Un indagine dell’Ufficio Studi di Confartigianato nella fase di lock down e nella successiva ripartenza
Nei settori manifatturieri del legno e mobili operano 47.447 unità locali con 234.326 addetti, con una elevata concentrazione di micro e piccole imprese: sono 46.981 le unità locali con meno di 50 addetti, rappresentano il 99% del totale e danno lavoro a 182.089 addetti, oltre i tre quarti (77,7%) del comparto.
La filiera del legno e arredo arriva nel complesso a 51.089 unità locali e 240.167 addetti sommando, ai due settori manifatturieri esaminati, ulteriori 3.642 unità locali e 5.841 addetti della riparazione di mobili e di oggetti di arredamento, laboratori di tappezzeria. Nel dettaglio, la fabbricazione di mobili – con 132.595 addetti – rappresenta il 55,1% dell’intera filiera, il legno – con 101.728 addetti – rappresenta il 42,4% mentre la riparazione di mobili e tappezzeria pesa per il restante 2,4%.
Centrando l’attenzione sui due comparti manifatturieri di legno e mobili, in questo importante cluster del Made in Italy è alta la vocazione artigiana: le 35.957 unità locali artigiane rappresentano i tre quarti (75,8%) delle imprese e i 104.841 addetti nell’artigianato sono il 44,7% dell’occupazione. Nelle due regioni di Lombardia – con 22 mila addetti – e Veneto – con 19 mila addetti – si concentra il 40% dell’artigianato italiano del legno-arredo. L’artigianato rappresenta più di metà dell’occupazione del settore in Valle d’Aosta (gli addetti dell’artigianato sono l’84,5% del comparto), in Liguria (68,7%), Trentino-Alto Adige (65,8%), Sicilia (65,6%), Piemonte (62,2%), Sardegna (61,8%), Calabria (58,6%) e Toscana (53,4%). Nel 2019 l’Italia, con vendite all’estero per 11,8 miliardi di euro, è il terzo esportatore dell’Unione europea di prodotti del legno-arredo, dietro alla Germania (17,8 miliardi di euro) e Polonia (15,4 miliardi di euro). Nel dettaglio l’Italia sale al secondo posto, dietro alla Germania, per esportazioni di mobili per ufficio e negozi e di mobili per cucina; l’Italia è sempre al secondo posto, ma questa volta dietro alla Polonia, per vendite all’estero di mobili per arredo domestico, sedie, poltrone e divani, ecc. (Codice Ateco 2007: C 31.09).
I primi dieci territori provinciali per indice di specializzazione produttiva dell’artigianato del legno-arredo sono Monza Brianza, Como, Udine, Pesaro e Urbino, Bolzano, Pordenone, Sondrio, Belluno, Trento e Treviso.
La crisi Covid-19 ha inferto un duro colpo al comparto del legno-arredo, indebolendo sia la domanda interna che quella estera. Sulla base dell’ultima survey di giugno ‘Effetti del coronavirus sulle MPI’, le micro-piccole imprese del legno-arredo ad aprile hanno perso il 72,2% del fatturato, mentre a maggio la flessione, pur sempre pesante, si attenua (-41,8%).
Nel bimestre marzo-aprile 2020 le esportazioni del legno-arredo registrano una caduta del 46,3% – pari a quasi 1 miliardo di euro in meno di vendite – che porta nei primi quattro mesi dell’anno ad una caduta delle esportazioni del 24,1%, una intensità doppia del calo del 12,1% registrata dal totale del manifatturiero.
Sul fronte della domanda interna, nel trimestre marzo-maggio 2020, le vendite al dettaglio di mobili ed articoli tessili e di arredamento per la casa si dimezzano (-53,7%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, un calo decisamente più marcato rispetto a quello registrato dalla media dei prodotti non alimentari (-36,5%).
(Fonte: Confartigianato Imprese)