Legge Finanziaria 2021 (legge 178/2020) ai commi da 139 a 143, ha istituito un registro telematico di carico e scarico dei cereali e delle farine dei cereali.
Confartigianato da subito ha avviato una campagna di sensibilizzazione nei confronti del legislatore affinché potesse cambiare parte del contenuto legislativo, volto a sburocratizzare da questi adempimenti le piccole imprese dell’artigianato che operano con le farine come panifici, pastifici, pizzerie, pasticcerie, piadinerie ed altro.
Nei giorni scorsi si è svolta una riunione al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MiPAAF) per discutere sulla bozza del DM applicativo. In quell’occasione, si è registrato un’apertura del Dirigente responsabile a ridefinire l’esatto campo di applicazione del provvedimento.
Nel corso dell’incontro Confartigianato, assieme ai colleghi di Confesercenti e CNA hanno sostenuto quanto ribadito in precedenti note congiunte inviate a suo tempo al Presidente del Consiglio in carica ed al Ministro competente nelle quali si argomentava sulla necessaria esclusione delle imprese di seconda trasformazione dei cereali dal rispetto degli obblighi di registrazione dei movimenti inerenti alle farine impiegate nella produzione.
Nella nuova lettera congiunta, predisposta anche su richiesta del Dirigente stesso, sono state ribadite le richieste di modifica. La lettera inviata sostiene che il provvedimento, che impone la registrazione nell’apposito Registro telematico istituito nell’ambito dei servizi del sistema informativo agricolo nazionale (Sian), possa non riguardare le imprese quali panifici, pasticcerie, pastifici, pizzerie, piadinerie, etc., in quanto le stesse lavorano, trasformandole, esclusivamente farine e non già prodotti di prima produzione presenti sul territorio nazionale come cereali, tra cui il grano, il cui monitoraggio rappresenta la finalità della legge.
L’estensione dell’obbligo a carico delle imprese artigiane sarebbe quindi sproporzionata e non congrua alle finalità dichiarate, configurandosi come un nuovo aggravio burocratico e gestionale, considerato che le stesse applicano già sistemi di tracciabilità e registrazione delle materie prime utilizzate, oltre alla necessaria considerazione sull’ enorme mole di dati che verrebbero inutilmente registrati ad ogni passaggio di anello della filiera.
Poiché la previsione legislativa è finalizzata al monitoraggio della produzione cerealicola presente sul territorio nazionale, il campo di applicazione dovrebbe, secondo Confartigianato e le organizzazioni firmatarie del documento, riguardare esclusivamente la fase produttiva e quella di ingresso sul territorio nazionale di cereali e farine di cereali, senza essere allargato – con un aggravio di incombenze di carattere burocratico tanto notevole quanto inutile – alla filiera a valle la cui estrema complessità moltiplicherebbe all’infinito la replicazione di dati noti all’origine.
Quello che è stato espresso da Confartigianato, CNA e Confesercenti, è una forte contrarietà e preoccupazione per i risvolti gestionali e amministrativi che potrebbero derivare dal decreto di prossima pubblicazione. Chiedono l’espressa esclusione delle imprese coinvolte dal campo di applicazione per le motivazioni citate, in coerenza con le finalità dichiarate dal legislatore, nonché di essere espunte anche dall’allegato contenente le modalità di tenuta del registro telematico dei cereali di cui al punto 1.2 (Soggetti obbligati alla tenuta del registro-operatori).
Per informazioni:
Ufficio Aree di Mestiere – Alfredo Perico (Tel. 035.274.292; e-mail: alfredo.perico@artigianibg.com).