scenario delineato dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC), il contributo più significativo alla riduzione delle emissioni è rappresentato dai settori dei trasporti (al 2030 in riduzione per 21 MtCO2eq rispetto allo scenario base del 2020) e dal civile, residenziale e terziario; in quest’ultimo settore la riduzione delle emissioni di 20 MtCO2eq, pari al 27,8% in meno, riflette “l’accelerazione attesa nel ritmo di efficientamento degli edifici esistenti, rafforzata da una maggiore diffusione di interventi di riqualificazione profonda“.

 

  1. Creazione di occupazione

Secondo il rapporto della Camera dei deputati sugli incentivi orientati al recupero e la riqualificazione energetica degli edifici, infatti, “gli investimenti attivati attraverso le detrazioni fiscali assorbono, considerando anche l’indotto delle costruzioni, 382 mila occupati in media annua”. Gli effetti anticiclici degli interventi fiscali sono necessari per rilanciare la filiera dell’edilizia che nell’arco del decennio pre-Covid-19 ha perso 935 mila occupati.

 

  1. Sostegno ad un comparto con imprese ad alta crescita della produttività

La crescita economica indotta dagli incentivi fiscali si associa ad un marcato aumento della produttività: nell’arco dell’ultimo quinquennio (2015-2020) il valore aggiunto per ora lavorata nelle costruzioni sale del 6,1% a fronte di un +1,3% della media dell’Ue a 27.

 

  1. Gli incentivi interessano una filiera con oltre 2 milioni di addetti, più di 8 su 10 nelle MPI

Gli effetti degli interventi sulle detrazioni edilizie ricadono su una ampia platea di imprese della filiera – che comprende edilizia, installazione di impianti e altri lavori specializzati nelle costruzioni, produzione di manufatti per l’edilizia e i servizi immobiliari e degli studi professionali di ingegneria e architettura – che danno lavoro a oltre 2 milioni di addetti, con un’alta presenza di micro e piccole imprese: più di 8 occupati della filiera su 10 sono impiegati in MPI.

 

 

L’analisi sui bonus edilizi nella rubrica dell’Ufficio Studi su QE-Quotidiano Energia

 

 

Per informazioni:
Ufficio Aree di Mestiere – Marco Trussardi (tel. 035.274.355; e-mail: marco.trussardi@artigianibg.com).

 

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