Confartigianato Bergamo, insieme a Lia Bergamo, ha aperto la sfida verso la sostenibilità con un progetto che vuole diventare un esempio di coesione, coraggio e collaborazione per tutti.
Stiamo parlando del Gruppo di Autoconsumo Collettivo di energia rinnovabile da fotovoltaico, realizzato nel PIP artigianale di via delle Canovine al civico 46 a Bergamo e inaugurato lo scorso 26 giugno, nato da un’idea di Confartigianato Imprese Bergamo e che ha visto LIA – Liberi Imprenditori Associati nel ruolo di promotore e realizzatore del progetto.
Il luogo scelto per l’iniziativa è un centro servizi che ospita diverse attività appartenenti al mondo dell’artigianato e del terziario, oltre alla sede della LIA.
Il progetto, che permetterà di ottenere notevoli risultati in termini di risparmio ed efficientamento energetico, è il frutto di un percorso cominciato nel 2021, che ha portato 13 dei 16 proprietari degli spazi ad unirsi per la creazione del Gruppo di Autoconsumo.
A differenza delle CER (Comunità Energetiche Rinnovabili) il Gruppo di Autoconsumo Collettivo richiede che le aziende partecipanti occupino lo stesso edificio. Inoltre, non è necessario creare un nuovo soggetto giuridico che debba avere la piena disponibilità dell’impianto, in quanto i proprietari sono gli stessi condomini, l’impianto fotovoltaico è nella disponibilità dell’autoconsumatore, servono almeno due consumatori e ogni utente resta libero di scegliere il proprio fornitore.
Fin dalla prima fase le aziende sono state supportate tecnicamente dal team di professionisti di Efase, società di consulenza energetica.
I vantaggi del progetto, che hanno spinto le aziende ad aderire, sono il risparmio sui consumi energetici unito alla consapevolezza di attivare un percorso di efficientamento energetico degli immobili che soddisfa i parametri ESG (il “rating di sostenibilità” che esprime l’impatto ambientale, sociale e di governance di una impresa o di una organizzazione che opera sul mercato).
Al taglio del nastro sono intervenuti il presidente di Confartigianato Imprese Bergamo Giacinto Giambellini insieme al direttore Stefano Maroni, il presidente della LIA Marco Amigoni insieme al direttore Pietro Bonaldi, l’ing. Federica Bassini, direttore di Efase e l’amministratore del Condominio Enrico Nüsperli.
A illustrare il progetto l’ing. Bassini: «L’impianto fotovoltaico, installato sull’intera copertura del condominio, ha una potenza pari a 68 kWp con una produzione annua di 75.623 kWh, di cui oltre il 99% viene prelevato dagli utenti per l’autoconsumo collettivo, pari al 16% del fabbisogno complessivo, grazie al riconoscimento dell’incentivo per l’energia condivisa. La soluzione messa in atto consente in futuro di ampliare o ridurre i partecipanti al progetto. Le difficoltà non sono state tanto sul fronte dell’adesione dei partecipanti che, una volta conosciuti i vantaggi dell’iniziativa, hanno subito dimostrato grande collaborazione, ma sono state legate alle lungaggini burocratiche e alla confusione normativa sul tema, che hanno richiesto fino a tre anni di lavoro e numerosi incontri.»
«Siamo orgogliosi ed emozionati di poter finalmente inaugurare, dopo un lungo percorso, questa importante iniziativa di autoconsumo collettivo di energia rinnovabile in città, della quale siamo stati i “progenitori” – ha commentato il presidente di Confartigianato Imprese Bergamo Giacinto Giambellini. Ritengo infatti che la risposta di noi artigiani alla crisi energetica, all’impennata dei costi e alle necessarie sfide della transizione ecologica possa (anzi, debba) partire da progetti concreti di comunità e di sinergia tra imprese, come questa iniziativa ha dimostrato. Uno dei nodi resta la scelta del luogo adatto dove installare l’impianto di produzione, che dev’essere ovviamente in prossimità dei consumatori. Credo che i PIP – Piani per gli insediamenti produttivi, così capillarmente diffusi sul nostro territorio (solo nella nostra provincia ricoprono un’estensione di oltre di 2 milioni di metri quadrati!) possano veramente essere il riferimento per rendere le comunità energetiche e i gruppi di autoconsumo un fenomeno di massa, andando a moltiplicare i loro molteplici effetti benefici per la comunità. Dobbiamo valutare i PIP uno per uno, analizzarne la fattibilità anche attraverso la richiesta di contributi. E possiamo farlo insieme alla LIA e alle altre organizzazioni dell’artigianato, considerato che le nostre associazioni, unite, rappresentano oltre 30.000 imprese, e con la collaborazione delle Istituzioni. Ne abbiamo il dovere e la responsabilità: chi deve farlo se non noi?».
«Approfondendo la normativa, ci siamo convinti del potenziale di questa soluzione e, come Associazione, abbiamo promosso l’iniziativa all’interno dell’immobile in cui si trova la nostra sede – ha precisato il presidente della LIA Marco Amigoni -. Tuttavia, nonostante le condizioni favorevoli, realizzare una comunità energetica significava affrontare incertezze dovute alla sua natura sperimentale. Gli aspetti tecnici e l’elemento di novità hanno pertanto richiesto diversi incontri di approfondimento tra gli imprenditori e i professionisti che ci hanno supportato, ma alla fine l’iniziativa ha ottenuto l’adesione di quasi tutte le aziende. Certamente questo investimento potrà restituirci risultati favorevoli sia sotto l’aspetto ambientale che economico, e voglio sottolineare il ruolo esercitato dalla nostra Associazione nel promuovere l’iniziativa. Credo fermamente che le organizzazioni di rappresentanza possano giocare un ruolo primario nell’attivare percorsi innovativi volti a sostenere processi complessi e delicati, come quello della transizione energetica. L’intervento realizzato è solo il punto di partenza di un progetto più ampio. L’obiettivo è quello di estendere l’iniziativa per creare una Comunità Energetica che coinvolga il maggior numero tra tutte le 140 imprese presenti nel PIP di Bergamo».
A tenere a battesimo il progetto, insieme all’assessora alla transizione ecologica, ambiente e verde Oriana Ruzzini, anche la neosindaca di Bergamo Elena Carnevali.
«Un plauso all’iniziativa e a Confartigianato e Lia per un progetto che ha richiesto coraggio e capacità di fare cordata, oltre che competenze. Trasferire i consumi dalle fonti energetiche fossili alle fonti alternative è importante anche per la città – ha ricordato Carnevali –, e rientra nel percorso che sta affrontando il Comune di Bergamo che nell’aprile 2024 ha siglato il Climate City Contract, il patto territoriale che vede 112 città scelte dall’Unione Europea guidare la sfida alla decarbonizzazione: Bergamo è una delle 9 città italiane impegnate in questo ambizioso obiettivo, con l’intento di abbattere, da qui al 2030, 460 mila tonnellate di CO2”.