È andata in scena a Milano la Fashion week, straordinaria manifestazione di stile e vetrina della moda italiana. Un contesto nel quale, tra le molteplici interviste ai grandi nomi del fashion system, spicca quella a Diego Della Valle che parla di “intelligenza artigianale”, riferendosi alla passerella di Tod’s con Carla Bruni a interpretare un’opera d’arte vivente.
Parole che fanno riecheggiare il claim coniato dalla nostra Confederazione e riportato sulle tessere degli Associati a Confartigianato Imprese in tutta Italia: IA Intelligenza Artigiana.
“Abbiamo declinato questa combinazione IA, che solitamente viene usata per identificare l’intelligenza artificiale, in un altro modo ben più completo e interessante, quello dell’intelligenza artigiana, creativa, sempre generativa, innovativa, mai banale, complessa, unica – spiega il Presidente di Confartigianato Lombardia, Eugenio Massetti – Nei recenti Stati generali della Comunicazione abbiamo ribadito questo concetto ponendo al centro la straordinaria capacità delle PMI di mettere testa, cuore e mani in tutto quel che propongono al mercato. È il centro della nostra campagna di brand identity, ormai biennale, perché queste sono le aziende che rappresentiamo”
Commenta così, entrando nel merito di ciò che hanno suscitato negli artigiani le parole dell’AD di Tod’s, il Presidente della categoria Tessile e Moda di Confartigianato Lombardia, Massimo Vielmi: “L’artigianato rappresenta un insieme di valori e pratiche produttive fondate su manualità, cura del dettaglio, passione e amore per il lavoro, sia esso artistico o manifatturiero. Le imprese artigiane, spesso a conduzione familiare, si distinguono per un forte spirito di coesione e collaborazione tra dipendenti e titolari. In particolare, nel settore tessile, l’artigianato è la massima espressione di qualità, bellezza e creatività, incarnando l’eccellenza del Made in Italy.
Tuttavia, negli ultimi anni, il termine “artigiano” è stato spesso abusato a fini commerciali. Molte aziende del settore moda lo utilizzano impropriamente per dare un valore aggiunto alle proprie collezioni, senza però rispettare i reali criteri dell’artigianato. Questo fenomeno ha portato a una distorsione del mercato, dove il vero valore dell’artigianato viene sfruttato come mero slogan pubblicitario, senza un reale riconoscimento delle competenze e del lavoro artigianale.
L’artigianato non è solo un termine di marketing, ma una vera e propria filosofia di lavoro basata su esperienza, creatività e dedizione. Il rischio attuale è che questa tradizione venga sempre più svilita, relegata a semplice etichetta commerciale, mentre il settore artigianale continua a subire le pressioni della produzione industriale di massa e delle logiche di mercato.
Il comparto artigiano, soprattutto nel settore moda e tessile, sta affrontando una delle crisi più profonde della sua storia. Non si tratta solo di un cambiamento produttivo, ma di una trasformazione culturale che mette in discussione il valore stesso dell’artigianato. Per questo, è essenziale sensibilizzare il mercato e i consumatori sull’importanza di scegliere prodotti realmente artigianali, che garantiscono qualità, sostenibilità e autenticità.
Acquistare prodotti artigianali significa investire in tradizione, competenza e creatività. Questo valore deve essere riconosciuto non solo dai consumatori, ma anche dalle istituzioni e dalla classe dirigente. È necessario adottare misure concrete a tutela delle imprese artigiane, affinché possano continuare a essere protagoniste del tessuto economico italiano.
Senza un intervento mirato, rischiamo di perdere uno dei pilastri della moda italiana, con conseguenze irreparabili per l’intero settore. L’artigianato non può e non deve essere solo un’etichetta di prestigio per le grandi aziende, ma un patrimonio da preservare e valorizzare con politiche di supporto adeguate. Solo così il “bello” e il “ben fatto” potranno continuare a essere un simbolo del nostro Paese nel mondo”.