I RISULTATI DELL’INDAGINE DI CONFARTIGIANATO LOMBARDIA SUGLI EFFETTI DEL CORONAVIRUS SULLE IMPRESE. A BERGAMO TRA MARZO E APRILE CALO MEDIO DEL FATTURATO DEL 57,8%.

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Le imprese artigiane bergamasche stanno soffrendo una crisi pesante che ha portato a maggio 2020 ad un calo del fatturato del 43,9% (in linea con la media regionale del 43,8), un dato che è migliore rispetto ai mesi precedenti, in quanto è stato rilevato nel momento in cui la quasi totalità delle MPI (94%) avevano riaperto.

Questi i primi dati emersi dall’indagine realizzata dall’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia sugli “Effetti del coronavirus sulle MPI lombarde’- 3^ edizione” che, dal 19 al 27 maggio, ha voluto fotografare la fase post lockdown, raccogliendo le risposte di oltre 2400 imprese lombarde tra cui 824 imprese bergamasche associate a Confartigianato.

 

I DATI DELLE IMPRESE BERGAMASCHE

 

Calo di fatturato Se il calo di maggio a Bergamo è stato del 43,9%, i cali precedenti erano stati molto più incisivi e superiori alle medie regionali. Il calo di marzo era stato infatti del 66,5% (mentre la media regionale era del 63,5%) e ad aprile era del 63% (mentre la media regionale era del 62,4%).

Dai dati emerge così che, complessivamente, nei tre mesi di marzo, aprile e maggio, le MPI bergamasche hanno registrato un calo di fatturato medio del 57,8% (rispetto a quello lombardo del 56,3%).

I settori lombardi per cui si rilevano cali di fatturato più ampi nel trimestre sono benessere, moda e legno-arredo.

 

 

Tempi del recupero del fatturato pre-covid Alla domanda “Entro quanto tempo ritiene potranno essere recuperati i livelli di fatturato pre-emergenza Covid 19?” il 55,1% degli imprenditori bergamaschi (contro la media regionale del 54,6%) ha espresso grande incertezza rispetto all’andamento futuro del mercato, mentre i restanti (44,9%) prevedono che saranno necessari 11 mesi per poter recuperare i livelli di fatturato pre-emergenza sanitaria.

Le MPI che ritengono di aver bisogno di più tempo per poter rialzare la testa sono quelle della comunicazione, del noleggio autobus con conducente e dei Taxi e NCC che risentono della mancanza di eventi e dell’appiattimento del turismo due asset rilevanti del loro business.

 

 

Segnali diffusi di resilienza tra le MPI bergamasche – Rispetto al prossimo futuro, entro i prossimi 12 mesi, più di un’impresa bergamasca su due (56,7%, media regionale 56,2%) è orientata ad attivare almeno un cambiamento reattivo, in particolare: attivare nuovi canali di vendita (24,9% delle imprese rispondenti alla domanda) cambiare l’organizzazione interna (orari, modalità di lavoro, etc.) (21,6%), ampliare il numero di committenti (18,8%), attivare nuove relazioni tra imprese (18,2%). entrare in nuovi mercati (15,8%) e acquistare materie prime e semilavorati su nuovi mercati (11,6%).

 

 

Intensificato l’uso di tecnologie digitali Durante l’emergenza il 54,5% delle micro-piccole imprese bergamasche (contro il 53,1% lombardo) hanno attivato e/o migliorato e/o intensificato l’utilizzo di una o più tecnologie digitale (sito web, social network, piattaforme di videoconferenze, formazione on-line e e-commerce). Di queste imprese una quota più elevata (75,7%) ha incrementato l’utilizzo di uno o più strumenti digitali, il 31,3% ne ha ampliato le funzionalità mentre il 27,4% ha attivato uno o più strumenti digitali prima non presenti in azienda.

I social network, sia durante il lockdown che in fase di riapertura, rappresentano per le imprese uno strumento di assoluta importanza per relazionarsi e fornire informazioni a clienti, fornitori e dipendenti. Dispone di un profilo social il 65,5% delle MPI bergamasche intervistate e di queste la maggior parte si serve dello strumento principalmente per mantenere relazioni con i clienti finali. A seguito dell’emergenza sanitaria l’utilizzo dei social network è fortemente aumentato: il 50,1% delle MPI durante l’emergenza ha intensificato l’utilizzo per poter comunicare con clienti, fornitori e dipendenti.

