La Direzione Generale Santé della Commissione Europea (responsabile della politica UE per la sicurezza e salute alimentare) nell’ambito del piano Green Deal Europeo, all’interno del quale una specifica linea d’intervento riguarda la revisione in chiave ambientale della strategia “Farm to Fork” (clicca per approfondire), per rendere i sistemi alimentari più sostenibili, intende apportare modifiche ed aggiornamenti del Regolamento (UE) 1169/2011, relativo all’etichettatura degli alimenti.
In particolare la proposta è articolata sui seguenti punti:
- etichettatura nutrizionale obbligatoria armonizzata nella parte anteriore della confezione (Front Of Packaging-FOP).
- definizione di “profili nutrizionali” che limitano la promozione (tramite indicazioni nutrizionali e sulla salute) di alimenti ad alto contenuto di grassi, zuccheri e/o sale.
- estensione dell’indicazione obbligatoria dell’origine o della provenienza a più prodotti alimentari per garantire una piena armonizzazione in questo settore.
- revisione delle norme dell’UE sull’indicazione della data (“da utilizzare entro” e “da consumarsi preferibilmente entro”).
Sulla proposta della Commissione anche Confartigianato Alimentazione ha elaborato un documento, per dare suggerimenti e contributi alla stesura della Road Map avviata. In sintesi ecco le osservazioni espresse:
- Sul primo punto si è messo in evidenza che il sistema di etichettatura nutrizionale per il confezionamento frontale dovrebbe restare volontario ma armonizzato tra tutti i paesi UE, al fine di una comparabilità tra i prodotti europei, optando per il sistema italiano “Nutrinform Battery” che fornisce una informazione chiara e sintetica sulla presenza di alcuni nutrienti negli alimenti, in modo che il consumatore possa operare una scelta funzionale all’interno di una dieta varia e bilanciata.
- È stata espressa una preoccupazione per la creazione di profili nutrizionali a livello di UE in quanto gli alimenti verrebbero classificati in modo “manicheo”, unicamente in relazione alla presenza di determinati nutrienti, senza considerare il valore complessivo nutritivo del cibo o l’assunzione complessiva di nutrienti della dieta giornaliera assunta, tra “buoni” o “cattivi”, inducendo erroneamente i consumatori a credere nell’utilità di eliminare specifiche categorie di alimenti. Occorrerebbe piuttosto che sia sviluppato un programma di orientamento ed educazione alimentare nei confronti dei consumatori in modo da renderli più consapevoli e correttamente informati su come trarre vantaggio dal valore nutritivo dei diversi
- Sull’intenzione di rendere obbligatoria per altri prodotti rispetto a quelli che ne sono già in possesso, l’indicazione di origine o provenienza Confartigianato Alimentazione ha sottolineato che potrebbero crearsi sperequazioni tra il prodotto dell’industria standardizzato e quindi facilmente indicante l’origine e quello dell’artigianato e delle MPMI, che in funzione dei cambi delle zone di approvvigionamento degli ingredienti, dovrebbe rivedere per ogni lotto di produzione le indicazioni di origine relative al Occorre mantenere quindi la volontarietà dell’indicazione con opzione per “UE” o “Non UE” o “UE e Non UE”.
- Al fine di ridurre fortemente lo spreco alimentare si è condiviso l’opzione di rivedere le norme sulla indicazione delle scadenze dei prodotti per favorire una migliore comprensione delle stesse da parte dei consumatori ed un loro diverso In particolare fornendo una corretta interpretazione della dizione “da consumarsi preferibilmente entro” che corrisponde al TMC, Termine Minimo di Conservazione, da intendersi invece non come la data limite per il consumo ma la data superata la quale il prodotto pur cedendo dal punto di vista della qualità organolettica mantiene ancora le caratteristiche di sicurezza e quindi può essere ancora consumato.
Per informazioni:
Ufficio Aree di Mestiere – Alfredo Perico (Tel. 035.274.292; e-mail: alfredo.perico@artigianibg.com).