Nonostante la pandemia, anche nel 2020, dopo il 2019, cresce la spesa per investimenti in opere pubbliche. A renderlo noto è l’ultimo rapporto curato dal Servizio Studi della Camera dei Deputati, in collaborazione con il Cresme e con l’Autorità nazionale anticorruzione ANAC, e presentato alla Commissione ambiente nella seduta del 12 maggio scorso.
Il Rapporto fornisce un quadro delle infrastrutture strategiche e prioritarie aggiornato al 31 dicembre 2020: dalla programmazione alla realizzazione, all’evoluzione dell’intero mercato delle opere pubbliche, anche alla luce dei diversi interventi legislativi che si sono susseguiti negli ultimi anni e, da ultimo, degli effetti della crisi pandemica.
Il settore delle opere pubbliche, si legge nel documento, nell’ultimo biennio ha avviato una nuova fase operativa e di spesa e, in particolare, gli investimenti fissi lordi in costruzioni degli enti locali, dopo le pesanti contrazioni del 2016 e del 2017, sono tornati a crescere del 14,9% nel 2019 (pari a 9,3 miliardi di euro) e del 2,3% nel difficile 2020 (pari a 9,5 miliardi di euro).
Nel Rapporto vengono quindi analizzate le dinamiche dei bandi e delle aggiudicazioni delle gare di opere pubbliche, che forniscono un importante strumento per valutare lo stato di avanzamento delle infrastrutture strategiche. Tale analisi tiene conto delle diverse caratteristiche della domanda e considera:
- il mercato dei lavori tradizionali, formato da appalti di sola esecuzione dei lavori, da appalti integrati di progettazione ed esecuzione dei lavori e appalti a contraente generale;
- il mercato complesso della costruzione/manutenzione e della gestione, ossia dei contratti d’appalto misti di servizi e lavori, costituito principalmente da appalti per l’acquisizione centralizzata di servizi integrati di conduzione, gestione e manutenzione dei patrimoni pubblici;
- il mercato complesso del partenariato pubblico privato (PPP), ossia delle concessioni di lavori, di servizi e di altri contratti che prevedono il coinvolgimento di capitali privati, che integrano tutte quelle attività che accompagnano l’intero ciclo di vita delle opere pubbliche, ossia le attività di progettazione, finanziamento, costruzione, manutenzione e gestione dei servizi da prestare all’utenza.
Nel 2020, con l’emergenza Covid-19, il mercato delle opere pubbliche prima rallenta e poi accelera. Più precisamente, sono stati indetti 22.032 bandi di OO.PP. per un valore di circa 43,7 miliardi che, rispetto ai valori del 2019, corrispondono a un calo del 6,3% riguardo al numero (23.511 bandi) e un importo aumentato dell’11,1% (39,3 miliardi): un numero di bandi in calo, dunque, che interessa solo quelli sotto soglia europea, a motivo principalmente della ridotta attività delle stazioni appaltanti (soprattutto i comuni) sia nel periodo di lockdown (-17% a marzo 2020 rispetto a marzo 2019; -41% ad aprile; con un saldo negativo nel 1° semestre del -8,2%) che nei mesi successivi (-4,5% nel secondo semestre) caratterizzati dal persistere della pandemia; un importo in forte crescita nella seconda metà dell’anno (+128% rispetto al 1°semestre 2020; +33% rispetto al secondo semestre 2019) per effetto della messa in gara di contratti di importo rilevante facilitata anche dalle semplificazioni disposte dai Dl 32/2019 e 76/2020.
Riguardo ai primi effetti delle norme del decreto-legge 76/2020 che prevedono la possibilità di ricorrere in modo più ampio alla procedura negoziata senza bando per l’affidamento dei lavori fino e oltre la soglia europea, l’articolazione dei dati del 2020, per trimestri e per classi dimensionali, fa emergere il significativo aumento nell’ultimo trimestre del ricorso alla procedura negoziata senza bando per l’affidamento dei contratti sopra la soglia europea. Un altro dato importante è la fase espansiva degli importi degli appalti di lavori tradizionali e di quelli di costruzione/manutenzione e gestione ma non dei PPP.
Nel 2020 il mercato dei lavori pubblici tradizionali, a fronte di una crescita dell’11,1% dell’importo dei bandi dell’insieme delle opere pubbliche registra un +38,1% (si passa da 25,2 a 34,7 miliardi). Decisivi gli appalti integrati che registrano tassi di crescita del 238% (da 3,3 a 11,2 miliardi) degli importi, accompagnata da un aumento del 97% del numero di bandi (da 281 a 553 bandi).
Il dinamismo dei lavori pubblici tradizionali è confermato anche dal dato delle aggiudicazioni: +16,3% a fronte di una crescita del 5,4% dell’insieme delle opere pubbliche. In crescita anche gli importi degli appalti di costruzione/manutenzione e gestione (+58,8% nel 2020, da circa 2,7 a 4,3 miliardi). In forte calo i PPP (-59,2% nel 2020, da 11,5 a 4,7 miliardi) a motivo dell’eccezionale ammontare di risorse disponibili e dell’entrata in vigore del decreto semplificazioni che sembrano favorire il ricorso agli appalti tradizionali, anche per i tempi di attuazione più brevi.
Scarica il “Rapporto 2021 infrastrutture strategiche e prioritarie, programmazione e realizzazione”
(FONTE ANAEPA)