LE RICHIESTE DI CONFARTIGIANATO PER LE PMI SUL DEF. L’INTERVISTA AL DIRETTORE MARONI

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I rappresentanti di Confartigianato sono stati ricevuti in audizione sul Def (Documento di economia e finanza) lo scorso 19 aprile davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato e hanno presentato le istanze delle piccole e medie imprese, che oggi in Italia rappresentano il 99,4% del sistema produttivo.

 

Ristori: chiesto il superamento del criterio del fatturato di un solo mese e il limite del 30%

In primo luogo, Confartigianato è intervenuta sul tema dei ristori, segnalando le criticità delle regole esistenti che escludono buona parte delle imprese colpite dal Covid.

Circa il 40% delle Pmi presenta infatti una perdita di fatturato inferiore alla soglia del 30% e non rientra pertanto tra i beneficiari. Per questo è stato chiesto che venga superato il criterio del fatturato medio di un solo mese e il limite del 30%.

 

“È necessario un correttivo alla norma”, ha affermato il direttore di Confartigianato Imprese Bergamo Stefano Maroni in un’intervista rilasciata al quotidiano L’Eco di Bergamo e pubblicata il 20 aprile. “In tema di calo del fatturato – ha detto Maroni -, chiediamo una riduzione, ad esempio al 15%, del livello oggi fissato al 30%, attraverso un ”decalage” che permetta anche alle imprese con cali minori di godere del beneficio, seppur in misura più ridotta. In questo modo si amplierebbe la platea dei beneficiari”.

“Va anche considerato – ha proseguito Maroni nell’intervista – che il calcolo sul calo del fatturato è su base annua e riguarda il 2020, ma, a dire il vero, noi siamo più preoccupati per come andrà il 2021. L’anno scorso, dopo il duro lockdown, le aziende, poco alla volta, sono infatti riuscite a recuperare in parte i cali di fatturato, mentre quest’anno le chiusure a singhiozzo hanno arrecato un grave danno. E il minore movimento di persone determinato anche dalla chiusura dei negozi ha avuto degli effetti negativi su diverse aziende artigiane. Senza considerare che alcuni comparti merceologici, come i parrucchieri e le estetiste e le attività legate all’organizzazione di eventi, hanno dovuto sopportare essi stessi l’interruzione dell’attività. È importante quindi che il prossimo decreto-legge Imprese preveda una dotazione finanziaria adeguata a sostenere gli imprenditori anche nel 2021 con nuovi contributi a fondo perduto e misure per coprire le spese fisse, in particolare attraverso il riconoscimento di crediti d’imposta, ad esempio sugli affitti e sulla sanificazione.

 

 

Liquidità e nuove moratorie

Come segnalato nell’intervista dal direttore Maroni, “occorrono interventi per dare alle imprese una forte iniezione di liquidità”.

Il crollo dei ricavi conseguente alla pandemia ha infatti generato una crisi di liquidità senza precedenti, con una perdita di ricavi per le imprese italiane stimata intorno ai 400 miliardi di euro.

Confartigianato ha quindi richiesto nuove moratorie di pagamento dei finanziamenti e la proroga per tutto il 2021 di quelle in essere, senza l’obbligo per le banche di riclassificare il debitore in ‘negativo’ o in ‘insolvente’ e riattivando la flessibilità che l’Eba (l’Autorità bancaria europea) aveva concesso alle banche europee all’inizio della crisi economica. Va anche estesa la durata della garanzia pubblica da 6 anni ad almeno 15 anni per permettere alle imprese di diluire il proprio impegno finanziario su un arco di tempo più lungo.

 

In merito alla possibilità di richiesta proroga moratoria, come da recente comunicazione, si fa presente come questa ulteriore richiesta potrebbe causare la classificazione della posizione aziendale come “forborne”. Tale classificazione non comporta nessun tipo di segnalazione in Centrale Rischi, ma potrebbe andare ad inficiare eventuali richieste di nuova finanza da parte dell’azienda.

Si consiglia quindi di approfondire tale aspetto con il proprio Istituto di credito.

 

Per leggere l’indagine di Confartigianato su carenza liquidità e prestiti alle MPI: https://www.confartigianato.it/2021/04/studi-con-carenza-liquidita-salgono-i-prestiti-mpi-66-nel-def-annunciati-gli-interventi-richiesti-da-confartigianato/

 

 

Superbonus 110% per il rilancio delle imprese

Una misura molto importante per il rilancio delle Pmi è il Superbonus 110%, che, come ha segnalato il direttore Maroni, “è molto importante per il nostro territorio, da sempre vocato all’area delle costruzioni. Il provvedimento – ha segnalato Maroni – ha avuto un iter burocratico molto complesso, con tante procedure e tanti soggetti interessati. Per questo motivo, i tempi si sono allungati e anche se l’avvio era previsto per lo scorso anno, soltanto ora è pronto ai nastri di partenza: come associazione stiamo ricevendo solo adesso la prime domande. La nostra richiesta è di prorogarlo a tutto il 2023 estendendolo a tutti gli interventi e tipologie di edifici e, negli anni successivi, di renderlo stabile con un meccanismo scalare e discendente delle percentuali di detrazione. In questo modo diventerebbe un ottimo volano per la ripresa economica”.

 

 

Le richieste per il lavoro e le politiche attive

In materia di lavoro, Confartigianato ha chiesto di rimuovere gli ostacoli che scoraggiano le imprese ad assumere. In particolare, sui contratti a termine, ha sollecitato l’eliminazione strutturale dell’obbligo di indicare la causale e del contributo addizionale previsto in occasione di ciascun rinnovo. Inoltre, ha chiesto di superare gradualmente il blocco dei licenziamenti, ampliando le ipotesi di esclusione, a cominciare dal settore delle costruzioni, e di garantire la possibilità per tutte le imprese di continuare ad utilizzare il lavoro agile in maniera semplificata.

 

Sul fronte delle politiche attive del lavoro, è stata segnalata la necessità di una riforma del sistema di orientamento scolastico e professionale con il rilancio degli Istituti Professionali e degli Istituti Tecnici, investimenti sulle competenze professionali a cominciare dall’uso delle tecnologie digitali e puntando sull’apprendistato duale e professionalizzante..

 

Per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali, Confartigianato ha ribadito che le ipotesi di riforma dovranno salvaguardare e valorizzare l’esperienza positiva del Fondo di solidarietà bilaterale dell’artigianato assicurando la rapidità di erogazione delle prestazioni di sostegno al reddito.

 

Infine, non vanno dimenticate le riforme strutturali del fisco, della Pa, del mercato del lavoro, del welfare e della giustizia civile, necessarie per favorire la competitività delle imprese italiane rispetto al resto dell’UE.

 

 

 

Per scaricare l’intervista apparsa su L’Eco di Bergamo CLICCA QUI

 

 

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