Presentato a Milano il rapporto 2023 di Confartigianato Lombardia. Intervenute anche due imprenditrici associate

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Il 17 ottobre 2023 è stato presentato a Palazzo Pirelli a Milano il Rapporto 2023 di Confartigianato Lombardia ‘IMPRONTE D’IMPRESA. Un’identità d’avanguardia per le PMI’ realizzato in collaborazione con Regione Lombardia.

Un evento che ha visto il confronto tra il mondo economico e la politica, con Confartigianato Lombardia al tavolo con Regione e tante imprese a portare la propria concreta testimonianza.

 

Confartigianato Lombardia ha presentato la panoramica più attuale della PMI e dell’artigianato, raccontandolo attraverso i dati che ne descrivono le principali traiettorie di evoluzione. In preparazione allo studio quantitativo, inoltre, sono stati organizzati due focus group per ascoltare dalla viva voce degli imprenditori le fatiche e i successi, i cambiamenti e gli ostacoli principali affrontati nell’ultimo anno, soprattutto per comprendere le strategie da loro messe in campo in tale contesto.

 

Due le imprese associate a Confartigianato Imprese Bergamo che hanno portato la propria testimonianza: Valentina Guerini della ditta Val.Ma.Tech. Srl (robot collaborativi – Ponte Nossa) e Jasmine Novo della ditta Maker Srl (impresa edile – Almè).

I temi di maggior interesse affrontati sono stati robot & intelligenza artificiale, capitale umano e persone e azioni volte alla sostenibilità sociale e ambientale.

 

 

 

I 10 numeri chiave del Rapporto 2023

Ecco i dati emersi dal Rapporto 2023:

 

12 come il numero di imprenditori che operano su diversi territori lombardi e in differenti settori chiave del made in Italy le cui testimonianze hanno rappresentato il punto di partenza per l’approfondimento dei tre temi chiave affrontati nel rapporto e per la costruzione del sondaggio d’ascolto.

 

71,6% quota di MPI che impiegano oltre 1 anno a formare neoassunti e faticano a trattenere manodopera. Il problema del trattenere manodopera è uno dei due problemi strutturali, non risolvibili nel medio periodo, che attanagliano le imprese insieme alla difficoltà a trovare manodopera.

 

Il primo è maggiormente risentito da coloro che impiegano tempi lunghi per formare neoassunti (> di un anno) mentre il secondo ha impatto maggiore sulle realtà che nei prossimi anni saranno interessate da ricambio generazionale dei dipendenti.

 

45,7% quota di MPI per cui la mancanza di manodopera ha determinato una mancata crescita degli ordini, determinando un mancato effetto espansivo dell’impresa. A fronte di queste problematiche le soluzioni, più o meno efficaci, introdotte dalle imprese ‘solite a rimboccarsi le maniche’ sono: premi di produzione, attivazione di collaborazioni con scuole e introduzione di pacchetti di welfare aziendale.

 

 

 

 

56,8% quota di MPI che collaborano con le scuole e che ritengono tali relazioni, insieme all’attivazione di stage e tirocini, centrali per agevolare l’avvicinamento e allo stesso tempo l’ingresso dei giovani nel mondo delle imprese, spesso a loro sconosciuto, riducendo, in parte, il problema di trovare manodopera.

 

+1,3 p. è l’aumento della quota di imprese che attivano corsi di formazione rivolti al personale già presente nell’impresa per l’adeguamento delle competenze affinché siano in grado di valorizzare gli investimenti tecnologici realizzati. Ciò da evidenza di come resta centrale, anche per il cambiamento spinto dalla tecnologia, la persona.

 

 

 

 

32,5% entrate esposte a elevato impatto dell’intelligenza artificiale (IA) sull’occupazione. Quota più alta rilevata tra le regioni italiane. Per le MPI lombarde tale quota si attesta al 28,5%, sotto al 32,5% del totale, ma sopra al 22,2% rilevato per le MPI a livello nazionale.

 

8,2% quota di MPI consapevoli dei risvolti che l’IA potrà avere sul settore d’appartenenza dell’impresa. Tra le imprese che non si considerano neutrali allo sviluppo dell’IA – 1 su 5 delle MPI – seppur non ne conoscono le reali conseguenze prevale l’ottimismo, poiché il 73% di queste considerano lo sviluppo dell’IA più un’opportunità che un pericolo.

 

 

 

 

72,8% quota MPI pro-sostenibilità ambientale. Le MPI hanno migliorato le loro performance green anche per far fronte alla crisi energetica effettuando investimenti per lo più in macchinari, strumenti informatici e mobilità sostenibile. Investimenti per cui l’8,2% delle MPI ha trovato supporto in bandi/incentivi. Mentre un 12,9% ha provato ad accedervi senza successo.

 

67,2% quota MPI con dipendenti pro-sostenibilità sociale. Tra le imprese pro-sostenibilità ambientale e sociale il 15,5% redige il bilancio sociale, mentre un 11,3% ha intenzione di farlo nel prossimo futuro; invece un 16,1% possiede certificazioni di qualità, ambientali, di sicurezza e sociali. Il 41% delle MPI che misurano le loro performance ambientali e sociali, attraverso bilancio sociale e/o certificazioni, lo fanno perchè consapevoli dell’importanza che avranno questi strumenti per stare nelle filiere e competere.

 

 

Le MPI e le imprese artigiane da sempre sono le promotrici delle buone prassi di sostenibilità sociale:

  • stanno nei piccoli comuni
  • stanno sullo stesso territorio per molto tempo garantendo continuità (in media più di 40 anni)
  • sono stimolo per l’autoimprenditorialità (il 10% di MPI indica che ex dipendenti hanno avviato una start up nel corso degli ultimi 5 anni)

rappresentano vere ‘palestre di lavoro’ dove i giovani possono arricchirsi imparando un mestiere a 360 gradi (il 66% delle MPI  hanno formato  almeno un giovane negli ultimi 5 anni).

 

 

 

Per rivedere la presentazione del rapporto CLICCA QUI

 

 

Scarica il materiale del Rapporto 2023: CLICCA QUI

 

 

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