Anche la normazione parla di idrogeno. E nello specifico di apparecchiature che riguardano l’uso e l’impiego dell’idrogeno per i veicoli; un tema davvero di grande interesse e attualità. È la commissione Recipienti fissi e trasportabili per gas compressi, disciolti o liquefatti che ha da poco recepito anche in lingua italiana la EN ISO 17268.
Questo documento definisce le caratteristiche di progettazione, sicurezza e di funzionamento dei collegamenti per il rifornimento dei veicoli terrestri a idrogeno gassoso (GHLV).
I collegamenti per il rifornimento GHLV sono costituiti, a seconda dei casi, dai componenti seguenti:
- presa del ricevitore e cappuccio di protezione montato sul veicolo (cioè il dispositivo predisposto per ricevere l’ugello);
- ugello (cioè il dispositivo collegato a un impianto di erogazione);
- hardware di comunicazione (cioè i componenti di associazione dati a infrarossi).
La norma è applicabile ai collegamenti per il rifornimento che hanno pressioni di esercizio nominali o livelli di servizio dell’idrogeno fino a 70 MPa. Non è applicabile ai collegamenti per il rifornimento che erogano miscele di idrogeno con gas naturale.
Gli ugelli e le prese devono essere progettati in conformità ai concetti ragionevoli di sicurezza, durabilità e manutenibilità.
Le attrezzature progettate e sottoposte a prova in conformità al documento devono:
- impedire che i veicoli alimentati a idrogeno siano riempiti mediante stazioni di rifornimento con pressioni di esercizio e/o portate maggiori rispetto ai valori di progettazione specificati per il veicolo;
- impedire che i veicoli alimentati a idrogeno siano riempiti mediante stazioni di rifornimento di altri gas compressi, per esempio gas naturale e miscele di gas naturale e idrogeno; e
- impedire che i veicoli alimentati con altri gas siano riempiti mediante stazioni di rifornimento dell’idrogeno.
Gli ugelli e le prese devono essere ben montati e fabbricati in conformità alla buona pratica ingegneristica. Pertanto questi componenti devono essere:
- progettati per ridurre al minimo la possibilità di montaggio errato;
- progettati per essere stabili rispetto a spostamenti, distorsioni, deformazioni o altri danni;
- costruiti per mantenere l’integrità operativa in condizioni normali e ragionevoli di manipolazione e utilizzo; e
- progettati senza alcun mezzo evidente che ne comprometta le caratteristiche di sicurezza.
All’interno della UNI EN ISO 17268 sono riportati i seguenti riferimenti normativi:
- ISO 188Rubber, vulcanized or thermoplastic – Accelerated ageing and heat resistance tests;
- ISO 1431-1Rubber, vulcanized or thermoplastic – Resistance to ozone cracking – Part 1: Static and dynamic strain testing;
- ISO 9227Corrosion tests in artificial atmospheres – Salt spray tests;
- ISO 12103-1 Road vehicles – Test contaminants for filter evaluation – Part 1: Arizona test dust;
- ISO 15501-1Road vehicles – Compressed natural gas (CNG) fuel systems – Part 1: Safety requirements.
(FONTE UNI)
Per informazioni:
Ufficio Aree di Mestiere – Marco Trussardi (tel. 035.274.355; e-mail: marco.trussardi@artigianibg.com).