Ammontano a 450 milioni di euro i ricavi mancanti totalizzati nel 2020 dalle quasi 25mila imprese del settore del benessere nella sola Lombardia (47 milioni solo per la provincia di Bergamo). Secondo quanto emerso da una recente indagine dell’Osservatorio di Confartigianato Lombardia infatti, questo risulta essere uno tra i comparti più colpiti dagli interventi di contenimento della pandemia.
Confartigianato ha segnalato come in questo settore ad alta presenza di imprese artigiane (sono oltre 20mila, pari all’83,9% del totale) il quadro economico risulti particolarmente grave.
Pertanto, in attesa che i dati sul contenimento dell’epidemia consentano alle imprese di tornare a lavorare, occorre supportare concretamente questi settori tramite ristori adeguati ed erogati in tempi rapidi e allo stesso tempo accelerare la campagna vaccinale, perché il rientro alla propria attività possa realizzarsi presto e in completa sicurezza.
Resta aperta ed attuale la questione degli operatori abusivi. Confartigianato ha ribadito che l’abusivismo è una vera piaga nel settore benessere, che rischia di aggravare sia gli effetti economici sulle imprese regolari, che i rischi sanitari. Questi operatori non solo non sono in regola con gli obblighi vigenti in materia di tutela della salute dei clienti, ma spesso hanno continuato a lavorare anche a fronte delle restrizioni in atto, esponendo sé stessi e i loro clienti a un elevato rischio di contagio. Confartigianato chiede, a tutela dell’economia e della salute, un rafforzamento dei controlli per impedire il dilagare di questo pericoloso fenomeno.
Gli effetti negativi della concorrenza sleale dell’abusivismo sulle imprese regolari del settore risultano particolarmente pesanti e sono stati aggravati dai diversi lockdown e dalla chiusura delle attività del benessere. Sulla base dei dati Istat si stima infatti che nei servizi alla persona il tasso di lavoro indipendente irregolare sia pari al 26,1%. La chiusura di acconciatori e centri di estetica nelle aree rosse lascia quindi spazio all’offerta irregolare di un esercito potenziale di abusivi composto in Lombardia da 7 mila soggetti.
In Lombardia, tra il 6 marzo e l’inizio di aprile 2021, la chiusura delle attività regolari ha esposto al mercato dell’abusivismo il 71% dei ricavi. Ricordiamo infatti che l’abusivismo genera un ingente danno economico e sociale, poiché l’attività degli indipendenti irregolari compromette la qualità e la sicurezza dei trattamenti, determina una evasione totale di imposte dirette, indirette e contributi sociali, oltre ad esercitare una pressione competitiva sleale sulle imprese regolari che penalizza la propensione agli investimenti e la domanda di lavoro.
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