78^ Assemblea Pubblica di Confartigianato Imprese Bergamo: “Digitale alleato del saper fare artigiano”

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Mondo digitale (con le sue innovazioni necessarie affinché le imprese continuino ad essere competitive) e mondo “analogico”, fatto dalla manualità tipica artigiana, non sono in conflitto tra loro, ma sovrapponibili. Il digitale rappresenta uno strumento in più, a disposizione dell’estro, della fantasia, dell’abilità propria del saper fare artigiano: quel “tocco” con mano che continuerà infatti ad essere insostituibile, perché “chi sa fare, riconosce la qualità delle cose toccandole”.

 

È uno dei messaggi risuonati, sabato 14 ottobre in un gremito Auditorium dell’innovativo Global Cloud Data Center di Aruba a Ponte San Pietro, durante la 78^ Assemblea Pubblica di Confartigianato Imprese Bergamo intitolata “Digit@rtigiano: la sfida della digitalizzazione nell’artigianato”.

 

L’assemblea, che è stata onorata dalla presenza in video del Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, si è focalizzata sulla digitalizzazione delle imprese artigiane nell’ambito della transizione digitale, argomento che rientra nel più ampio programma della transizione digitale avviato dall’Unione Europea, un tema di importanza generale per i nostri imprenditori.

 

 

L’apertura del direttore Stefano Maroni

 

 

I lavori sono stati aperti dal direttore Stefano Maroni che ha esordito puntando l’accento su un termine che a Confartigianato sta particolarmente a cuore e su cui già da qualche anno sta investendo energie in termini di progetti, iniziative, servizi e consulenze di accompagnamento e di sostegno alle imprese: “transizione”.

“Più nello specifico, occorre parlare di doppia transizione: digitale ma anche ecologica/energetica.

Per quanto riguarda la prima, voglio porre l’accento sulla necessità che non venga mai tralasciato l’aspetto umano. Citando il ragionamento di un nostro grande amico, il procuratore emerito della Repubblica Benito Melchionna che ha parlato di “digitale dal volto umano”: “Occorre infondere l’anima e i valori dell’etica all’interno del sistema digitale, sì da attribuirgli un “volto umano”, trasformandolo cioè da mero strumento operativo di impronta utilitaristica, in valido sostegno dell’umanità nel suo dolente inarrestabile viaggio alla ricerca dei valori del bello, del buono, del giusto”.

Sui temi della transizione ecologica, il direttore ha ricordato la Settimana per l’Energia e la Sostenibilità, che quest’anno è diventata nazionale “e di cui la nostra associazione è particolarmente orgogliosa, avendola ideata ormai 15 anni fa”.

 

 

A fare gli onori di casa, prima che l’assemblea entrasse nel vivo, Giorgio Girelli, general manager di Aruba Enterprise che ha portato i saluti della famiglia Cecconi e di tutto il team di Aruba.

 

 

La relazione del presidente Giacinto Giambellini

 

 

Al centro del meeting l’attesa relazione del presidente Giacinto Giambellini, che ha esordito riannodando il filo con le due precedenti assemblee, quella del 2021 in Accademia Carrara (dove abbiamo parlato di ripartenza dopo la pandemia attraverso la bellezza propria del Dna artigiano), e quella del 2022 a Crespi d’Adda (dove abbiamo cercato nel passato i valori alla base del nostro agire nel presente), per poi approdare al “futuro” nel Data Center di Aruba, a parlare di “digitartigiano”.

“Non si parla di fantascienza, oggi, o di chissà quale distante avvenire – ha chiarito il presidente – perché la sfida della digitalizzazione è una costante degli ultimi decenni e un processo incontrovertibile che continuerà a condizionare e modificare non solo il nostro lavoro ma il mondo in cui viviamo. Ed è innegabile che la dinamica pandemica abbia dato un’ulteriore e decisiva spinta verso la digitalizzazione delle imprese: basti pensare a quanto l’e-commerce e la possibilità di connettersi da remoto abbiano tenuto a galla l’attività di molte aziende”.

Il presidente ha messo in evidenza come anche Confartigianato Bergamo si sia mossa in questa direzione, spostando i propri server proprio ad Aruba al fine di migliorare la fruizione dei servizi agli artigiani, e come, grazie all’introduzione del CRM, siano stati semplificati e razionalizzati i processi interni al fine di fornire una migliore e performante risposta ai bisogni degli associati.

Questo processo tumultuoso (non a caso definito rivoluzione digitale), porta inevitabilmente con sé sconquassi e stravolgimenti.

