Confartigianato Imprese Bergamo e Coldiretti Bergamo, insieme, hanno donato al vescovo di Bergamo, Monsignor Francesco Beschi, il nuovo personaggio del Presepe 2020, che raffigura l’”infermiera anti Covid” per simboleggiare l’impegno di tutto il mondo della sanità. Con un forte messaggio simbolico: dire “grazie” agli operatori sanitari in prima linea a salvare vite umane durante questo terribile anno di pandemia.
L’iniziativa si è tenuta lo scorso 22 dicembre nella sede vescovile di Bergamo, in Città Alta, dove una delegazione di Confartigianato Imprese Bergamo, composta dal presidente Giacinto Giambellini e dal direttore Stefano Maroni, e una delegazione di Coldiretti Bergamo, rappresentata dal presidente Alberto Brivio, sono state ricevute da Sua Eccellenza Monsignor Francesco Beschi.
Presenti all’incontro anche don Cristiano Re, direttore dell’Ufficio per la Pastorale Sociale e del Lavoro della Diocesi, e don Mauro Tribbia, consulente ecclesiastico di Coldiretti Bergamo.
L’iniziativa, intitolata «Il futuro del presepe: comunità e nuovi mestieri», è replicata in tutte le province e Diocesi italiane, grazie alla collaborazione tra Coldiretti, Confartigianato e Fondazione Symbola, nell’ambito di un’iniziativa volta a valorizzare la millenaria tradizione del presepe iniziata da San Francesco nel lontano 1223, e vede la consegna ai Vescovi dei territori di una statuina artigianale, la statuina dell’anno, che mette in evidenza i mestieri che aggiornano e attualizzano i personaggi del presepe. Nello specifico, la statuina del 2020 raffigura un’operatrice sanitaria, realizzata in esclusiva per questa occasione dalla prestigiosa bottega d’arte presepiale napoletana, La Scarabattola dei Fratelli Scuotto.
Complimentandosi per la bella iniziativa, Monsignor Beschi ha sottolineato l’importanza di potersi confrontare con le Associazioni che rappresentano il mondo del lavoro. “In questi mesi – ha detto – ho avuto presente le dinamiche dei diversi settori e le difficoltà che hanno vissuto. Penso a quello che rappresentano le vostre Organizzazioni che sono nate per rispondere alle esigenze di servizio e rappresentanza, ma che sono nate anche dal valore del mettersi insieme, perché insieme si può realizzare meglio ciò che ha a cuore ciascuno. Mettersi insieme è un valore che va alimentato e sostenuto, anche a fronte di tante frammentazioni e individualismo che oggi si vedono”.
“Il Presepe – ha sottolineato il presidente di Coldiretti Bergamo Alberto Brivio – è la rappresentazione della nascita di Gesù, ma attraverso i suoi personaggi serve anche a raccontare la realtà della vita di tutti i giorni e quindi insieme al Bambinello troviamo fra gli altri, artigiani, casalinghe, filatrici, agricoltori, pastori e gli animali, dal bue all’asinello della Natività, dalle pecore alle caprette, dalle oche alle galline, fino a cani e gatti per rappresentare la multiforme dimensione del Creato che parte proprio dalla terra. L’esperienza della pandemia ci ha insegnato l’importanza di fare comunità e noi lo abbiamo dimostrato con il nostro lavoro garantendo il cibo da portare in tavola. Ciò che stiamo vivendo ci ha suggerito di introdurre un nuovo personaggio – quella dell’infermiera in rappresentanza dell’intero mondo della sanità – che si batte per assicurare la salute di tutti”.
“Nella sua semplicità è un gesto “potente” – ha commentato il presidente di Confartigianato Imprese Bergamo Giacinto Giambellini –. Significa rendere omaggio, attraverso l’arte e il valore artigiano di eccellenza, al mestiere di questo 2020 dominato dalla pandemia: un inno alla vita, quella delle persone guarite, salvate dalla dedizione di tutti gli operatori sanitari. Questo tema, insieme a quello della centralità della persona e del lavorare tutti insieme, buttando il cuore oltre l’ostacolo per migliorare il nostro futuro, ci tocca particolarmente, visto anche l’impegno, la solidarietà e l’abnegazione che gli artigiani bergamaschi hanno mostrato nella realizzazione di quell’opera straordinaria che è stato l’ospedale da campo ANA, allestito in tempi record alla Fiera di Bergamo”.
Anche nelle parole di don Cristiano Re l’augurio di lavorare tutti insieme e “migliorare non solo il nostro futuro, cioè quello che ci aspettiamo che accada, ma anche l’avvenire, cioè quello che davvero accadrà, per noi e le nostre famiglie”.
Monsignor Beschi ha ringraziato per il dono ricevuto e ha impartito ai presenti, ma anche a tutti i coltivatori e gli artigiani e alle loro famiglie che hanno attraversato questo momento di difficoltà, la benedizione e l’augurio per le prossime festività e per un anno di rinascita.