Un incontro che rimarrà per sempre nel cuore e nella mente degli oltre 170 soci di Confartigianato Imprese Bergamo che, guidati dal presidente Giacinto Giambellini e dal direttore Stefano Maroni, sabato 10 febbraio hanno avuto il privilegio di partecipare all’udienza speciale in Vaticano che Papa Francesco ha voluto riservare a tutti i soci di Confartigianato e alle loro famiglie.
Nella sala Paolo VI, assieme a 7 mila imprenditori e dirigenti della nostra confederazione provenienti da tutta Italia sotto la guida del presidente nazionale Marco Granelli, la commozione e l’emozione sono stati i sentimenti che hanno pervaso tutti i presenti.
Un’udienza che inizialmente si sarebbe dovuta svolgere nel 2021 ma che era saltata a causa dell’emergenza Covid. E proprio per ricordare il dramma che ha vissuto in quel periodo la nostra provincia, il presidente Giambellini ha fortemente voluto portare al Santo Padre la Croce costruita da tre artigiani con semplici assi di legno e diventata simbolo del sacrificio e dell’altruismo dei mille volontari che, a marzo 2020, realizzarono quel “miracolo d’amore” che è stato l’ospedale da campo alla Fiera di Bergamo: un’opera ultimata a tempi di record, solo una decina di giorni.
E Papa Francesco, dopo un intenso discorso in cui ha elogiato la figura dell’artigiano e i valori cristiani dell’altruismo e della solidarietà che esso sa esprimere, si è chinato su quel crocifisso, che ha saputo portare conforto e speranza a tantissime persone nell’anno più duro per la nostra terra, e lo ha benedetto.
Un gesto che per noi bergamaschi ha significato molto: in quella semplice croce benedetta dal Vicario di Cristo, sono infatti rappresentati tutti i malati che non sono rimasti soli e sono guariti dalla malattia ma anche tutti coloro che, purtroppo, non ce l’hanno fatta.
Dopo la benedizione, il Santo Padre ha dedicato i suoi sorrisi e le sue carezze (e donato anche caramelle) ai tanti bambini e bambine, figli dei nostri artigiani, che lo hanno circondato d’affetto.
Ecco, di seguito, il discorso integrale del Santo Padre
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Sono contento di accogliervi così numerosi, imprenditori e rappresentanti della Confederazione, venuti da ogni parte d’Italia. Saluto il Presidente e tutti voi che fate parte di Confartigianato.
Nata nel 1946 sulle ceneri della Seconda guerra mondiale, la vostra Associazione ha contribuito alla rinascita e allo sviluppo dell’economia nazionale. In questi decenni l’artigianato ha conosciuto notevoli trasformazioni, passando dalle piccole botteghe ad aziende che producono beni e servizi anche su larga scala. L’uso delle tecnologie ha accresciuto le possibilità del settore, ma è importante che non finiscano per sostituire la fantasia dell’uomo, creato a immagine e somiglianza di Dio. Le macchine replicano, anche con una rapidità eccezionale, mentre le persone inventano!
Le vostre attività valorizzano l’ingegno e la creatività umana. In particolare, vorrei sottolineare quanto il vostro lavoro sia connesso con tre membra del corpo: le mani, gli occhi e i piedi.
Le mani. Il lavoro manuale rende partecipe l’artigiano dell’opera creatrice di Dio. Fare non equivale a produrre. Mette in gioco la capacità creativa che sa tenere insieme l’abilità delle mani, la passione del cuore e le idee della mente. Le vostre mani sanno realizzare moltissime cose che vi rendono collaboratori di Dio. Dice il Signore: «Come l’argilla è nelle mani del vasaio, così voi siete nelle mie mani» (Ger 18,6). Benedite e ringraziate il Signore per il dono delle mani e per il lavoro che vi consente di esprimere. Sappiamo che non tutti hanno questa fortuna: c’è chi sta con le mani in mano, c’è chi è disoccupato e chi è in cerca di occupazione. Tutte situazioni umane che hanno bisogno di essere guarite. A volte capita anche che le vostre aziende siano in ricerca di personale qualificato e non lo trovino: non scoraggiatevi nell’offrire posti di lavoro e non abbiate timore a includere le categorie più fragili, ossia i giovani, le donne e i migranti. Vi ringrazio per il contributo che date per abbattere i muri dell’esclusione verso chi ha gravi disabilità o è invalido magari proprio a causa di un incidente sul lavoro, verso chi è tenuto ai margini e sfruttato. Ogni persona va riconosciuta nella sua dignità di lavoratrice e lavoratore. Non tarpiamo mai le ali ai sogni di chi intende migliorare il mondo attraverso il lavoro e servirsi delle mani per esprimere sé stesso.