“Se c’è però una cosa che ha fatto la digitalizzazione – ha continuato – è rendere costante e permanente il cambiamento”.

Giambellini ha quindi voluto analizzare il macro-tema della digitalizzazione sotto due aspetti complementari: la digitalizzazione dell’artigiano e l’artigiano nel mondo del digitale.

“Per quanto riguarda il primo aspetto, occorre dire che la trasformazione digitale non ha come obiettivo quello di sostituire i processi di lavoro consolidati e le tecniche tradizionali, ma piuttosto di semplificare le attività amministrative quotidiane e ottimizzare i processi operativi. Ciò consente di ridurre l’impegno dedicato alle attività amministrative e di dedicare più tempo alle nostre attività. Inoltre, l’utilizzo delle tecnologie digitali, quando applicate correttamente, può aiutare a ridurre i costi aziendali, lavorare meglio per risparmiare tempo da reinvestire nel proprio lavoro. In questo modo, l’impresa si posiziona come moderna, all’avanguardia e competitiva”.

 

 

Ci sono però ostacoli oggettivi che rendono complicato questo processo: costi di investimento elevati; software e applicazioni sovradimensionati non adatti alle PMI; mancanza di una panoramica di soluzioni digitali adeguate e requisiti di sicurezza e protezione dei dati. Ma anche la lentezza della connessione internet in alcune zone o la carenza di competenze digitali dei dipendenti, mancanza figure professionali adatte.

“A fronte degli ostacoli, quali sono i vantaggi? Fra tutti: risparmio di tempo nei processi amministrativi, facilitazione nell’acquisizione di clienti, riduzione dei canali di comunicazione con i dipendenti, i clienti ed i partner commerciali; miglioramento della competitività grazie all’offerta di nuovi servizi; test funzionali e manutenzione automatizzati dalle macchine. Ma tutto ciò si può concretizzare solo andando a facilitare il lavoro quotidiano in numerosi aspetti quali la gestione digitale dell’inventario, registrazione delle ore e dei compiti, archiviazione digitale, strategia di magazzino (i sistemi di tracciamento monitorano i livelli delle scorte in modo completamente automatico e trasmettono lo stato al rispettivo software in tempo reale), o, anche molto semplicemente, reclutamento online. L’artigiano nel mondo digitale deve quindi continuare a reinventarsi e avere di volta e l’intelligenza di cogliere gli aspetti positivi”.

Ma se l’artigiano sa fare la sua parte, ha insistito il presidente, non deve essere lasciato solo: anche le istituzioni devono fare la loro parte.

Come accompagnare, allora, l’artigiano nel mondo digitale? Per il presidente sono essenziali tre aspetti. Il primo deve essere un incessante, continuo e capillare lavoro di formazione e informazione per rimanere al passo coi tempi, “ma questa formazione non deve essere caotica, andando a vanificare l’obiettivo finale, bensì prevedere pochi, chiari ed efficaci momenti formativi. Ed è proprio seguendo tale scopo che, come Confartigianato Bergamo, abbiamo creato un team di lavoro dedicato, il DIH – Digital Innovation Hub”.

Il secondo è il funzionamento della macchina amministrativa: “È incredibile – ha rimarcato in proposito – come i nodi della scarsa efficacia nella gestione dei processi nella Pubblica amministrazione siano venuti al pettine proprio nell’attuazione degli interventi del PNRR per la digitalizzazione: a fine 2022 è stato sostenuto il 12,8% della spesa prevista, ma dove la PA è decisiva per la realizzazione, con l’acquisto di beni, servizi e realizzazione di lavori pubblici, la quota si dimezza fermandosi al 6,1%”.

Il terzo punto è la necessità di avere bandi a misura di piccola impresa. E anche qui il presidente ha toccato un tasto dolente: “Se l’investimento minimo previsto per accedere al bando risulta essere decine e decine di migliaia di euro, come è lontanamente pensabile che una piccola impresa possa accedervi? In molti casi tantissime nostre imprese sono tagliate fuori prima ancora di fare un passo. Se la digitalizzazione delle imprese è un obiettivo che vuole essere raggiunto, bisogna strutturare bandi a misura di impresa con i giusti tetti e i giusti tempi”.

