Norme UNI per qualità estetica e deformazione del legno – un articolo di Samuele Broglio (Confartigianato Legno) su GuidaFinestra

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Pubblichiamo alcuni stralci tratti da un articolo di Samuele Broglio, di Confartigianato Legno, apparso su GuidaFinestra del mese di dicembre che tratta del legno ed in particolare in questo suo intervento approfondisce la qualità generale e la sua deformazione. Le norme UNI EN 942 e UNI EN 13307 regolano rispettivamente la qualità estetica del legno e la sua deformazione in maniera condivisa e oggettiva. È importante conoscerle e tenerle in considerazione.

L’articolo intero è possibile leggerlo al seguente link: https://www.guidafinestra.it/qualita-generale-e-deformazioni-del-legno/.

 

“Trattata la parte della durabilità del legno ritengo importante occuparmi di due tra gli aspetti relativi al materiale legno più facilmente causa di discussione in sede di contenziosi legali, ossia:

  • la qualità generale del legno vista sotto l’ottica degli aspetti estetici (nodi, fessure, deviazioni di fibratura
  • la deformazione degli elementi in legno (incurvatura, falcatura, ecc….)

Questi aspetti sin troppo spesso vengono discussi “a buon senso”, ossia purtroppo in base a convinzioni personali e/o in base a punti di vista più o meno condivisi ma sempre troppo personalistici, senza che si sappia che – pure in questi casi – la normazione nazionale ed europea ci può venire in aiuto fornendo una base di valutazione condivisa e oggettiva.

 

Infatti, gli aspetti di cui sopra sono trattati nelle norme:

  • UNI EN 942:2007 “Legno in falegnameria – Requisiti generali” per quanto riguarda la qualità generale del legno
  • UNI EN 13307-1:2007 “Segati a misura e profili semilavorati in legno per impieghi non strutturali – Parte 1: Requisiti” per quanto riguarda le deformazioni ammesse

 

UNI EN 942 – Premesso ciò cominciamo la trattazione della UNI EN 942 relativa alla qualità del legno in opera da falegnameria. Anzitutto sarà necessario tenere presente che questa norma non fissa limiti di accettabilità della qualità del legno per specifici usi (questo compito è delegato o ad altre norme che fissano specifiche classi a livello nazionale, per esempio in Italia la UNI relativa alla verniciatura dei serramenti in legno, o alle clausole contrattuali) ma si limita a fornire le basi per la classificazione; questa norma si applica:

  • al legname quando incorporato in un manufatto di falegnameria, e che quindi il suo uso per la classificazione di legname grezzo non è da considerare corretto
  • al legname all’atto della produzione, e che quindi il suo uso per classificare il legname di un prodotto a uno stadio di invecchiamento successivo, seppur possibile, dovrà essere preceduto da un’attenta valutazione delle condizioni di conservazione del prodotto

In considerazione del fatto che spesso, sia nei documenti normativi che nelle clausole contrattuali, a diverse esposizioni delle facce sono associate differenti classificazioni del legname, ai fini della corretta classificazione del manufatto le sue facce sono così caratterizzate:

  • faccia nascosta → ossia quella faccia che, a seguito dell’installazione in opera, risulta permanentemente nascosta o da altre parti dal manufatto o da ricoperture di vario tipo (per esempio la faccia verso muro di un telaio fisso di serramento)
  • faccia semi-nascosta → ossia quella faccia che non può essere vista con prodotto in posizione chiusa (per esempio la parte interna delle battute di un serramento)
  • faccia visibile → ossia quella faccia che a prodotto chiuso è chiaramente visibile. Nota:una verniciatura non trasparente (laccatura) non costituisce ricopertura, e quindi a prescindere dalla copertura data dalla verniciatura le facce in vista di un prodotto in legno saranno sempre considerate “visibili”

La norma sostanzialmente basa la classificazione su alcuni aspetti elencati nel capitolo 5 e riassunti nella Tabella 1 (che rimandiamo alla intera lettura dell’articolo).