 

 

La solidarietà artigiana: 1 MPI su tre durante l’emergenza ha contributo ad aiutare la comunità in cui opera e vive – Tra i segni distintivi delle imprese artigiane bergamasche e lombarde vengono riconosciuti il radicamento nel territorio, l’offerta di beni e servizi di utilità sociale, l’integrazione sociale e gli atteggiamenti di mutualità e sussidiarietà. Lo dimostra il fatto che durante l’emergenza, seppur in situazione di difficoltà, il 34,2% delle MPI bergamasche intervistate (contro la media lombarda del 32,7%) ha svolto una o più azioni solidali.

 

Nel dettaglio, di queste imprese, il 38,3% ha partecipato a iniziative per sostenere fasce di popolazione più deboli, il 21% ha donato prodotti e/o servizi dell’impresa, il 20,2% ha contribuito alla realizzazione di strutture sanitarie per affrontare l’emergenza, il 18,1% ha donato dispositivi di protezione.

A questi si aggiunge un 18,5% di MPI che hanno indicato la risposta “altro”: si tratta di imprenditori che: hanno realizzato donazioni ad ospedali, protezione civile, croce rossa, Regione Lombardia e onlus; si sono resi disponibili per interventi su pubbliche strutture ospedaliere e di primo soccorso; hanno partecipato alla distribuzione di alimenti al banco alimentare; hanno donato tessuto per mascherine al comune; hanno effettuato la produzione di valvole dei respiratori attraverso la stampa 3d; hanno proposto riparazione per veicoli di soccorso senza imporre costi di mano d’opera; hanno realizzato mascherine e dispositivi di protezione per la protezione civile e il comune; e hanno offerto servizi di pulizia agli ospedali effettuando ritiro, sanifica e riconsegna di strumenti e ossigenatori a titolo volontario.

Ricordiamo in quest’ambito che nella nostra provincia sono stati oltre 300 gli imprenditori artigiani che, su invito di Confartigianato Imprese Bergamo, hanno partecipato gratuitamente alla realizzazione e allestimento dell’ospedale da campo ANA alla Fiera di Bergamo.

 

 

Il post-lockdown: le difficoltà nella delicata fase di riapertura – Nel mese di maggio ha riaperto il 53,7% delle MPI e imprese artigiane lombarde e a fine maggio le imprese aperte erano il 93,5%.

Sono diverse le difficoltà segnalate dalle imprese bergamasche nella delicata fase post- lockdown.

Sul fronte della riorganizzazione dell’attività in sicurezza la maggior parte delle MPI intervistate aperte ha segnalato per lo più l’elevata difficoltà nel reperire la strumentazione indispensabile per poter svolgere l’attività in sicurezza (67,3%) e gli elevati costi sostenuti per l’approvvigionamento di dispositivi di protezione e per l’attivazione di adeguate procedure per operare nel rispetto delle linee guida (39,2%).

Tra le ulteriori problematicità riscontrate nella fase di riapertura, dalle MPI bergamasche vengono principalmente indicate: l’assenza di ordini (65,8%), la mancanza di liquidità (66,8%), i mancati pagamenti di prodotti venduti/servizi resi (51,3%) e la riduzione/assenza di visite commerciali (49,4%), la chiusura prolungata dei negozi (42,9%), l’incremento dei prezzi delle materie prime (39,8%) e la difficoltà nel reperirle (39,1%).

 

 

La burocrazia ha aumentato la complessità, Confartigianato è stata un punto di riferimento fondamentale – In questo periodo di emergenza la burocrazia ha reso ancor più complesso ‘fare impresa’. In particolare le MPI hanno riscontrato un grado di complessità maggiore – considerato insostenibile e/o elevato – nell’accedere agli uffici degli enti pubblici, nel comprendere le numerose norme emanate da governo e regione, nell’adeguare le proprie attività alle normative in materia di salute e sicurezza, nel accedere e comprendere le modalità per la richiesta della garanzia fino ai 25 mila euro (ora 30.000) e nel preparare tutta la documentazione necessaria per accedere a misure di sostegno della liquidità e del credito.

 

 

A fronte di tutto ciò il ruolo dell’Associazione è stato più che mai fondamentale e di supporto – come indicato dal 92,3% delle imprese bergamasche – che si sono rivolte a Confartigianato Imprese Bergamo per orientarsi e comprendere le numerose norme che imponevano spesso obblighi a cui le imprese erano chiamate ad adeguarsi in tempi strettissimi, per poter accedere alle diverse misure di supporto messe in campo dalla Regione o dal Governo, per cogliere come riorganizzare l’attività e riaprire in totale sicurezza nel rispetto delle linee guida approvate dal Governo.

 

Per scaricare l’intera indagine dell’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia, con i dati regionali e di tutte le altre province CLICCA QUI

 

 

 

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