L’Intergeneration economy: la risposta delle imprese alla sfida demografica

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Il panorama economico e lavorativo è in continua trasformazione, e il sistema imprenditoriale, in particolare quello artigiano e delle piccole imprese, si trova di fronte a una delle sfide più significative del XXI secolo: i cambiamenti demografici.

Un’elaborazione dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese propone un’analisi di questi fenomeni e introduce il modello dell’“Intergeneration Economy” come chiave per un futuro prospero, basato sul concetto che “L’impresa non ha età ma idee!”.

 

La “Glaciazione demografica”: un trend ineludibile

L’Italia sta affrontando una vera e propria “glaciazione demografica”.

Le proiezioni sono chiare: tra il 2025 e il 2050, il Paese vedrà una diminuzione di circa 6,7 milioni di occupati nella fascia 20-64 anni a livello nazionale, pari al 28,1% dell’attuale occupazione totale e quasi equivalente al numero di occupati dell’intero Nord-Ovest ad oggi.

Per dare un’idea dell’ordine di grandezza, nell’arco del solo triennio 2030-2033 è prevista una diminuzione degli occupati a livello nazionale pari agli abitanti della città di Milano (circa 868 mila persone).

 

Concentrandoci sulla Lombardia, la variazione attesa della popolazione in età lavorativa (20-64 anni) tra il 2025 e il 2050 è del -9,5%, che si traduce in 562 mila persone in meno.

 

Questo trend ha già un impatto tangibile sul tessuto produttivo: negli ultimi 10 anni, la quota di dipendenti con 55 anni e oltre è cresciuta 6,6 volte di più rispetto a quella degli under 30.

Questo divario è particolarmente accentuato nei settori a vocazione artigiana.

 

Difficoltà nel reperire personale qualificato

Le imprese della provincia di Bergamo, e le piccole imprese in generale, avvertono già la crescente difficoltà nel reperire personale qualificato.

A giugno 2025, il 52,7% delle assunzioni previste sono difficili da trovare a livello nazionale, e questa percentuale sale al 59,2% per le imprese artigiane.

Il 12% di queste difficoltà è attribuito all’inadeguatezza dei candidati, e si osserva che le competenze acquisite con i diplomi, in particolare quelli professionali, sono spesso utilizzate solo in misura ridotta a tre anni dal titolo.

L’adozione di schemi di pensionamento anticipato nelle piccole imprese può portare a criticità quali la perdita di competenze professionali (46,4%), la perdita di esperienza e storia aziendale (42,8%) e la difficoltà di sostituire le professionalità perse (39,6%).

 

 

L’Intergeneration economy: strategie per le imprese artigiane e piccole imprese

In questo scenario, l’“Intergeneration Economy” si presenta come un modello strategico per trasformare le sfide demografiche in opportunità. Si tratta di promuovere l’interazione e la valorizzazione delle competenze tra le diverse generazioni all’interno e all’esterno dell’impresa.

 

Ecco le strategie chiave che le imprese possono adottare:

 

➡️ Valorizzazione dell’esperienza senior

È fondamentale potenziare le misure che favoriscono la permanenza volontaria nel mercato del lavoro degli addetti più esperti. Il loro sapere deve essere valorizzato per la formazione continua e la trasmissione delle competenze tra le generazioni, un vero e proprio passaggio di testimone indispensabile per la continuità aziendale.

 

➡️ Attrazione e formazione dei giovani

I giovani, in particolare i diplomati, cercano sempre più flessibilità dell’orario di lavoro (45,4 % nel 2024), indipendenza o autonomia (53,6 % nel 2024) e mostrano una maggiore propensione al lavoro autonomo (34,5% nel 2024).

Le micro e piccole imprese (MPI) rappresentano una vera e propria “palestra per i giovani”, avendo registrato un aumento di +4,4 punti percentuali nei dipendenti under 30. Inoltre, i giovani under 30 sono fortemente orientati verso imprese socialmente e ambientalmente sostenibili, privilegiando “il pianeta prima del profitto”. Questo allineamento valoriale può essere un potente attrattore per i talenti più giovani.