 

 

 

Lo sguardo è stato poi focalizzato sulla sfida, attualissima, dell’intelligenza artificiale: “L’intelligenza artificiale accelererà fenomeni già in atto, rappresentati dal calo dell’occupazione nel manifatturiero e dalla polarizzazione del lavoro, con un aumento degli occupati in professioni poco qualificate e in quelle altamente qualificate. D’altro canto, la crescente diffusione di sistemi di IA consentirà una ottimizzazione dell’uso degli impianti industriali, rendendo più efficiente la produzione di energie rinnovabili e contribuendo a ridurre l’impatto sull’ambiente. Tutto questo richiederà dunque un riequilibrio del portafoglio delle competenze imprenditoriali, fenomeno più marcato per le piccole imprese nelle quali l’imprenditore accentra su di sé attività caratteristiche di professioni ad elevato impatto di IA tra le quali quelle relative a: analisi di bilancio, funzioni di controllo, gestione del credito e della finanza d’impresa, progettazione e amministrazione di sistemi, gestione legale e del personale, direzione vendite, organizzazione e gestione dei fattori produttivi, formazione on the job, gestione dei rapporti con il mercato dell’impresa, trasferimento e trattamento delle informazioni aziendali, informazioni e assistenza dei clienti”.

 

 

Per rispondere alle preoccupazioni che tutto ciò può comportare, Giambellini ha ricordato come ci sia un aspetto della digitalizzazione che può sollevare lo spirito agli imprenditori artigiani: “Grazie al digitale, la distanza fra produttori e consumatori si è sempre più assottigliata e il fenomeno novecentesco della standardizzazione dei prodotti sta lasciando sempre di più il posto al desiderio di acquistare beni o servizi “su misura”. Ecco, quindi, che in questo contesto di ricerca di personalizzazione dei prodotti, il digitale diventa particolarmente abilitante per le imprese a valore artigiano. Artigianalità e tecnologie digitali non solo vanno straordinariamente d’accordo, ma possono essere una risposta solida e concreta alla fame di prodotti non standard, personalizzati. Se c’è la qualità di un prodotto con caratteristiche uniche, le tecnologie digitali permettono di restare sé stessi raggiungendo nuovi orizzonti”.

Ed ha affidato la conclusione a una frase scritta dal compianto segretario nazionale Cesare Fumagalli: “Credo che nel mercato attuale – per quanto tecnologico, globalizzato, accelerato possa essere – ci sia ancora molto spazio, forse addirittura si stiano creando nuovi spazi, per il “fatto a regola d’arte” e per quella “intelligenza del polpastrello” che permette di dare quell’inimitabile valore aggiunto che nasce dall’infusione della competenza e dell’esperienza personale in un oggetto o in un servizio”. Per poi concludere: “Il nostro impegno è fare in modo che nessuno resti indietro”

 

Per scaricare la relazione del presidente CLICCA QUI

 

 

I saluti delle autorità

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A seguire, hanno portato i loro saluti istituzionali le autorità presenti: Matteo Macoli, sindaco di Ponte San Pietro, Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, Claudia Terzi, assessore alle Infrastrutture di Regione Lombardia, Damiano Amaglio, consigliere della Provincia di Bergamo (che ha portato anche i saluti del presidente Pasquale Gandolfi), i parlamentari Rebecca Frassini, Vinicio Peluffo e Andrea Tremaglia, il presidente della Camera di Commercio di Bergamo Carlo Mazzoleni, Daniela  Andreini, prorettore dell’Università di Bergamo con delega all’innovazione digitale, don Cristiano Re, direttore Ufficio Pastorale della Diocesi, per terminare con Eugenio Massetti, presidente di Confartigianato Lombardia e vicepresidente vicario di Confartigianato.

Nel suo intervento, in particolare, Massetti ha parlato dei giovani quali principali destinatari delle innovazioni portate dalla digitalizzazione, stigmatizzando il livello troppo basso degli stipendi: “Siamo d’accordo sul fatto di non fissare per legge un salario minimo – ha detto – ma trovo scandaloso vedere tanti colleghi che pagano i ragazzi anche 3, 4, 5 euro l’ora e poi ci si lamenta perché scappano: che futuro intendiamo dare loro se non riconosciamo il loro lavoro?”.

 

 

L’intervento del Ministro Giorgetti

 

 

Molto atteso, dopo la relazione del presidente Giambellini, l’intervento del ministro Giancarlo Giorgetti, presente con un videomessaggio.

Ringraziando per l’invito e salutando gli imprenditori di Confartigianato Bergamo, Giorgetti ha invitato ad approcciarsi alla digitalizzazione in modo pragmatico, costruendo una “via italiana” all’innovazione, che possa imparare dal confronto con esperienze straniere, declinandosi nella specificità del nostro sistema produttivo.