Le caratteristiche considerate dalla EN 942 ai fini di classificazione, riportate e spiegate al capitolo 5, riassunte e contestualizzate classe per classe nella Tabella 1 sono:

  • vena spiraliforme (ossia quelle che, in certe parti d’Italia, vengono chiamate “rose”), classificata in millimetri al metro
  • vena deviata, classificata in millimetri al metro
  • nodi, classificati con il doppio parametro della loro dimensione massima e della percentuale rispetto alla superficie della faccia esaminata
  • tasche di resina classificate in base alle dimensioni di larghezza e lunghezza
  • fessure, classificate con il triplice parametro della loro larghezza, della loro lunghezza e della loro lunghezza cumulativa in rapporto alla lunghezza della faccia del profilo in legno sul quale sono presenti
  • midollo esposto
  • azzurramento del legno
  • perforazioni da insetti (si intendono le perforazioni degli insetti che attaccano l’albero da vivo o fori da tarlo ormai morto, chiamate anche “moschettatura” o “fori da formica”, e non tarlature da insetto vivo che non sono da considerare accettabili)

….

Come scritto in precedenza, la norma indica, seppur sommariamente e in un un’appendice meramente informativa, e quindi i cui disposti sono superabili dal testo normativo di altre eventuali norme tecniche, i livelli di umidità del legno consigliati per le varie condizioni di utilizzo:

  • per utilizzo all’esterno → compreso tra 12% e 19%
  • per utilizzo all’interno in locali non riscaldati → compreso tra 12% e 16%
  • per utilizzo all’interno in locali riscaldati con temperatura prevista compresa tra 12°C e 21°C → compreso tra 9% e 13%
  • per utilizzo all’interno in locali riscaldati con temperatura prevista oltre 21°C → compreso tra 9% e 13%

In una nota a base tabella la norma segnala che legname con umidità compresa tra il 5% ed il 10% non è comunemente reperibile e che richiede particolari cure per il mantenimento di tale livello di umidità.

 

UNI EN 13307 – La norma UNI EN 13307 invece, oltre ad altri aspetti quali lo spessore dei giunti collanti nel lamellare, le modalità di giunto in lunghezza, lo spessore delle lamelle e l’orientamento delle fibre in lamelle adiacenti nel lamellare, tratta le deformazioni massime ammesse nei profili in legno. In effetti tale norma nasce, come dice il titolo, per valutare i vari aspetti qualitativi in segati a misura e in profili semilavorati in legno per impieghi non strutturali (quindi, per esempio, per valutare le deformazioni in listoni segati a misura, in barre di lamellare e/o in profili venduti già lavorati e solo da assemblare) e quindi non sarebbe del tutto applicabile alla valutazione di manufatti in legno finiti. Dato però che:

  • la UNI EN 13307 è l’unica norma che tratta di deformazioni in profili in legno
  • la norma nazionale UNI 11717-1 relativa alla verniciatura dei serramenti fa chiaro riferimento alla UNI EN 13307

ne consegue che, nella pratica, se si vorrà valutare il più oggettivamente e incontestabilmente possibile l’ammissibilità o meno di una deformazione in un manufatto in legno non si avrà altra scelta se non l’utilizzo della citata norma. Tralasciando quindi tutti gli altri aspetti trattati, che però nel testo della norma non vengono chiaramente quantificati, la norma inquadra fondamentalmente tre tipologie di deformazione, ossia:

  • arcuatura (ossia curvatura sulla lunghezza)
  • svergolamento (ossia avvitamento sulla lunghezza)
  • imbarcatura (ossia curvatura sulla larghezza del profilo)

I limiti massimi ammessi vengono indicati per mezzo di una doppia quantificazione, ossia:

  • in funzione delle dimensioni dei profili
  • con una misura fissa

La selezione di quale dei due parametri di riscontro sia da utilizzare è fatta valutando quale tra i due sia il maggiore ed applicandolo come misura ammissibile. Tralasciando le quantificazioni date per profili non piallati (si ricorda che la norma è applicabile anche ai profili grezzi) i limiti massimi accettabili per le singole deformazioni sono così fissati:

  • arcuatura → (L/1000)² /2 oppure 1 mm
  • svergolamento → (L/1000) x b/100 oppure 1 mm
  • imbarcatura → b/200 oppure 0,2 mm

 

dove:

  • L è la lunghezza del profilo in mm
  • b è la larghezza del profilo in mm”

 

 

a cura di Samuele Broglio – Confartigianato Legno-Arredo

 

Per informazioni:

Ufficio Aree di Mestiere – Alfredo Perico (Tel. 035.274.292; e-mail: alfredo.perico@artigianibg.com).

 

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