 

➡️ Integrazione della forza lavoro straniera

Gli occupati stranieri hanno mostrato una maggiore dinamicità nella crescita dell’occupazione, sia per gli over 35 che per gli under 35. Le imprese artigiane hanno visto un aumento degli imprenditori stranieri, sia uomini che donne.

 

➡️ Adattamento ai nuovi ambiti di crescita

L’artigianato italiano, nonostante le crisi, ha dimostrato notevole capacità di crescita in settori ad alto contenuto di servizio e personalizzazione. Settori come l’abitare, il benessere, salute e sport, i nuovi consumi, la logistica, ambiente ed economia circolare, la tecnologia digitale, il design, la società dello spettacolo e la sicurezza rappresentano nuovi driver di sviluppo.

 

➡️ Supporto al passaggio generazionale nelle imprese familiari

Tra il 2016 e il 2022, il 9,1% delle imprese ha affrontato un passaggio generazionale, e nella quasi totalità dei casi (94,8%) il ruolo della famiglia proprietaria si è mantenuto o rafforzato. Questo è un aspetto cruciale per la continuità e la trasmissione del know-how.

 

➡️ Promozione della rete tra imprese

L’uso dei contratti di rete è in forte crescita, raggiungendo 52 mila imprese e 10 mila contratti nel 2025. Le ditte individuali aderenti ai contratti di rete mostrano una buona percentuale di giovani under 35, vicina a quella dell’universo dei lavoratori indipendenti, e una percentuale di senior over 55 addirittura superiore. Le reti possono essere un veicolo eccezionale per la condivisione di competenze e risorse tra generazioni.

 

I punti di forza della provincia di Bergamo e dell’Italia: da proteggere e irrobustire

Nonostante le sfide demografiche, l’Italia e, in particolare, la provincia di Bergamo, vantano punti di forza notevoli su cui fare leva per affrontare il futuro:

  • Resilienza economica: L’economia italiana ha dimostrato una notevole resilienza in un’era di incertezza, con una dinamica occupazionale cumulativa (2021-2026) che si allinea alla media UE.
  • Manifatturiero d’eccellenza: La Lombardia è la prima regione europea per occupazione nel manifatturiero esteso (dati del 2022). Questo sottolinea la centralità del nostro settore produttivo. La provincia di Bergamo si colloca come settima provincia italiana per valore aggiunto del manifatturiero esteso per abitante.
  • Leader in settori chiave: L’Italia è prima in UE per le esportazioni del comparto orafo e la prima in UE per numero di addetti nella moda (27,9% dei 26 paesi UE).
  • L’asse dei mobili: Le 12 province della pianura padana, tra cui la provincia di Bergamo, costituiscono il “terzo esportatore UE” nel settore dei mobili, superando Paesi Bassi e Spagna messe insieme. Questo evidenzia una vocazione e una capacità produttiva di altissimo livello.
  • Tecnologia e innovazione: L’Italia è leader nell’uso dei robot nelle imprese manifatturiere (19% contro il 16% della Germania), nonostante una dimensione media d’impresa inferiore. Le esportazioni di robot “Made in Italy” sono raddoppiate tra il 2013 e il 2025, e l’occupazione nelle imprese di robotica è cresciuta del +45,7% in 10 anni. Siamo anche primi in UE nell’autoriparazione, nei servizi di elaborazione dati, cloud e portali web, e nel design specializzato. Le micro e piccole imprese hanno dimostrato un maggiore dinamismo negli investimenti in ricerca e sviluppo.

 

In conclusione, la “glaciazione demografica” è una realtà che impone alle imprese artigiane e piccole imprese di ripensare il proprio approccio al lavoro.

 

L’Intergeneration economy non è solo una risposta a questa sfida, ma un’opportunità per sviluppare un futuro ricco di valore, combinando l’esperienza dei senior con l’innovazione e la visione dei giovani.

È fondamentale che le imprese bergamasche continuino a dimostrare la loro innata capacità di adattamento e innovazione, promuovendo il passaggio di competenze e la collaborazione tra le generazioni per garantire un futuro prospero e sostenibile.

 

Per approfondimenti, scarica il Report completo dell’Ufficio Studi di Confartigianato

 

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