Il Covid-19 ha spinto una maggior platea di MPI all’utilizzo di strumenti digitali. I dati dell’ultimo sondaggio d’ascolto effettuato ad inizio febbraio dall’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia, a cui hanno partecipato circa 2 mila imprenditori lombardi, evidenziano infatti che la quota di MPI che a seguito dell’emergenza sanitaria utilizza almeno uno strumento digitale è salita di 10,6 punti passando da 53,8% a 64,4%. In particolare, rispetto al periodo pre-emergenza Covid-19, è cresciuta la quota di imprese che hanno usufruito di piattaforme per la formazione on line (+11,6%) e di piattaforme di conference call (+9,6%). Restano comunque gli strumenti più utilizzati il sito web (40%) e i social network (38%).
I dati Unioncamere – ANPAL, Sistema Informativo Excelsior riferiti all’intero anno 2020 permettono di cogliere un’altra evidenza, nel 2020 a fronte di una maggiore propensione verso il digitale per produrre, per comunicare e per vendere si osserva anche un incremento della quota di imprese di micro piccole dimensioni (1-49 dipendenti) che hanno effettuato investimenti in sicurezza informatica.
“La maggiore digitalizzazione delle nostre imprese porta con sé anche il tema fondamentale della sicurezza informatica: frodi, furti di dati sensibili, delitti e minacce informatiche sono purtroppo una parte tristemente concreta del mondo web, ed è indispensabile che le imprese si attrezzino, di pari passo con l’incremento dell’utilizzo delle tecnologie digitali, anche per tutelarsi su questo fronte”, afferma il Presidente di Confartigianato Lombardia, Eugenio Massetti”.
Le MPI lombarde che lo scorso anno (2020) hanno investito in sicurezza informatica, ritenendo questa tipologia di investimento di importanza medio-alta, sono il 38,0%, quota superiore di 6,5 punti percentuali rispetto a quella rilevata nel periodo pre-emergenza (2015-2019) del 31,5%. La maggiore propensione ad investire in sicurezza informatica nasce senza dubbio anche dalla necessità sempre maggiore di tutelare le informazioni d’impresa condivise e immagazzinate, in misura sempre maggiore, su dispositivi on line. Inoltre gli ultimi dati sui delitti denunciati dalle forze di polizia all’autorità giudiziaria indicano che nel corso degli anni sono stati proprio quelli informatici a crescere di più, conseguentemente ad un uso maggiore delle tecnologie. La Lombardia, prima regione per numero di delitti informatici e truffe e frodi informatiche denunciate, nel 2019 registra 42.304 casi, 8 anni prima (nel 2011) ne contava 18.313, 23 mila in meno. Il trend di crescita risulta costante durante tutta la serie storica in esame (2011-2019).
“In un mondo imprenditoriale sempre più interconnesso e digitalizzato diventa centrale proteggere informazioni d’impresa sempre più spesso condivise sul web – ribadisce la Presidente della Categoria ICT, Anna Maria Piccione – L’accelerazione della transizione digitale, spinta dalla pandemia in atto, fortunatamente ha portato anche una quota maggiore di piccole realtà imprenditoriali a prendere coscienza dell’importanza di questo aspetto e ad effettuare investimenti in sicurezza informatica.
Tale consapevolezza – prosegue la signora Piccione – va però maggiormente diffusa attraverso il rafforzamento di percorsi di accompagnamento e supporto delle imprese nella digitalizzazione. A fronte di ciò ci auguriamo che nel valutare dove allocare le risorse per dare il via al percorso di ripresa venga considerata la centralità del tema sicurezza informatica, fortemente correlato al digitale che come noto rappresenta uno dei pilastri centrali nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”.