Gli occhi. Le mani, adesso gli occhi. L’artigiano ha uno sguardo originale sulla realtà. Ha la capacità di riconoscere nella materia inerte un capolavoro prima ancora di realizzarlo. Quello che per tutti è un blocco di marmo, per l’artigiano è un elemento di arredo; quello che per tutti è un pezzo di legno, per un artigiano è un violino, una sedia, una cornice!L’artigiano arriva prima di tutti a intuire il destino di bellezza che può avere la materia. E questo lo avvicina al Creatore. Nel Vangelo di Marco Gesù è definito «il falegname» (6,3): il figlio di Dio è stato artigiano, ha imparato il mestiere da San Giuseppe nella bottega di Nazaret. Ha vissuto per diversi anni tra pialle, scalpelli e attrezzi di carpenteria. Ha imparato il valore delle cose e del lavoro. Il consumismo ha diffuso una brutta mentalità: la mentalità dell’“usa e getta”. Ma il creato non è una somma di cose, è dono, «un mistero gaudioso che contempliamo nella letizia e nella lode» (Enc. Laudato si’, 12). E voi artigiani ci aiutate ad avere occhi diversi sulla realtà, a riconoscere il valore e la bellezza della materia che Dio ha messo nelle nostre mani.
I piedi. Le mani, gli occhi… e ora i piedi. I prodotti che escono dalle vostre attività camminano per il mondo intero e lo abbelliscono, rispondendo ai bisogni della gente. L’artigianato è una strada per lavorare, per sviluppare la fantasia, per migliorare gli ambienti, le condizioni di vita, le relazioni. Per questo mi piace pensarvi anche come artigiani di fraternità. La parabola del buon samaritano (cfr Lc 10,29-37) ci ricorda questo artigianato delle relazioni, del condividere insieme. Il samaritano si è fatto prossimo, si è chinato e ha rialzato l’uomo ferito rimettendolo in piedi e ungendolo di dignità attraverso i gesti della cura. Così «la parabola ci mostra con quali iniziative si può rifare una comunità a partire da uomini e donne che fanno propria la fragilità degli altri, che non lasciano edificare una società di esclusione, ma si fanno prossimi e rialzano e riabilitano l’uomo caduto, perché il bene sia comune» (Enc. Fratelli tutti, 67). I nostri piedi ci consentono di incontrare molte persone cadute lungo la strada: attraverso il lavoro possiamo permettere loro di camminare con noi. Possiamo diventare compagni di strada, in mezzo alla cultura dell’indifferenza. Ogni volta che facciamo un passo per avvicinarci al fratello, diventiamo artigiani di una nuova umanità.
Vi incoraggio ad essere artigiani di pace in un tempo in cui le guerre mietono vittime e i poveri non trovano ascolto.Le vostre mani, i vostri occhi, i vostri piedi siano segno di un’umanità creativa e generosa.E il vostro cuore sia sempre appassionato della bellezza. Grazie per il bene che realizzate. Vi affido alla protezione di San Giuseppe, che custodisca voi, le vostre famiglie e il vostro lavoro. Vi benedico di cuore. E vi chiedo per favore di pregare per me. Grazie!
Anche i mass media hanno dedicato ampio risalto a questa giornata speciale per tutta la famiglia Confartigianato.
Di seguito, due articoli pubblicati da L’Eco di Bergamo, rispettivamente sabato 10 febbraio e domenica 11 febbraio, che raccontano l’arrivo a Roma dei nostri artigiani e la cronaca dell’udienza.
Per leggere la cronaca dell’arrivo degli artigiani bergamaschi CLICCA QUI
Per leggere la cronaca dell’incontro con il Santo Padre CLICCA QUI
Guarda la galleria fotografica dell’evento CLICCA QUI
Rivedi il discorso del Papa
Momenti di socialità e convivialità
Sono stati questi i momenti più toccanti del viaggio, iniziato venerdì 9 febbraio, e che ha visto anche diversi momenti di socialità e convivialità, molto apprezzati dai partecipanti.
Tra questi, il pomeriggio del venerdì si è tenuta una interessantissima visita guidata alle principali bellezze della Roma barocca, e tra gli edifici-simbolo della Capitale, gli artigiani hanno anche potuto visitare il maestoso interno della Camera di Commercio di Roma.