Capacità di intercettare i bisogni delle comunità locali e di modellare prodotti e servizi d’eccellenza, unita allo spirito d’iniziativa e all’operosità delle persone: nell’attuale contesto socioeconomico, caratterizzato da globalizzazione, omogeneizzazione ed esasperazione della velocità, imprese cooperative e artigiane sono modelli vitali e strategici per lo sviluppo del territorio che richiede un’economia paziente e di rete.
È quanto emerso lo scorso 5 giugno durante il convegno dal titolo “Articolo 45 – Imprese di sana e robusta Costituzione, un Articolo per imprenditori che abitano il territorio”, organizzato da Confcooperative Bergamo insieme a Confartigianato Imprese Bergamo e inserito nel cartellone di eventi di Bergamo-Brescia Capitale della Cultura 2023.
L’evento, che si è tenuto nella Sala del Consiglio della Camera di Commercio di Bergamo, alla presenza di esponenti del mondo economico, accademico e politico si è concentrato sul ruolo della Cooperazione e dell’Artigianato nell’attuale contesto internazionale, nazionale e locale. Due forme di impresa, fondate sul radicamento territoriale e sulla centralità della persona, che sono state ritenute dal legislatore talmente indispensabili per il nostro Paese da essere tutelate dalla Costituzione Italiana e, in particolare dall’articolo 45.
In questo particolare passaggio la Carta recita: “La Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata. La legge ne promuove e favorisce l’incremento con i mezzi più idonei e ne assicura, con gli opportuni controlli, il carattere e le finalità. La legge provvede alla tutela e allo sviluppo dell’artigianato”.
Spiega il presidente di Confcooperative Bergamo Giuseppe Guerini: “All’indomani della Festa della Repubblica, nell’anno di Bergamo Brescia capitale della cultura e del 75esimo anniversario della Costituzione italiana, insieme a Confartigianato abbiamo voluto celebrare un articolo che, con forza, sottolinea il valore dell’impresa cooperativa e artigiana per la capacità di mettere al centro, ancor prima del capitale, la persona. Il valore aggiunto condiviso tra le due sta nella possibilità di creare aggregazione attorno ai bisogni delle persone, nel caso delle cooperative e delle piccole imprese nel caso degli artigiani. Dentro a un contesto economico sempre in continua evoluzione ed espansione, caratterizzato da globalizzazione e innovazione, da ritmi frenetici e continue sollecitazioni, il modello della cooperazione e dell’artigianato non si colloca come antagonista, bensì è complementare e mostra enormi potenzialità. Nell’economia della velocità e dell’omogeneizzazione di massa, ci sono delle nicchie che necessitano di mantenere un legame forte con i territori e le reti di persone. E le potenzialità sono enormi, per la capacità di unire la digitalizzazione con la dimensione locale. Ciò vale soprattutto per le cosiddette aree cerniera, in particolare alle aree interne e periferiche della provincia di Bergamo, ma anche ai territori ad alta densità di lavoro”.
Sul ruolo dell’artigianato il presidente di Confartigianato Bergamo Giacinto Giambellini precisa: “Forse molti di noi artigiani, prima di questo incontro, non erano a conoscenza del fatto che il nostro lavoro, la nostra ‘missione’, fosse così importante da essere addirittura tutelata dalla Costituzione Italiana. E questo deve renderci orgogliosi di quello che siamo e di quello che abbiamo saputo costruire nel tempo e nella storia. La storia del nostro Paese, che tanti ci invidiano, è costellata dalle bellezze ed eccellenze che fin dal Rinascimento i maestri artigiani hanno saputo creare, con arte e maestria. Un artigianato vero, esercitato nelle botteghe, utilizzando sapientemente le materie prime del territorio per dare vita ad oggetti e opere d’arte di qualità, perché sappiamo che la parola “artigianato” ha la stessa radice della parola “arte” e come essa sta a significare le attività dell’uomo che esaltano il suo talento inventivo e la sua capacità espressiva. Anche oggi il nostro artigianato ha mantenuto queste caratteristiche nel suo DNA, evolvendosi nel corso dei tempi, aprendosi al digitale, alle tecnologie e alla globalizzazione, senza però perdere la sua anima creativa, il radicamento nel territorio, la centralità della persona e della famiglia. Collaborazione, scoperta, intuizione, esperienza, originalità. Queste sono le doti che contraddistinguono le imprese artigiane e che le rendono quello che sono: ossia cellule pulsanti di un unicum, scintille creative portatrici di un sistema di valori ben radicati, fatti di cuore, anima e ingegno, sorgenti di un modo di operare che fa parte del nostro essere uomini e che la stessa Costituzione si impegna a continuare a difendere e far progredire”.