“L’Italia – ha detto – non ha nulla da invidiare ad altri paesi, perché ha distretti industriali ed ecosistemi innovativi molto forti come il territorio bergamasco. L’innovazione, cioè, non può essere un vettore limitato solamente alle imprese appena nate o a un singolo ambito come quello dei servizi: anche nei settori tradizionali conterà sempre di più la trasformazione tecnologica ed è apprezzabile che la vostra Associazione lavori in questa direzione”.

Il ministro ha poi ricordato che anche per i prossimi anni continuerà il Piano Transizione 4.0 per agevolare investimenti fino a 20 milioni di euro nei beni strumentali tecnologicamente avanzati.

Ha poi affrontato la Legge di Bilancio in fase di stesura, non nascondendo le difficoltà.

“Il bilancio – ha continuato – è la coscienza di una nazione e per questo le scelte sono fatte seguendo le direttrici che hanno guidato fino ad oggi la nostra politica economica: coraggio, pragmatismo, lealtà. Il coraggio è quello che ci ha spinto ad assumere scelte anche impopolari, come la ristrutturazione degli strumenti di sostegno al reddito e dei bonus edilizi; c’è poi il pragmatismo, quello con il quale a livello europeo stiamo lavorando a un compromesso equilibrato che concili le esigenze di stabilità finanziaria con il sostegno alla crescita, riconoscendo un ruolo premiale alle spese per investimenti pubblici e privati. E, infine, il principio di lealtà, che impone a tutti noi di dover riconoscere ciò che l’Italia non si può più permettere: redditi inventati e sussidi distorti, scaricando sulla finanza pubblica i vizi del paese”.

Ha quindi concluso assicurando l’utilizzo delle risorse disponibili a sostegno di chi lavora, in particolare dei redditi bassi, e per agevolare in modo mirato gli investimenti produttivi, confermando che il Ministero sarà disposizione delle imprese per lavorare insieme su questi temi.

 

Per rivedere l’intervento del ministro Giancarlo Giorgetti CLICCA QUI

 

Il Bilancio sociale 2022

 

 

Il direttore Stefano Maroni ha nuovamente preso la parola per presentare il Bilancio sociale 2022 dell’Associazione.

Positivo, in primis, il risultato della campagna tesseramento, che si è conclusa con il 100,27% dei rinnovi (una crescita dello 0,27% del numero dei soci rispetto all’anno precedente) “un dato lusinghiero, che testimonia la fedeltà delle nostre imprese, le quali ci hanno riconosciuto quale punto di riferimento fondamentale, e apprezzato la nostra vicinanza nell’averle accompagnate con professionalità e qualità in un biennio molto complesso. E questo nonostante a livello provinciale abbiamo assistito a una ulteriore flessione delle imprese artigiane iscritte all’Albo”.

Per quanto riguarda i risultati economici ottenuti a fine 2022, il direttore ha evidenziato come l’anno si sia chiuso con un risultato netto di gestione pari a 246.601 euro, un volume d’affari pari a 18,7 milioni di euro e un patrimonio netto assestato a 5.073.404 euro.

Particolarmente intensa l’attività di lobby che Confartigianato ha portato avanti sia a livello nazionale che regionale che provinciale. Proprio sul piano provinciale, nel 2022 Confartigianato Imprese Bergamo è stata protagonista di diverse iniziative in vista dell’evento Bergamo Brescia Capitale della Cultura. Come la collaborazione con Accademia Carrara nell’ambito del progetto “ArtigianoCapitale #Bergamo2023″, con l’obiettivo di valorizzare i talenti e la bellezza delle professioni. E ancora, il privilegio di aver ospitato il prestigioso “Forum Ambrosetti” con un convegno sul passaggio generazionale nelle piccole imprese. Altri eventi di rilievo, la 7ª Fiera dei Mestieri (ancora online a causa del perdurare delle restrizioni della pandemia) per orientare i giovani studenti alle professioni; la 33ª Conferenza Organizzativa, alla presenza del direttore del Censis Massimiliano Valeri, incentrata benessere lavorativo, fino ai progetti internazionali, come il percorso avviato con il consolato del Messico a Milano che ha portato quest’anno all’iniziativa “Advento Forum Italia México – ideareFare il design”, rivolto alle imprese dell’Area Immagine, Arte e Comunicazione e dell’Area Produzione e Subfornitura.

