LA CHIUSURA UN SACRIFICIO GIUSTO, MA SERVONO SUBITO MISURE PER AIUTARE LE IMPRESE

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Le imprese bergamasche hanno un grande senso di responsabilità. Lo si vede dall’impegno che hanno messo in questi giorni per rispettare i vincoli posti dai decreti che si sono succeduti per limitare il contagio del coronavirus. In pochi giorni le piccole imprese sono state in grado di attrezzarsi per l’emergenza, rivoluzionando la propria operatività, l’organizzazione, i locali, le procedure, le spedizioni, per tutelare dipendenti, clienti e fornitori.

 

In tutti noi imprenditori infatti è chiaro il segnale che prima di tutto viene la salute, la tutela delle nostre famiglie, dei nostri lavoratori, degli anziani. Questo soprattutto in una provincia come quella di Bergamo che è la più colpita a livello europeo dall’emergenza sanitaria.

 

È evidente ormai che le soluzioni attuate non sono state completamente efficaci e che servono misure nuove, più rigide e forse più impopolari ma che si rivelano ormai necessarie se vogliamo finalmente debellare questa epidemia.

 

Ce lo ha chiesto ieri il Governatore Attilio Fontana, sottolineando che si tratta di un sacrificio durissimo, senza precedenti, Il sacrificio di arrivare alla chiusura di gran parte delle attività produttive, di servizi e commerciali – seguendo l’esempio di quanto fatto nei giorni scorsi nella cosiddetta zona rossa e che pare abbia dato risultati positivi – per tentare con forza di mettere un fermo a questa epidemia che sta ormai dilagando senza limitazione.

 

Un sacrificio netto e pesantissimo per tutti noi che però consentirà di dare realmente una scossa all’epidemia e ridurre i tempi di un ritorno alla normalità.

 

È sotto gli occhi di tutti, cittadini, sindaci, organizzazioni di categoria, imprese lombarde che non si può più attendereOgni giorno di attesa fa crescere l’epidemia e la già lunga lista dei contagiati e dei ricoverati… Ogni giorno di attesa fa crescere l’incertezza sulla ripresaOgni giorno di attesa mette sempre più in ginocchio le piccole imprese.

 

Purtroppo l’artigianato e le piccole imprese, che vengono già da un lungo periodo di difficoltà e si stavano riaffacciando adesso alla ripresa, non hanno le risorse e le dimensioni per resistere troppo a lungo in questa situazione. I clienti non ci sono, il guadagno diminuisce. Un recente sondaggio realizzato da Confartigianato Lombardia ha raccolto le valutazioni delle imprese che per il mese di marzo prevedevano un calo del 30% del fatturato, ma ultimamente temiamo che il calo giornaliero sia anche maggiore. Tuttavia, i costi fissi restano e a questi si aggiungono i costi per adeguarsi alla normativa che in alcuni casi sono davvero elevati, per non parlare del costo di un personale che resta inutilizzato e che per lo più non può essere avviato allo smartworking. Manca sempre più la disponibilità finanziaria e la liquidità necessaria per far fronte agli impegni e alle scadenze.

 

Per tutti noi è importante uscire al più presto da questo momento di incertezza, è il momento di prendere decisioni chiare e forti, con la consapevolezza che se ci comporteremo in maniera responsabile e saggia nel giro di un tempo ragionevolmente breve il pericolo sarà scongiurato o perlomeno contenuto.

 

Confartigianato Imprese Bergamo è pronta ad accettare con senso civico e responsabilità le decisioni che verranno prese a livello regionale e nazionale per fermare l’epidemia, a patto che ci vengano dati gli strumenti e gli incentivi che ci consentano di resistere adesso e di riprenderci più avanti, quando l’allerta sarà terminata.

 

Per questo chiediamo l’adozione urgente di provvedimenti a sostegno delle imprese: la sospensione dei termini dei contributi e delle utenze, l’attivazione della cassa integrazione in deroga, ma soprattutto misure che iniettino liquidità immediata alle aziende.

 

Alle imprese viene chiesto un sacrificio enorme e costosissimo e in cambio chiediamo un intervento deciso da parte del Governo per sostenerle!

 

Il presidente
Giacinto Giambellini

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