Intelligenza artificiale e impatto sull’occupazione delle imprese artigiane: report di Confartigianato

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L’Intelligenza Artificiale (IA) e la robotica si stanno facendo sempre più strada anche tra le PMI artigiane.

Il loro impatto sul mercato del lavoro è al centro del 25° report di Confartigianato “Intelligenza artificiale, lavoro e imprese” presentato durante un webinar lo scorso lunedì 12 giugno.

 

Il report, che presenta anche le principali tendenze macro economiche e congiunturali alle porte dell’estate 2023, evidenzia una forte discontinuità rispetto al passato, determinata dalla diffusione di sistemi di IA.

 

Sul mercato del lavoro, in particolare, vengono valutati i suoi effetti sulla cosiddetta disoccupazione tecnologica: nelle imprese si verificheranno infatti situazioni di sostituzione di lavoro da parte dell’Intelligenza Artificiale, mentre in altre realtà aziendali i processi vedranno una collaborazione tra lavoratori e sistemi di IA.

Questo renderà necessario rivedere e riequilibrare le competenze imprenditoriali, un fenomeno più marcato per le piccole imprese dove la figura dell’imprenditore accentra su di sé le attività caratteristiche di professioni ad elevato impatto di IA: analisi di bilancio, funzioni di controllo, gestione del credito e della finanza d’impresa, progettazione e amministrazione di sistemi, gestione legale e del personale, direzione vendite, organizzazione e gestione dei fattori produttivi, formazione on the job, gestione dei rapporti con il mercato dell’impresa, trasferimento e del trattamento delle informazioni aziendali, informazioni e assistenza dei clienti.

 

Tra i dati sulla diffusione dell’Intelligenza Artificiale, viene in particolare evidenziato come, tra le piccole imprese europee (con dieci addetti e oltre) quelle italiane si piazzano all’8° posto, pari al 32,3% delle aziende, per quanto riguarda l’utilizzo della tecnologia “Internet delle Cose” (IoT – Internet of Things).

 

 

Tra le piccole imprese che utilizzano la stampa 3D nei Paesi Ue, l’Italia si posiziona invece al 14° posto.

 

Una criticità è però rappresentata dalla ancora contenuta diffusione dell’utilizzo di “Big Data”, presente nel 7,3% delle piccole imprese italiane (5,2 punti in meno del 12,5% UE).

 

L’analisi a livello lombardo e bergamasco, curata dall’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia, illustra l’impatto dell’intelligenza artificiale e il rischio robot, gli investimenti digitali e green, e l’indice “Youth-Friendly Confartigianato” (che indica i territori che offrono ai giovani le condizioni migliori per lavorare e per fare impresa).

 

 

La provincia di Bergamo, rispetto a questo indice, mostra un risultato più che positivo, posizionandosi all’11ª posizione (tra le 13 con un indice classificato come “alto”) rispetto a tutte le province d’Italia.

 

Per leggere e scaricare il rapporto completo CLICCA QUI

 

 

 

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