Si è poi focalizzato sui risultati ottenuti dai servizi forniti agli associati, a cominciare dallo Sportello Energia, che ha aiutato a far recuperare alle nostre aziende ben 3.625.000 euro di “credito d’imposta energia”. E lo sportello Bonus Casa, che dall’attivazione nel 2021 al 31 dicembre 2022 ha gestito la cessione di oltre 5 milioni di euro di crediti d’imposta.

Particolarmente significativo, poi, l’incremento degli incontri con le aziende associate, al fine di ascoltarne esigenze, raccoglierne richieste e presentare i servizi a loro dedicati: in tutto sono stati 3.153 (+653 rispetto al 2021), superando addirittura i livelli pre-Covid.

 

Per scaricare il Bilancio Sociale 2022 CLICCA QUI

 

 

I presidenti dei Movimenti associativi

 

La parola è poi passata ai presidenti dei tre Movimenti associativi.

 

 

Cecilio Testa, da poco riconfermato presidente del Gruppo Anziani ANAP Bergamo, ha evidenziato come sempre più anziani si stiano ormai digitalizzando, spinti dalla necessità di usufruire dei servizi della pubblica amministrazione. “Va detto – ha aggiunto – che la comunicazione online supera molte barriere e consente a chi appartiene alla terza età di mantenersi in contatto con amici e familiari distanti, mantenersi informati su ciò che succede nel mondo, svolgere operazioni bancarie o burocratiche senza muoversi da casa, e cosa importantissima prenotare prestazioni mediche. L’85% degli anziani possiede uno smartphone e di fatto la pandemia ha esteso le strade della tecnologia anche a questa fascia di popolazione”.

Testa ha inoltre ricordato come in molte città italiane si organizzino corsi sull’utilizzo dei social rivolti alle persone “diversamente giovani” che conservano la voglia di imparare.

“Segnalo infine che cresce, sia pure in maniera più lenta, il numero di chi dispone di uno SPID. A novembre 2021 la percentuale era ferma al 34% nella fascia tra i 65 e i 74 anni e al 14% per gli over 75. Come non sembra decollare l’uso dell’app IO, utile per il pagamento di tributi e sanzioni. Il fatto che tali servizi siano considerati poco chiari deve indurre i nostri governanti a svolgere alcuni approfondimenti a riguardo”.

 

 

Per il Movimento Donne Impresa è intervenuta la vicepresidente di Confartigianato Bergamo nonché componente del direttivo Nadia Palazzi, portando i saluti della presidente Rita Messina Moretti impossibilitata ad essere presente. Declinando il tema della digitalizzazione sulle imprese artigiane femminili, ha evidenziato alcune azioni concrete per favorire questa evoluzione, superando gli ostacoli (economici, l’assenza di competenze specifiche e non solo) per trasformarli in risorse ed opportunità: “Reputo che per favorire la digitalizzazione delle imprese artigiane al femminile sia necessario promuovere la formazione e l’aggiornamento delle competenze digitali dei titolari e dei dipendenti delle imprese, in particolare quelle guidate da donne, offrire supporto economico (“Sono necessari interventi di sostegno come incentivi e agevolazioni, per aiutarle a finanziare gli investimenti necessari alla digitalizzazione”). E ancora, creare un ambiente favorevole alla digitalizzazione, eliminando gli ostacoli burocratici e favorendo la collaborazione tra imprese e istituzioni. “Per superare queste resistenze – ha aggiunto – è inoltre è necessario prevedere un periodo di transizione e dei metodi adeguati che consentano un avvicinamento al mondo digitale anche per le generazioni che non sono nate con gli strumenti tecnologici”.

 

 

Valentina Brunelli, neopresidente del Movimento Giovani Imprenditori, alla sua prima Assemblea pubblica, ha evidenziato come parlare di digitalizzazione non significhi sostituire le competenze, le abilità e l’impegno con una intelligenza artificiale: “Ecco perché, prima di digitalizzare la propria impresa, diventa importante rifocalizzarsi ed aggiornare i propri obiettivi per poi valutare che tipo di tecnologie introdurre, ovvero su quali aree intervenire: produttiva, commerciale, tecnica o altro. Una volta definite le aree su cui lavorare, diventa quindi importante l’acquisizione di nuove competenze digitali e la formazione delle risorse umane”. Brunelli ha sottolineato come il processo debba essere equilibrato e calibrato sulle capacità del proprio team: “Abbiamo capito che la formazione nostra e dei nostri collaboratori fa parte di questo di processo, anzi è imprescindibile, ma resta un ultimo elemento altrettanto decisivo”.

