PROPOSTA DA CONFARTIGIANATO NEL SETTORE DELLA MODA, PER UN’ ECONOMIA CIRCOLARE: EU STRATEGY FOR SUSTAINABLE TEXTILES

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In Italia le micro, piccole e medie imprese operanti nel settore della moda Made in Italy (abbigliamento, pelle e tessile) sono circa 55.000 con un totale di 309.000 addetti diretti dei quali circa 68.000 nel solo settore tessile. In Europa le 171.000 imprese della filiera occupano 1,7 milioni di lavoratori.

L’occupazione del comparto del quadrilatero italiano della Moda (Toscana, Marche, Emilia Romagna, Veneto e Lombardia), arriva a 227.000 addetti e supera del 25,6% l’occupazione delle omologhe imprese di Spagna, Germania e Francia messe insieme.  Nel solo distretto toscano di Prato l’occupazione delle MPI del tessile si avvicina a quella dell’intera Spagna e supera quella della Polonia.

L’Agenzia Europea per l’Ambiente rileva che Il settore a livello Europeo occupa la 4ª posizione tra i settori che utilizzano più materie prime e acqua dopo il settore alimentare, l’edilizia abitativa e i trasporti, e la 5ª posizione per quanto riguarda le emissioni di gas a effetto serra.

L’applicazione dei principi dell’economia circolare e la trasformazione degli scarti in nuove risorse da reimpiegare nel ciclo produttivo, rappresenta una grande opportunità di sviluppo per le imprese e consentirebbe di ridurre l’impatto sull’ambiente della filiera in termini di risparmio di materie prime vergini, riduzione del consumo di acqua e lotta ai cambiamenti climatici.

 

In Italia nel 2018 (ultimi dati disponibili) sono state raccolte circa 146.000 tonnellate di rifiuti tessili mediante raccolta differenziata dei rifiuti urbani. I rifiuti tessili da ingombranti (materassi, moquette, tappeti) non sono oggetto di raccolte particolarmente organizzate e diffuse e sono spesso avviati principalmente a smaltimento, sprecando risorse. Il 3% dei quantitativi raccolti, circa 4.400 tonnellate, sono stati avviati a smaltimento in discarica; circa 100.000 tonnellate (68%) sono state avviate al riutilizzo di indumenti, scarpe e accessori di abbigliamento, per reimmetterli nei cicli di consumo. La frazione non adatta al riuso costituita da 43.000 tonnellate (29%) è stata avviata alla produzione di pezzame industriale o a rifilatura, cardatura e sfilacciamento delle fibre, finalizzata al reimpiego per produrre nuovo tessuto o altri prodotti.  Ed è proprio su questi ultimi materiali che si riscontra un forte interesse da parte dei mercati internazionali, finalizzato al loro impiego nel campo della moda e dell’arredamento.

 

In Italia, prima che nel resto d’Europa, tali quantitativi sono destinati ad aumentare considerevolmente in tempi brevissimi. Infatti, se il pacchetto di Direttive europee sull’Economia circolare dispone che ogni Stato membro debba istituire l’obbligo per la raccolta differenziata dei rifiuti tessili entro il 1° gennaio 2025, il legislatore italiano, nel decreto di recepimento , ha anticipato tale obbligo al 1°gennaio 2022.  Rendendo obbligatoria la raccolta differenziata dei rifiuti tessili su tutto il territorio nazionale è evidente che le frazioni destinate al riuso e al reimpiego per nuovi prodotti subiranno un notevole incremento che può essere gestito creando opportunità di investimento per impianti di trattamento, posti di lavoro “green” e riducendo l’impatto ambientale

Affinché il reimpiego degli scarti per produrre nuovo tessuto e nuovi prodotti possa affermarsi in pieno è necessaria l’adozione di una normativa End of Waste per questi materiali e la diffusione del concetto di eco-design che spinga i designer a prevedere l’uso di materie prime riciclate e a semplificare le operazioni di riciclo a fine vita dei prodotti.

Pertanto, Confartigianato ritiene auspicabile l’emanazione di un regolamento Europeo contenente criteri comunitari di End of Waste per tali flussi di rifiuti, in modo da garantire una corretta e più fluida circolazione commerciale dei prodotti riutilizzabili ottenuti dal loro trattamento e selezione, nonché una maggiore uniformità gestionale e di controllo nel mercato europeo, per porre in essere pari condizioni tra gli operatori nei diversi Stati dell’Unione europea.

 

 

Per informazioni:

Ufficio Aree di Mestiere – Alfredo Perico (Tel. 035.274.292; e-mail: alfredo.perico@artigianibg.com).

 

 

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