L’incontro, aperto dai saluti del Segretario generale della Camera di Commercio di Bergamo, che ha ospitato l’incontro, Maria Paola Esposito, e dalle presentazioni del direttore di Confartigianato Bergamo, Stefano Maroni e del segretario Generale di Confcooperative Bergamo, Lucio Moioli, è subito entrato nel vivo con l’intervento della prof. Elisabetta Bani, prorettore Università di Bergamo e docente di Diritto dell’Economia, che si è concentrata su alcuni temi chiave nel suo intervento dal titolo: “Il lavoro, l’economia, la partecipazione nella Costituzione Italiana”.
Di seguito preziosi spunti per lo sviluppo di queste tipologie di imprese sono stati forniti da Stefano Micelli, docente dell’Università Cà Foscari di Venezia e da Paolo Manfredi, responsabile Progetti Speciali PNRR di Confartigianato Imprese, che nel dialogo moderato da Lucio Moioli, che è anche coordinatore dell’Hub di Imprese & territorio – Innovation & Technology Hub, che hanno parlato di “Artigianato e cooperazione: uno sguardo al futuro”.
Momento centrale la tavola rotonda dal titolo “L’arte di partecipare l’economia. Artigiani e cooperative costruttori di un’economia di prossimità” moderata dal presidente di Confcooperative Bergamo, Giuseppe Guerini, con la partecipazione online dell’assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia Guido Guidesi.
Al dibattito hanno partecipato il presidente di Confartigianato Bergamo, Giacinto Giambellini, e i presidenti delle Confartigianato e Confcooperative di Brescia, Eugenio Massetti e Marco Menni che hanno presentato le esigenze e le difficoltà delle imprese confrontandosi con l’assessore sulle politiche regionali.
In particolare, i temi trattati sono stati il cambiamento del tessuto demografico delle città, delle relazioni e del lavoro, oltre al ruolo delle cooperative nell’innovazione sociale, a fianco delle persone e delle comunità locali nei periodi di trasformazione. E ancora, sono stati affrontati l’evoluzione dell’artigianato con la capacità di far propria la digitalizzazione e il valore dell’aggregazione e della collaborazione tra reti d’impresa.
In conclusione, Eugenio Massetti, presidente di Confartigianato Brescia e Vicepresidente Vicario di Confartigianato Imprese, ha precisato che “Nell’anno in cui si celebra il 75esimo anniversario della Costituzione italiana, approfondirne i concetti ed elaborarne un’attualizzazione dei suoi contenuti in relazione a imprese e lavoro è un buon motivo soprattutto per chi come noi, ogni giorno si adopera per la crescita economica ed il progresso del nostro Paese. ‘L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro’ recita il primo comma dell’Articolo 1 della Costituzione e ‘La legge provvede alla tutela e allo sviluppo dell’artigianato’ è esplicato nell’Articolo 45, al centro del dibattito in programma. Così come ricordo ‘La legge 180/2011’ che ha definito lo statuto giuridico delle micro, piccole e medie imprese è un riconoscimento di non poco conto. Le imprese artigiane – unico settore produttivo, insieme alla cooperazione – sono protette direttamente dall’Articolo 45 della Costituzione perché rappresentano con oltre il 98% del totale delle imprese, quel motore di creazione di posti di lavoro stabili e di qualità, ma non solo. Sono una tipicità imprenditoriale e produttiva tipicamente ed orgogliosamente italiana che deve essere protetta e sviluppata in un’ottica di innovazione perché patrimonio culturale e tradizionale. Confartigianato da sempre, perciò, si batte per un quadro normativo favorevole agli artigiani, per la semplificazione burocratica, l’accesso al credito agevolato e per politiche che promuovano l’imprenditorialità specialmente giovanile e femminile. In un’epoca in cui la dimensione umana e il senso di comunità rischiano di essere trascurati riteniamo necessario si debba maggiormente investire nell’impresa e nella formazione professionale, garantendo che le competenze artigianali siano tramandate alle nuove generazioni per consentirci di prosperare e crescere”.
Mentre il presidente Confcooperative Brescia e Vicepresidente Vicario di Confcooperative, Marco Menni, ha sottolineato: “L’articolo 45 della Costituzione richiama la responsabilità economica dell’individuo dentro a una comunità. E non è casuale il collegamento con il modello cooperativo e artigiano che esprimono questa capacità di aggregazione. Quello su cui siamo chiamati a soffermarci ora è comprendere come ravvivare l’impegno che la Repubblica si è data per promuovere la responsabilità sociale in una comunità che è profondamente cambiata. Sono cambiati i cittadini, i luoghi di aggregazione e cambiano quindi le modalità di partecipazione. Un esempio: tra Bergamo e Brescia abbiamo più di 300mila persone che abitano la città e che non sono ancora cittadini italiani, ma la vivono. Oltre 70mila sono minori, altri 70mila sono sotto i 40 anni e sono lavoratori. Come ricostruire il patto sociale, in una comunità che ha perso i centri di aggregazione?”.