FOP: UN NUOVO MODO PER INTERPRETARE LE ETICHETTE NUTRIZIONALI

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Il peggioramento negli ultimi anni delle abitudini alimentari del consumatore medio, l’aumento delle forme di sovrappeso ed obesità, legato all’incremento quindi di malattie cardiovascolari e conseguente incremento della spesa sanitaria degli stati dove l’incidenza di queste patologie è maggiore, ha spinto sempre più stati a prendere in considerazione forme differenti di valutazione immediata della qualità degli alimenti.

La Commissione Europea nello scorso maggio ha pubblicato una relazione sull’etichettatura nutrizionale FOP (Front of Packaging o Fronte dell’Imballaggio).

La relazione fornisce una rassegna della letteratura scientifica relativa all’etichettatura nutrizionale FOP e ai suoi effetti sui consumatori, sugli operatori del settore alimentare e sul mercato unico. Una particolare enfasi viene posta sui consumatori, sulle loro preferenze e sulla comprensione dei diversi sistemi FOP, nonché sugli effetti sull’acquisto di alimenti e relative implicazioni per la dieta e la salute.

 

Ma facciamo un passo indietro: cosa si intende per Indicazione nutrizionale FOP? È un sistema immediato, di impatto visivo, per valutare gli alimenti, in particolare il contenuto dei valori nutrizionali, in forma grafica. Ha lo scopo quindi di aiutare il consumatore a giudicare le principali caratteristiche nutrizionali del prodotto, senza dover leggere tutta l’etichetta.

Sono al momento ancora informazioni supplementari su base volontaria, definite comunque nell’ambito del Reg. Ue 1169/2011. E’ noto come questo regolamento abbia introdotto le possibilità di etichettare anche con alcuni parametri nutrizionali la maggior parte degli alimenti. I parametri da indicare sono: l’energia (kJ, kcal), i grassi totali e gli acidi grassi saturi, i carboidrati totali e gli zuccheri, la fibra grezza, le proteine e il sale inteso come sodio (di qualsiasi fonte per 2,5). Il Front of Packaging invece fornisce una interpretazione immediata circa la bontà o salubrità del prodotto attraverso alcune immagini che vengono subito recepite dal consumatore.

Le principali forme di questo tipo di etichettatura sono il Nutriscore, l’etichetta a semaforo o l’etichetta a batteria.

Il Nutri-Score è il modello proposto dai francesi è prevede l’utilizzo di due scale correlate per valutare la qualità dei prodotti: una che utilizza cinque gradazioni cromatiche dal verde al rosso e un’altra invece che prevede cinque categorie classificate con le lettere dalla A alla E. Il modello è stato ideato da un gruppo di ricercatori francesi ed è diffuso anche in altri Paesi europei.

L’etichetta a semaforo è il modello utilizzato dagli inglesi già dal 2013. Il sistema “Trafic Light” (semaforo) mira ad evidenziare graficamente i livelli di sostanze nutritive contenute negli alimenti, utilizzando i colori del semaforo, verde, giallo e rosso, dando una accezione di alimento positivo a quello con colore verde e negativo a quello con colore rosso. Questo sistema è stato fortemente criticato dagli italiani sia per il fatto che abbia solo tre scelte (il metodo francese ne ha almeno cinque) e sia perché molti alimenti della nostra dieta mediterranea in questo modo possano essere etichettati come non positivi (es. l’olio extra vergine di oliva che ha colore giallo).

L’etichetta a batteria, infine proposta dagli italiani concentra l’attenzione sul ruolo di ogni singolo nutriente nella dieta, graficamente messo in evidenza come il simbolo della carica della batteria, nei nostri cellulari. La batteria carica rappresenta il fabbisogno giornaliero relativo a quel parametro. Così, per esempio, per ogni porzione di alimento (il cui peso viene stabilito arbitrariamente dai produttori), l’etichetta a batteria indica in percentuale quanti grassi, grassi saturi, zuccheri e sale ci sono rispetto al fabbisogno giornaliero di riferimento. In questo modo si dovrebbe calcolare quanto altro cibo differente si può consumare onde non superare i valori limite suggeriti.

Attualmente sono più di 40 i paesi che hanno un sistema di etichettatura FOP. Qualche paese ha reso questo sistema obbligatorio mentre la maggior parte lo ha introdotto ancora su base volontaria. Occorre ricordare che la presenza di informazioni FOP, come stabilisce il Reg. Ue 1169/2011 (Art. 35, comma 1, lettera g) non deve essere di ostacolo alla libera circolazione delle merci.

 

 

Per informazioni:

Ufficio Aree di Mestiere – Alfredo Perico (Tel. 035.274.292; e-mail: alfredo.perico@artigianibg.com).

 

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