Era nell’aria e già molti organi di stampa la scorsa settimana l’avevano anticipata. Il Comune di Bergamo, seguendo la scia di altre città lombarde come Milano (che però poi ha fatto marcia indietro) e Brescia, ha emesso una sua ordinanza definita “anti-movida”.
L’Ordinanza n. 34 del Comune di Bergamo, del 17 giugno impone che da giovedì 18 giugno fino al 2 agosto prossimo, dalle ore 19,00 sino alle ore 7,00 del mattino seguente venga vietata la vendita per asporto di bevande, alcoliche e non alcoliche, da parte degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, ad esclusione dell’acqua.
Sarà sempre consentita la somministrazione sia all’interno dell’attività (anche al bancone se è possibile il distanziamento tra i clienti) che all’esterno dell’esercizio stesso esclusivamente con servizio al tavolo. Viene consentita la vendita per asporto di bevande alcoliche e non alcoliche da parte degli esercizi di vicinato, delle attività artigianali, dei distributori automatici e delle medie e grandi strutture di vendita purché in contenitori chiusi; viene invece vietata la consumazione di qualsiasi bevanda (alcolica e non alcolica) ad esclusione dell’acqua, su area pubblica o privata ad uso pubblico compresi parchi, giardini e ville aperte al pubblico.
La volontà del legislatore locale, seguendo la linea delle ordinanze regionali e nazionali, è quella di evitare fenomeni di assembramento, che in questa fase di emergenza sanitaria soprattutto nelle nostre zone duramente colpite nei mesi scorsi dal coronavirus, non è ancora stata superata.
Bergamo ha preferito non affrettarsi con una ordinanza già dalla scorsa settimana, per consentire alle imprese del settore della ristorazione quali bar, pub, paninoteche, pizzerie d’asporto, gelaterie e pasticcerie, di attrezzarsi predisponendo – ove possibile – uno spazio all’aperto, un dehor, dove poter aggiungere un adeguato numero di posti a sedere in più rispetto a quanto poteva prevedere il classico locale, sempre garantendo il cosiddetto distanziamento sociale tra le persone di almeno 1 metro.
Come hanno recepito i gestori dei locali di Bergamo questa ordinanza. Con una sorta di speranza che possa essere un’ulteriore atto per responsabilizzare i clienti, in particolare i giovani, al fatto che l’emergenza sanitaria non è ancora finita e che quindi le precauzioni e le distanze per ridurre al massimo i contatti e i possibili contagi vengano prese in considerazione e rispettate.
Confartigianato Imprese Bergamo inoltre ritiene che ciò possa evitare di criminalizzare i gestori dei locali, già colpiti duramente dal fermo forzato della loro attività per quasi tre mesi, che in quest’ultimo periodo erano stati visti come gli “untori”, per regole (il distanziamento sociale, uso di mascherine) non rispettate da altri.
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Per informazioni:
Ufficio Aree di Mestiere – Alfredo Perico (Tel. 035.274.292; e-mail: alfredo.perico@artigianibg.com).