Ha quindi raccontato l’esperienza personale del processo di digitalizzazione all’interno della propria azienda e ha concluso: “Personalmente, anche io credo che il futuro stia nella capacità di gestire i dati, e il luogo in cui ci troviamo oggi ne è la dimostrazione. Tuttavia, penso anche che la creatività sia uno dei super poteri degli artigiani ed ecco perché vedo nella digitalizzazione la risorsa capace di unire dati e creatività per traghettare le imprese artigiane nel futuro”.

 

Le conclusioni del segretario generale Mamoli

 

 

“Di fronte a queste sfide, le imprese a valore artigiano devono difendere i valori che rappresentano: i valori dell’impresa diffusa, il loro saper stare dentro le comunità, la loro sostenibilità, il loro essere non solo attori economici ma anche attori sociali e contribuire al rilancio di questo nostro paese che tutti noi amiamo”.

Queste le parole del segretario generale di Confartigianato Imprese Vincenzo Mamoli, chiamato a concludere l’Assemblea.

Nel suo intervento, il segretario ha passato in disamina tutti i temi al centro del dibattito politico-economico del nostro paese, a cominciare dalla Legge di Bilancio in fase di redazione, all’attuazione del PNRR nella parte in cui sostiene l’innovazione delle imprese, al ruolo dell’impresa artigiana nella rigenerazione urbanistica: “Il tema della riqualificazione del territorio è per noi di straordinaria importanza e uno degli aspetti prioritari delle attività delle impese che la nostra Organizzazione rappresenta, in quanto coinvolge i nostri valori: noi siamo quelli che vogliono rilanciare i territori in cui operiamo, quei territori dove, spesso, nessuno vuole starci più. Facciamo “animazione economica” con innovazione e qualità: non per niente, tra i dati più significativi si registra una crescita della presenza delle micro e piccole imprese nel digital export e questo dimostra la capacità dell’imprenditore dell’impresa diffusa di essere tra i soggetti che fanno girare l’economia e che portano valore al territorio”.

Le imprese devono però essere sostenute, a partire da un approccio culturale ai temi della digitalizzazione (in questo senso è fondamentale il ruolo delle Università e della ricerca nel mettere a disposizione relazioni, competenze e buone pratiche per formare nuove competenze) che poi verrà trasferito nei processi aziendali i quali, però, necessitano di investimenti.

“Per questo – ha aggiunto Mamoli – come Confartigianato abbiamo chiesto al ministro Giorgetti, che ha parlato di transizione 4.0, di agevolare e accelerare anche la transizione 5.0 che serve a sostenere la ricerca, l’innovazione e le competenze per la trasformazione tecnologica e digitale”.

Ha inoltre ricordato l’incontro del Governo con le parti sociali, avvenuto nei giorni scorsi a Palazzo Chigi per presentare le linee della manovra di bilancio, a cui ha preso parte il presidente nazionale Marco Granelli.

“Abbiamo ben chiaro il perimetro ristretto in cui la manovra si trova ad operare e il senso di responsabilità porta a fare scelte mirate. La nostra richiesta è che, nonostante i vincoli, il governo possa dedicare maggiore attenzione al mondo delle imprese e infondere in loro fiducia. Un pezzo di strada insieme lo abbiamo già fatto, molte cose che noi chiedevamo per lo sviluppo delle nostre aziende sono state inserite: c’è qualcosa per incentivare la nuova occupazione, ci sono incentivi per la transizione 5.0, c’è il rifinanziamento della Legge Sabatini, il rifinanziamento dei bonus per l’edilizia, senza contare il tema della riforma fiscale e della semplificazione burocratica. Riteniamo che il PNRR sia l’unico strumento, oggi, capace di fare da volano per la crescita e l’occupazione anche delle micro e piccole imprese, i cui investimenti oggi registrano un segno negativo”.

Mamoli ha infine ricordato l’impegno di Confartigianato con la costituzione dei DIH – Digital Innovation Hub, “una rete capillare sul territorio nazionale che permette quotidianamente il dialogo tra decine di imprese sui temi della digitalizzazione, attivando buone pratiche e permettendo di fare progettualità avanzate per ottenere i relativi finanziamenti. Questa è la naturale evoluzione della nostra attività di servizio e accompagnamento alle imprese associate”.

 

I lavori sono terminati con la presentazione del nostro servizio check-up digitale a disposizione delle aziende e con un buffet offerto a tutti i presenti.

 

 

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